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Sempre più Italia in Silicon Valley: le aziende e i manager degli Innovation Outpost

Pubblicato il 03 Mag 2022

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La Silicon Valley parla sempre più italiano. Almeno di questi tempi.

Giovedì scorso (sotto foto del kick off avvenuto in contemporanea dal nono piano di Roma Ostiense e dal Mind the Bridge Innovation Center di Townsend Street) ACEA ha annunciato l’apertura di una Innovation Antenna a San Francisco. Obiettivo: avere risorse dedicate nella Bay Area per intercettare nuovi trend e meglio supportare lo scouting di startup e tecnologie (che, a 10mila chilometri di distanza e con 9 ore di differenza di fuso, perde un po’ di efficacia).

La scelta di ACEA si colloca sul solco di quanto fatto da Enel (che, presente dal 2017, con un Innovation Hub è il precursore della pattuglia italiana) e, più recentemente, da altre aziende (Eni, Terna, Pelliconi), associazioni industriali (ANIA) e istituzioni (la Regione Sardegna).

Sul perché le aziende aprano un Innovation Outpost in Silicon Valley  ho scritto su Sifted Financial Times qualche settimana fa. Ce ne sono quasi 400 da tutto il mondo. Indi non è una notizia.

La notizia è che questa settimana, sbarcato a San Francisco, ho trovato il Mind the Bridge Innovation Center particolarmente affollato di … aziende italiane.

Oltre alla presenza fissa di Andrea Sguazzi e Salvatore Bonaccorso (che presidiano rispettivamente gli outpost di Enel e Eni) ho trovato:

  • Eni (con l’area Plant Operations & Maintenance guidata da Giovanni Salvini) impegnata in un bootcamp sulle tematiche di electrical maintenance, process engineering, mechanical plant inspection ed energy efficiency. Obiettivo: incontrare e valutare soluzioni innovative.
  • I sensori di innovazione della stessa Eni – la funzione Digital & IT (con Giacomo Silvestri e Paolo Cerioli) e il fondo di CVC Next (Alfonso Amendola).
  • Il nuovo Head of Venture Building & Partnership di Terna Emilio La Pera.
  • Il responsabile dell’innovazione di Pelliconi Matteo Mingardi.

Ciascuno con la propria diversa agenda. Ma tutti con lo stesso obiettivo: estrarre “the most out of Silicon Valley”. Cosa che è possibile solo se si entra a fare parte dell’ecosistema. Le relazioni a distanza sono laboriose. I contatti diretti sono essenziali perché permettono di accedere alle informazioni quando le cose succedono o stanno per succedere e non mesi dopo.

Al riguardo il ruolo di una organizzazione come Mind the Bridge è quello di fare da ponte (nomen omen) e attivare relazioni dirette tra le aziende di cui ospita le antenne e gli outpost e i vari attori della Bay Area: startup e scaleup in primis, ma anche fondi di investimento, università e altre aziende (non solo big tech ma anche aziende che hanno una presenza in loco).

Si prospetta una settimana decisamente interessante per il contingente italiano di corporate innovators (sotto il kick off con il console Sergio Strozzi presso INNOV.IT).

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Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

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