CORPORATE INNOVATION

Premio Nobel Economia 2025, ecco perché piace ai manager dell’innovazione e cosa ne pensano



Indirizzo copiato

Che cosa significa il Premio Nobel per l’Economia 2025 per chi fa innovazione in azienda? Le risposte di Fabrizio Conicella, Fabio Capasso, Ivan Ortenzi, Gionata Tedeschi ed Ernesto Ciorra

Pubblicato il 17 ott 2025



Nobel per l’Economia 2025
Nobel per l'Economia 2025: i commenti degli Innovation Manager

Che cosa significa il Premio Nobel per l’Economia 2025 per chi fa innovazione in azienda? “Quali sono le implicazioni per l’R&D e le pratiche di innovation management?”, si domanda su Linkedin Fabrizio Conicella, vicepresident di Chiesi Group per  il Center of Open Innovation & Competence.

Il riconoscimento assegnato a Philippe Aghion, Peter Howitt e Joel Mokyr “per aver spiegato la crescita economica trainata dall’innovazione” sta facendo discutere chi si occupa di corporate innovation, perché non ha solo un valore accademico ma suona come un potente messaggio di incoraggiamento e sostegno per chi nelle imprese vive ogni giorno –  fra mille difficoltà – l’innovazione come sfida strategica e culturale. Un messaggio che è una sveglia, una spinta gentile soprattutto all’Europa che stenta a intraprendere un deciso percorso di innovazione dirompente. Sortirà qualche effetto?

Fabrizio Conicella: l’equilibrio fra ricerca e innovazione

La scelta fatta dall’Accademia di Oslo quest’anno è di grande conforto per chi fa corporate innovation.  “Questo Nobel – ha scritto Fabrizio Conicella su Linkedin – dimostra che le strategie aziendali devono abbracciare l’innovazione continua e la distruzione creativa per sostenere la crescita. La gestione dell’innovazione dovrebbe promuovere l’apertura a nuove idee, gestire i conflitti competitivi in modo costruttivo e bilanciare le pressioni a breve termine con l’adattabilità a lungo termine per stimolare la produttività e il progressivo economico”.

L’innovazione continua, però, richiede un impegnativo esercizio di equilibrio tra vecchio e nuovo: “Le aziende dovrebbero combinare le attività più tradizionali basate sulla ricerca e sviluppo, concepite principalmente per battere la concorrenza effettiva, con sfide a lungo termine”, aggiunge Conicella.  “Soprattutto in settori trainati dalla tecnologia come l’intelligenza artificiale e le biotecnologie, in grado di creare nuovi mercati e opportunità”.

“Le aziende europee, in particolare, sono spinte ad adottare strategie industriali più proattive e audaci per essere resilienti e sostenibili anche dal punto di vista economico nel lungo termine”, conclude Conicella.

Fabio Capasso: l’innovazione da sola non basta

Mokyr ha mostrato che la Rivoluzione Industriale esplose in Inghilterra non per fortuna ma perché artigiani, scienziati e imprenditori parlavano la stessa lingua. Aghion e Howitt hanno dato forma alla teoria della “distruzione creativa”: ogni nuova idea distrugge qualcosa, ma crea spazio per ciò che è più evoluto, più efficiente, più utile, ricorda Fabio Davide Capasso, Head of Corporate Innovation di ELIS, che si domanda “perché oggi, nell’era dell’intelligenza artificiale, la crescita rallenta?”. La sua risposta: “Perché l’innovazione non basta. Servono cultura, fiducia e leadership per attraversare il cambiamento senza paura. Il messaggio di questo Nobel è chiaro: non è la tecnologia a creare sviluppo, ma la capacità di una società di mettersi in discussione e ripartire da se stessa”.

Quest’anno, quindi, il Nobel non è più solo una celebrazione del pensiero economico, ma un atto di legittimazione del lavoro di chi guida il cambiamento dall’interno delle aziende. In un momento storico in cui la tecnologia avanza e, paradossalmente, la parola “innovazione” rischia di ridursi a slogan, il premio riafferma la sua dimensione reale: un processo che genera crescita solo se tradotto in cultura, metodo e leadership.

Ivan Ortenzi: chi governa la distruzione creativa?

