STARTUP INTELLIGENCE

Simonelli Group: l’open company del caffè punta su R&D e formazione

L’azienda specializzata nella produzione di macchine da caffè professionali ha stretto partnership strategiche con università delle Marche, creato un “Research & Innovation Coffee Hub”, attivato corsi digitali adottati anche da Starbucks. Così Simonelli fa sistema con tutte le community della filiera

Pubblicato il 19 Feb 2021

Simonelli Group

Simonelli Group è un’azienda italiana con sede a Belforte del Chienti (Macerata) specializzata prevalentemente nella produzione di macchine da caffè professionali. Dal 1936 si è affermata sul mercato e oggi con i suoi 2 marchi Nuova Simonelli e Victoria Arduino conta 130 dipendenti nella sede italiana e 50 nelle filiali estere in 124 Paesi nel mondo. Dai 17 milioni di euro di fatturato del 2008 si è passati a 97 nel 2019 con margine operativo netto al 33%. Oltre il 95% dell’intera produzione viene esportata all’estero grazie a una fitta rete commerciale e tecnica coordinata dalla sede italiana e dalle tre filiali negli Stati Uniti, Singapore e Francia e dagli Experience lab a Barcellona, Londra, Jakarta, New York e Shanghai.

A partire dal 2019 Simonelli Group ha sviluppato un processo per diffondere in azienda gli obiettivi strategici: innovazione, sostenibilità ed education. Tali obiettivi, definiti e approvati dal CdA del Gruppo, saranno pubblicati nel Sustainability Report di pubblico dominio; vengono poi declinati in obiettivi specifici delle varie aree di business, con revisioni trimestrali in base a eventuali esigenze emerse in corso d’opera.

Questo modello e il processo di miglioramento continuo che ne consegue fanno sì che l’innovazione permei l’intera azienda, senza concentrarsi su di una Funzione in particolare. Come spiega Fabio Ceccarani, CEO di Simonelli Group, “l’innovazione in azienda non viene gestita da un gruppo ristretto di persone, ma cerchiamo di coinvolgere tutta la popolazione aziendale nel proporre nuove iniziative per poter migliorare costantemente la propria area di lavoro”; un esempio ne è la call4ideas che Simonelli Group lancia annualmente rivolta agli operai sulle linee, e in cui le 3 idee innovative migliori vengono premiate con un viaggio in Europa per i proponenti.

A questo modello di gestione dell’innovazione diffusa viene affiancato un approccio all’Open Innovation che fin dal 2016 ha visto Simonelli Group avviare partnership strategiche con diverse università delle Marche. Il primo accordo è stato stretto con l’università di Camerino, con la quale il Gruppo ha svolto test e ricerche chimiche e matematiche per poter conoscere e approfondire le proprietà organolettiche del caffè. Ciò ha permesso di affiancare alla tradizionale area di Ricerca & Sviluppo applicata, dedicata allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, anche una nuova Funzione denominata “Research & Innovation Coffee Hub”. Questa nuova struttura è dedicata alla ricerca pura e ha a disposizione un budget per l’innovazione di circa 700.000 euro senza previsione di ROI.

Dal 2020 il Gruppo ha deciso di partecipare come partner all’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano, estendendo le attività di Open Innovation anche al di fuori dei confini regionali. “Questa partnership è per noi fondamentale sia per il confronto con altre aziende sia con obiettivi di Ricerca. Per esempio ci ha già dato spunti per lo sviluppo di un progetto di Blockchain con l’Università di Macerata per capire come essa possa venire integrata nella nostra catena del valore”, spiega il CEO, che aggiunge: “Col Politecnico di Milano stiamo anche portando avanti studi sui materiali con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici delle nostre macchine”.

Accanto alla ricerca sulle proprietà chimiche e organolettiche del caffè sia nella fase di macinatura sia in quella di estrazione, dal 2019 Simonelli Group ha cominciato a svolgere analisi anche sul latte: “Fuori dall’Italia, infatti, l’80% delle bevande vede un consumo congiunto di caffè e latte”, spiega Ceccarani, che ricorda a tal proposito sia il progetto realizzato con la Coffee Science Foundation di Los Angeles, ma anche la sponsorizzazione nel 2009 del campionato mondiale baristi, che ha portato anche tantissimo know-how all’interno dell’azienda.

La formazione su tecnologia e cultura del caffè rappresenta quindi un asset strategico per Simonelli Group. A tal proposito l’azienda ha sviluppato una piattaforma specifica per l’assistenza alla clientela: al momento sono disponibili corsi digitali rivolti esclusivamente al settore per il supporto e la manutenzione delle macchine acquistate; a breve saranno poi attivati i servizi di ricambistica e di assistenza tecnica. È stato inoltre creato il “Coffee Knowledge Hub”, una piattaforma aperta di formazione, che offre corsi di diversi livelli per perfezionare e diffondere conoscenza sul caffè e sull’intero ecosistema; i corsi sono prodotti anche da esperti del settore esterni all’azienda e la piattaforma stessa rappresenta un luogo virtuale di incontro per tutte le community della filiera. “L’apparato formativo di Simonelli è stato scelto anche da Starbucks, con cui collaboriamo da qualche anno e che ci ha incaricato di formare i 40 “Master Baristas” della Roastery di Milano”, aggiunge il CEO. Della cultura del caffè in azienda e di tutti gli aspetti formativi è responsabile Lauro Fioretti, Knowledge & Education di Simonelli Group.

Nonostante il 2020 sia stato un anno complesso a causa dell’emergenza sanitaria, Simonelli Group ha cercato di concentrarsi nei mesi di lockdown in progetti che potessero supportare e stimolare l’innovazione in azienda. “Se gli scorsi anni il nostro obiettivo era trovare partner da cui apprendere conoscenza e idee, oggi invece l’obiettivo è quello di riuscire a creare una conoscenza autoprodotta e proattiva capace di generare cambiamento e miglioramenti nel processo produttivo, nella formazione e nei prodotti offerti. Da un paio d’anni ci stiamo focalizzando sul digitale e l’obiettivo del 2021 sarà quello di andare al di là dei prodotti per offrire interi sistemi che coinvolgano le nostre community di riferimento”, conclude Ceccarani.

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Eliana Bentivegna
Eliana Bentivegna

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