TECNOLOGIA SOLIDALE

Vivere la nostra era digitale con consapevolezza e responsabilità

Al Festival della Comunicazione Non Ostile tenutosi il 26 e 27 maggio a Trieste si è parlato di comunicazione consapevole e responsabile, anche in riferimento all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Ecco cosa è emerso

Pubblicato il 26 Mag 2023

ERA DIGITALE

“Recuperare terreno e vivere in modo sostenibile le nostre vite online e offline”. Con queste parole Rosy Russo ha sintetizzato “Distanze – effetti lontani e cose vicine”, sesta edizione del Festival della Comunicazione Non Ostile tenutosi il 26 e 27 maggio a Trieste.

“In questa epoca post pandemica, di guerra e di necessario confronto con la diversità, viviamo alla continua ricerca di punti di riferimento che sappiano darci sicurezza.” ha precisato Rosy introducendo il Festival. Una situazione di incertezza confermata dal sondaggio SWG-ItalianTech presentato a Trieste, secondo cui l’82% del campione reputa hate speech e fake news la “nuova normalità” del modo di comunicare della società e sul web. Hate speech e fake news alimentano l’insicurezza di questo nostro tempo. Nel dettaglio, il 43% li reputa il nuovo modo di comunicare della società di oggi e il 39% il nuovo modo di comunicare in rete.

Questo dati potrebbero anche essere il classico gatto che si morde la coda. Infatti le notizie che i media normalmente danno insistono su fake news e hate speech, e valorizzano poco i molti usi positivi del digitale. Di conseguenza la percezione potrebbe essere fuorviata. Tuttavia sensibilizzare rispetto a rischi e opportunità legati alla comunicazione in rete è sempre utile e importante, una attività apprezzata da tutti noi che pratichiamo la comunicazione costruttiva, la comunicazione che fa crescere consapevolezza e coesione nella società.

A valorizzare questa modalità di comunicazione e di atteggiamento nei vari ambiti sociali ed educativi hanno mirato tutti i capitoli del ricco e vario programma del Festival, all’interno del quale non poteva mancare uno dei temi del momento: l’intelligenza artificiale. Sempre secondo l’indagine SWG-ItalianTech, un italiano su 5 non sa di cosa si tratti: il 4% del campione dichiara di non averla mai sentita nominare a fronte di un 16% che, pur avendo sentito il nome, non saprebbe descrivere cosa sia. Questo dato si integra con quelli presentati la settimana scorsa nell’indagine Youtrend/Fondazione Pensiero Solido.

A proposito di intelligenza artificiale, nell’indagine presentata al Festival della Comunicazione Non Ostile spicca l’aumento dal 23% al 29% (rispetto allo scorso anno) della percentuale di chi la reputa pericolosa o addirittura da evitare assolutamente.

Nell’ambito dell’informazione e della comunicazione (politica e non) questa preoccupazione ha motivi di fondamento, perché “le intelligenze artificiali possono farci vedere quello che non esiste, e sono a disposizione di chiunque.”, come ha scritto padre Benanti pochi giorni fa su Avvenire. Questa possibilità crea un serio problema. Con gli oggetti comunicativi che possono essere realizzati usando l’intelligenza artificiale generativa, il “non ci credo neanche se lo vedo” non è più solo un modo di dire, ma diventa una precauzione necessaria, perché anche i nostri occhi possono essere ingannati. Ultimo eclatante esempio, il caso della foto falsa del Pentagono sotto attacco diffusa via Twitter pochi giorni fa, che ha causato un temporaneo ma comunque importante crollo della borsa.

Questa situazione ci richiama l’importanza di due “requisiti di sistema” di questa nostra era digitale: consapevolezza e responsabilità. Due requisiti, in realtà due compiti che riguardano ciascuno di noi, a prescindere da chi siamo e di cosa ci occupiamo. Nonostante la forza degli algoritmi, resta comunque nelle nostre mani il potere di “tenere pulito” il nostro spicchio di presenza digitale. Dobbiamo educarci a una presenza online non superficiale né frettolosa, rispettosa delle conseguenze del nostro agire. Peraltro questo è lo spirito con il quale Rosy Russo sette anni fa ha fondato Parole O_stili, che opera per “responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile.”.

Di questo impegno il Festival della Comunicazione Non Ostile è il capolinea annuale. Come ogni capolinea che si rispetti è insieme una fine, un punto di arrivo ma, contemporaneamente, l’inizio di un nuovo cammino verso un nuovo traguardo. Buon viaggio!

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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