PRIMO MAGGIO

Come trovare lavoro da Google (e nella web economy)

Farsi assumere da BigG? Un sogno per molti. Il responsabile delle assunzioni, Laszlo Bock, spiega qualche trucco: una laurea mirata, grinta, unire il pensiero logico a quello creativo. E cambiare metodo nel cv e nei colloqui. Ecco il nostro modo per festeggiare la Festa del Lavoro

Pubblicato il 30 Apr 2014

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Trovare lavoro a Google: un sogno di tanti americani (ma anche italiani). È possibile? Come si fa? Qualche dritta la dà proprio il responsabile di tutte le assunzioni del colosso statunitense, Laszlo Bock, che in media ne fa un centinaio a settimana. Consigli innovativi che possono essere utili per tutti coloro che intendono fare carriera nella web economy e che possono rappresentare un modo diverso per festeggiare il Primo maggio: perché il lavoro resta fondamentale per la vita di una persona, ma il modo di cercarlo (e trovarlo) sta cambiando.

ISTRUZIONE UNIVERSITARIA? SÌ, MA MIRATA – Al giornalista Thomas L. Friedman del New York Times, che gli chiede se l’istruzione universitaria sia ancora indispensabile per trovare lavoro, Bock risponde: “Non penso che un giovane non debba andare al college, ma dico che le persone tra i 18 e i 22 anni non riflettono abbastanza su cosa andranno a studiare e cosa ne vogliono ricavare. Non bisogna frequentare l’università perché si pensa sia la cosa giusta e si ritiene che qualsiasi laurea andrà bene per trovare un impiego. La cosa più importante è sapere cosa si vuole ottenere dall’investimento nella formazione. È un enorme investimento in termini di tempo, impegno e denaro e la gente dovrebbe pensar bene a cosa otterrà in cambio.

ACCERTARSI CHE LA LAUREA GARANTISCA COMPETENZE PER IL LAVORO – Studiare all’università non significa solo ampliare le proprie conoscenze ma sviluppare una serie di competenze pratiche che saranno prese in considerazione negli ambienti di lavoro.

NON MOLLARE DI FRONTE ALLE DIFFICOLTÀ – “In un campus universitario – racconta Bock – mi sono ritrovato a parlare con uno studente di informatica e matematica che stava pensando di passare ad economia perché, diceva, la sua facoltà era troppo difficile. Gli ho detto che era meglio essere uno studente così così in informatica piuttosto che uno bravissimo in inglese, perché gli studi scientifici dimostrano più rigore di pensiero e la predisposizione a sfide più impegnative. Quello studente sarà uno dei nostri stagisti questa estate”. Poi Bock cita un articolo del Nyt in cui una studentessa raccontava di essere passata da un corso di laurea in elettronica e computer a un altro in psicologia perché trovava il primo troppo difficile. “Penso che abbia fatto un grave errore – sostiene il dirigente – perché ha lasciato studi che l’avrebbero fatta emergere nel mondo del lavoro”.

ESSERE BRAVI A IMPARARE E A RISOLVERE PROBLEMI – La prima cosa che Google guarda in un aspirante dipendente è “una generale abilità cognitiva, cioè la capacità di imparare le cose e di risolvere problemi”. In particolare è tenuta in altissima considerazione la capacità di capire le informazioni e metterle in pratica: in sostanza le competenze informatiche di base. “Non dico che uno deve essere uno straordinario creatore di codici, ma per capire come funzionano queste cose deve essere in grado di pensare in modo logico e strutturato. E quel tipo di pensiero non viene solo dagli studi di informatica. Io ho studiato statistica – spiega Bock – ed è stata fondamentale per la mia carriera. Una formazione analitica ti dà una serie di competenze che sono in grado di differenziarti dalla maggior parte delle persone nel mondo del lavoro”.

ANCHE LA CREATIVITÀ E LE ARTI SONO IMPORTANTI – “Gli esseri umani – sostiene Bock – sono per natura creativi, ma non hanno un pensiero logico e strutturato per natura. Queste sono skills che si devono imparare. Se qualcuno è un bravo creative e ha una struttura logica di pensiero avrà più opzioni”. Quanto all’arte, secondo il dirigente di Google è “straordinariamente importante, specialmente se combinata con altre discipline. Dieci anni fa l’economia comportamentale quasi non esisteva: poi hanno cominciato ad applicare la sociologia all’economia e improvvisamente è nato un nuovo settore di studi. Le cose più interessanti succedono nell’intersezione di due campi. Per capirle però devi essere ferrato in varie discipline. Servono pensatori olistici, che abbiano un background artistico ma siano anche esperti di altre funzionalità. Non è facile creare un equilibrio tra le due cose, ma in questo modo possono nascere grandi società e grandi organizzazioni”.

COME SCRIVERE UN BUON CURRICULUM VITAE – Secondo Bock, la chiave è sottolineare e inquadrare i propri punti di forza. Per esempio: “Sono riuscito nella missione X, relativa a Y, facendo Z”. Non va bene: “Ho scritto editoriali per il Nyt” ma è meglio scrivere: “Il Nyt ha pubblicato 50 miei editoriali in tre anni – e la media degli altri editorialisti è 6 – perché sono stato in grado di fornire una panoramica approfondita sui seguenti argomenti…”.

COME AFFRONTARE UN COLLOQUIO DI LAVORO – Il candidato deve pensare: “Ecco le qualità che intendo dimostrare; ecco la storia che intendo raccontare; ecco come questa storia dimostra che ho le qualità”. Secondo Bock “la maggioranza delle persone in un’intervista non fa esplicito riferimento al processo mentale che li ha portati a fare quello che fanno e, anche se sono in grado di tirar fuori una storia avvincente, non sono capaci di spiegare il loro processo mentale”.

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