Parte il Fondo Nazionale Innovazione: Enrico Resmini amministratore delegato

Cassa Depositi e Prestiti ha nominato il consiglio d’amministrazione di Invitalia Ventures, che diventerà Fondo Nazionale Innovazione. A guidarlo è Enrico Resmini, ex manager Vodafone e partner di Parthenon-EY. Ecco che cosa dovrà fare secondo il decreto dello scorso luglio

Pubblicato il 27 Nov 2019

Enrico Resmini, amministratore delegato di CDP Venture Capital

Parte finalmente il Fondo Nazionale Innovazione, Enrico Resmini è l’amministratore delegato. Un vero e proprio parto. Annunciato in pompa magna lo scorso 4 marzo dall’allora ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, a pochi giorni dalla scadere dei nove mesi prende forma il Fondo Nazionale Innovazione. Cassa Depositi e Prestiti, a cui tocca la gestione, ha designato il team di governo di quello che dovrà essere lo strumento di sostegno del venture capital e dell’innovazione in Italia, con una disponibilità che potrà arrivare fino a 1 miliardo di euro. È la prima volta che una cifra così importante viene impegnata a favore delle startup e quindi siamo di fronte a una svolta nelle scelte di politica economica.

Fondo Nazionale Innovazione, il consiglio d’amministrazione

Amministratore delegato di Invitalia Ventures, che diventerà  Fondo Nazionale Innovazione, è stato designato Enrico Resmini. Con lui in consiglio d’amministrazione siedono Pierpaolo Di Stefano, Marco Bellezza, Isabella de Michelis di Slonghello, Lucia CalvosaAntonio Margiotta. Dopo le fibrillazioni delle ultime ore nel microcosmo del venture capital italiano, le nomime hanno prodotto un forte disorientamento anche perché gran parte dei nomi sono poco conosciuti tra i professionisti del settore. Certamente nelle prossime settimane si cercherà di conoscere e comprendere meglio i loro profili.

Chi è Enrico Resmini, amministratore delegato del FNI

Enrico Resmini, 51 anni, nato negli Stati Uniti (Oakland), una laurea in ingegneria aereonautica al Politecnico di Milano e MBA all’Insead, è un manager cresciuto in McKinsey e formato alla scuola di Vittorio Colao, con cui ha lavorato in Vodafone, dove è entrato nel 2012 e si è occupato di strategia, ultrabroadband, progetti di trasformazione aziendale ed è stato presidente della Fondazione. Da gennaio 2019 era MED Leader di Parthenon, la boutique consulenziale di EY.

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Che cosa deve fare il Fondo Nazionale Innovazione

Promesso subito le elezione del marzo 2018, annunciato nel marzo 2019, il Fondo Nazionale Innovazione dal luglio 2019 è stato definito in un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale che ne stabilisce le regole:

  1. Il FNI investe come “fondo di fondi” in fondi di venture capital gestiti da società autorizzate da Banca d’Italia o direttamente in startup e/o piccole e medie imprese
  2. Il FNI investe anche in co-investimento con investitori privati indipendenti, nella misura del 30%
  3. Il decreto prevede interventi in regime di esenzione (aiuti di stato), con apporto di co-investitori privati per il 10, 40 o 60%, con limite max di 15 milioni di euro per pmi
  4. Il decreto consente investimenti in società quotate fino al 15%
  5. Il decreto prevede risorse pari a 310 milioni di euro + almeno il 15% degli utili derivanti dalle società partecipate dal MEF, poi modificato in sede di conversione nella misura massima del 10%

Atteso per cosi tanto tempo, il Fondo Nazionale Innovazione ha generato grandi aspettative. Adesso c’è da correre per recuperare il ritardo: il 2020 sarà l’anno della verità.

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