La teoria economica diventa così uno specchio del quotidiano manageriale: innovare non è un “di più”, ma la condizione stessa per la sopravvivenza competitiva. Quindi, largo alla “distruzione creativa” che non è più una formula teorica ma un obiettivo legittimo di chi fa innovazione in azienda. Ma, si domanda Ivan Ortenzi, Chief Evangelis Officer di BIP: “Chi governa oggi questa distruzione creatrice?” La risposta chiama in causa il ruolo e le ambizioni dei manager dell’innovazione: “Negli ultimi anni, nei miei speech e nei miei libri, ho cercato di raccontare proprio questo passaggio: che l’intelligenza artificiale non è un nuovo strumento, ma una nuova materia economica; che l’innovazione non basta più ‘driven’, va resa audace; che senza una nuova architettura di equilibrio tra profitto e impatto, finiremo a celebrare l’innovazione come un fine, non come un mezzo.”

Per questa ragione “il Nobel 2025 non è solo una notizia accademica. È un segnale culturale e manageriale: ci ricorda che crescere non significa solo inventare cose nuove, ma imparare a dismettere quelle vecchie con metodo e coraggio. Partendo dalla discussione dello status quo”, ribadisce Ortenzi. “Le aziende crescono in efficienza grazie all’approccio ‘abbiamo sempre fatto così’, ma innovano solo mettendolo in costante discussione e distruzione. Se il Nobel premia la teoria della distruzione creatrice, oggi serve la pratica della ricostruzione consapevole. E questa, non la farà un algoritmo”.

Ortenzi conclude la sua riflessione con un’immagine particolarmente efficace: “Il mio pensiero va a tutti quelli e quelle CxO, a tutti quegli imprenditori e imprenditrici che ascoltandomi o discutendo dei diversi progetti guardano con sospetto. Ora il premio Nobel è un’arma in più per tutti e tutte coloro che si occupano di Corporate Innovation”.

tedeschi
Gionata Tedeschi presidente di Ingenium

Gionata Tedeschi: Il progresso non nasce dalla tecnologia

“Il Premio Nobel per l’Economia 2025 ci da lo spunto per riflettere su un concetto fondamentale: il progresso non nasce solo dalla tecnologia”, ha scritto sempre su Linkedin Gionata Tedeschi, manager dell’innovazione, founder di startup e da poche settimane presidente di Ingenium, la nuova piattaforma per l’innovazione del Made in Italy. “Il progresso nasce da  da una società che crede nella conoscenza, nella fiducia e nella rigenerazione. Innovare non significa soltanto inventare qualcosa di nuovo, ma creare le condizioni perché il nuovo possa nascere, crescere e migliorare la vita delle persone. E proprio qui che si riconosce il cuore della visione d’impresa: saper guardare avanti senza mai perdere il senso di ciò che facciamo oggi”.

Ernesto Ciorra: Quanto importa dell’innovazione ai CEO?

“Viva il Nobel e chi l’ha vinto, che ci ricorda l’importanza dell’innovazione per creare valore, leadership di mercato e migliori condizioni sociali, nei Paesi in cui accade e dove dunque aumentano la remunerazione pro capite ed il potere d’acquisto delle famiglie!”

Il tono entusiasta di Ernesto Ciorra, figura di riferimento per la corporate innovation in Italia, diventa subito amaro quando il ragionamento si sposta sull’Italia: ”Se penso a quanto poco importa dell’innovazione alla gran parte dei Ceo delle grandi aziende italiane, ho la tara della non lungimiranza dei nostri top manager. Spero di sbagliarmi… Nel frattempo gli stranieri continuano a comprare aziende italiane o loro asset di rilievo e noi continuiamo a perdere i pezzi, mentre diventiamo sempre più dipendenti dalle innovazioni realizzate all’estero, in tutti i settori, nei mercati consumer e business, tecnologici e non…”

Il Nobel per l’Economia 2025 lancia, quindi, un avviso poliedrico: non basta innovare, bisogna farlo qui e ora, con visione e continuità, facendosi carico anche dell’impatto sulle persone, dentro e fuori le aziende. Questo Nobel, in qualche modo, costringe mette manager, imprenditori, leader politici davanti a uno specchio per decidere: vogliamo davvero guardare chi siamo o preferiamo voltarci dall’altra parte? Dalla risposta dipenderà il futuro delle imprese e del Paese, molto di più che da una tecnologia. Il Nobel per l’Economia 2025 non è un premio al passato, ma una chiamata all’azione per chi dice di voler costruire il futuro

guest

0 Commenti
Più recenti Più votati
Inline Feedback
Vedi tutti i commenti

Articoli correlati

0
Lascia un commento, la tua opinione conta.x