Smart Working: lo adotta un’azienda italiana su 2, ma le pmi lo ignorano
Il 18 febbraio è la Giornata del Lavoro Agile, iniziativa del Comune di Milano: aziende e privati sono invitati a promuovere un’organizzazione del lavoro più flessibile. Che non è ancora praticata nelle piccole imprese (solo il 5% ha un progetto strutturato) ma è già implementata in quelle di maggiori dimensioni
di Redazione EconomyUp
11 Feb 2016

►Ecco un’analisi dell’Osservatorio Smart Working dalla School of Management del Politecnico di Milano.
Smart Working significa ripensare il lavoro in un’ottica più intelligente, mettere in discussione i tradizionali vincoli legati a luogo e orario di lavoro lasciando alle persone maggiore autonomia nel definire le modalità di lavoro a fronte di una loro maggiore responsabilizzazione sui risultati. Autonomia, ma anche flessibilità, responsabilizzazione e fiducia diventano i principi chiave di questo nuovo approccio al lavoro.
Per quanto in crescita, l’interesse e l’adozione dello Smart Working tra le imprese varia ancora in modo sostanziale a seconda della dimensione aziendale. Nelle pmi (piccole e medie imprese), la diffusione risulta ancora molto limitata: oltre una pmi su due non conosce il fenomeno o dice di conoscerlo ma di non esserne interessata, mentre solo il 5% di esse dichiara di avere un progetto strutturato. Non mancano però situazioni in cui l’interesse c’è (29%) o si è già iniziato a lavorare introducendo informalmente logiche di flessibilità e autonomia (9%). Nelle organizzazioni più grandi invece, l’interesse è decisamente maggiore: mentre sono pochissime le imprese disinformate (3%), solo il 12% delle aziende coinvolte dichiara disinteresse, e il 37%, pur non avendo ancora concretamente iniziato ad attivare o progettare iniziative, lo ritiene interessante. Quasi 1 impresa su 2 dichiara di aver già adottato questo nuovo approccio al lavoro, in modo strutturato (17%) oppure più informale (17%), o di aver iniziato ad impostare un progetto che va in questa direzione (14%).
Confrontando gli approcci rispetto alle singole leve di progettazione troviamo conferma dell’ancora minore interesse delle pmi verso questo nuovo paradigma. Nelle pmi si riscontrano meno iniziative, rispetto alle organizzazioni di maggiori dimensioni in quasi tutti gli ambiti, fatta eccezione per il layout fisico, dove la diffusione delle iniziative tra i due cluster dimensionali è analoga.
È fondamentale il ruolo delle funzioni di staff nell’avvio e coordinamento dei progetti. In particolare i “project leader” delle iniziative di Smart Working si trovano solitamente all’interno delle funzioni HR e IT (rispettivamente nel 71% e nel 37% dei casi). Anche la funzione Facility Management, sebbene sia raramente il leader di progetto, ha un ruolo rilevante durante le fasi di gestione nel 60% dei casi. Un altro attore protagonista delle iniziative di Smart Working è il sindacato, le cui rappresentanze sono coinvolte nel 66% dei casi.
Il tempo necessario all’avvio di una iniziativa di Smart Working è relativamente breve: il 32% delle organizzazioni ha infatti iniziato a progettare l’iniziativa lo scorso anno, il 12% nella prima parte del 2015. 1 su 3 ha invece richiesto tra i due e i tre anni di incubazione.