Non c’è trasformazione digitale senza Telco forti e dinamiche

La connettività è necessaria per la quarta rivoluzione industriale. Ma il settore Tlc perde fatturato. Adesso ha di fronte due sfide: evitare guerre di prezzo e accelerare nei nuovi mercati digitali. Con una corretta governance garantita dalle Authority

Pubblicato il 25 Giu 2018

Rete 5G

Società connessa. Internet delle Cose. Industria 4.0. Intelligenza Artificiale, Blockchain. In una sola espressione: rivoluzione digitale. Ma che cosa c’è alla base della quarta rivoluzione industriale che sta trasformando tutti i business in digital business? La connettività, sempre più potente e sempre più diffusa. E chi sono i fornitori di connetività? Le aziende delle telecomunicazioni che, quindi, sono sempre più strategiche per il Paese, per la sua crescita e la sua competitività.

Sono le Telco l’infrastruttura necessaria per la vita digitale di cittadini e imprese. Basti pensare adesso alle incredibili potenzialità del 5G. Eppure il settore sembra in decrescita.

Il paradosso sta in numero: le Telco hanno perso più del 25% di fatturato negli ultimi 10 anni! Questa dinamica negativa è riconducibile a due cause. Una endogena al settore: la riduzione dei prezzi dei servizi su reti fisse e mobili, particolarmente evidente in Italia (meno 43% secondo l’ultimo Osservatorio Agcom). E una esogena: gli Over The Top (Google, Facebook, ecc.) hanno saputo occupare velocemente fette importanti dei nuovi mercati digitali abilitati dalle reti.

DUE SFIDE PER LE TELCO

Per le Telco è un momento decisivo perché si trovano di fronte a due sfide importanti.

  1. Sarà sempre più necessario puntare sulla qualità del servizio (in senso lato, non solo per quanto riguarda la capacità di banda), anche per evitare di proseguire su una guerra dei prezzi che rischia di depauperare ulteriormente un settore così strategico per il futuro del Paese e della sua economia.
  2. C’è da ritrovare un ruolo per giocare una propria partita nei nuovi mercati digitali, senza “copiare” gli Over the Top ma sfruttando sapientemente i propri asset (che non sono pochi – rete, clienti, sistema di billing, capillarità distributiva, customer care, ecc.) e allargando anche i propri tradizionali perimetri di business con acquisizioni e partnership. Anche perché questi nuovi mercati hanno anche in Italia tassi di crescita molto elevati: cloud (+ 18%), internet of things (+ 32%), big data (+ 22%), digital media a pagamento (+25%).

UNA GOVERNANCE PER LA TRASFORMAZIONE DIGITALE

Un corretto sviluppo della quarta rivoluzione industriale però può essere garantito solo da una corretta governance. Sull’economia digitale occorre un’importante azione di tutte le authority, da Agcom ad Antritust e Privacy. Solo attraverso una concertata e integrata visione del mercato si riuscirà infatti a comprendere realmente le implicazioni della trasformazione digitale in atto e mettere a punto un adeguato quadro regolatorio.

L’obiettivo deve essere chiaro e condiviso: da una parte consentire una crescita – veloce e sana – dei mercati digitali (sia quelli attuali che quelli che devono ancora essere inventati), garantendo la tutela di tutti gli stakeholders in gioco, dall’altra, favorire lo sviluppo coerente dell’infrastruttura portante dell’economia digitale, cioè il settore delle telecomunicazioni.

È un tema strategico di politica economica che, quindi, dovrebbe entrare tra le priorità di ogni governo che abbia a cuore la crescita del Paese e il suo futuro.

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Andrea Rangone, presidente Digital360
Andrea Rangone, presidente Digital360

Da oltre due decenni attento osservatore e analista delle tecnologie digitali e dei processi di trasformazione digitale, è co-founder degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano e del gruppo Digital360

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