POLITICA & INNOVAZIONE

La Germania fa sul serio sull’innovazione: piano da 30 miliardi per le startup

La Germania scommette sulle startup. Il ministro dell’Economia e del Clima ha presentato un piano che prevede la costituzione di uno speciale “Fondo pubblico per il Futuro” da 10 miliardi che dovrebbe mobilitare fino a 30 miliardi di capitale pubblico e privato al 2030

Pubblicato il 08 Giu 2022

Photo by Christian Wiediger on Unsplash

La Germania scommette sulle startup. Il ministro dell’Economia e del Clima, Robert Habeck, ha presentato un piano che prevede la costituzione di uno speciale “Fondo pubblico per il Futuro” da 10 miliardi il quale, abbinato ai fondi privati, dovrebbe mobilitare fino a 30 miliardi di capitale pubblico e privato al 2030 destinato alle startup nei seguenti settori: tecnologia climatica, intelligenza artificiale, tecnologia quantistica, idrogeno, medicina, mobilità sostenibile, bioeconomia ed economia circolare. Come riporta “Il Sole 24Ore”, la forza lavoro delle startup tedesche dovrebbe così aumentare da 415.000 dipendenti nel 2020 a 974.000 per il 2030. 

L’innovazione in Germania

La Germania è da decenni un luogo di tecnologia e innovazione che crede nell’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo da parte delle imprese, dello Stato e delle Università. In questo contesto le startup sono considerate la base per la crescita economica, creano nuovi posti di lavoro e favoriscono la competitività e l’innovazione nell’economia. La Germania ospita un gran numero di startup.

Secondo il German Startup Monitor (2021) il Nord Reno-Westfalia (Land delle città di Düsseldorf e Colonia) ha registrato la più alta concentrazione di nuove imprese nel 2020, seguito da Berlino e Baden- Württemberg (Stoccarda). Altre regioni con grande densità di startup sono la Baviera (Monaco), la Bassa Sassonia (Hannover) e Amburgo. Anche città più ad est come Dresda e Lipsia diventano sempre più importanti poli di attrazione per la giovane imprenditoria.

I settori più rappresentati nella scena delle startup tedesche sono secondo il Monitor quelli dell’informazione e della comunicazione, il medico-sanitario e quello alimentare e dei beni di consumo. Seguono le industrie automobilistica e logistica, il settore bancario e assicurativo, quello edile ed immobiliare.

Le startup tedesche mostrano anche un alto grado di internazionalità. In particolare, a Berlino e Monaco circa il 28% dei dipendenti proviene dall’estero, mentre ben il 21,6% dei fondatori possiede un background migratorio.

Nella prima metà del 2021, le startup tedesche hanno raccolto 7,6 miliardi di euro, più che nell’intero 2020.

Come funziona il piano della Germania per le startup

Il piano è costituito da un ampio ventaglio di interventi, in un mix di nuove misure e vecchi strumenti rispolverati, per migliorare l’accesso delle start up al mercato dei capitali, per alleggerirne il trattamento fiscale (esonerando questo tipo di capitale di rischio dall’IVA), per facilitarne la partecipazione agli appalti pubblici, per liberalizzarne i contratti di lavoro al fine di poter assumere più facilmente anche dall’estero. Il progetto intende anche aumentare la partecipazione delle donne nelle start-up tedesche, al momento decisamente sottodimensionate e sottofinanziate rispetto agli uomini.

L’obiettivo dichiarato del ministero è essenzialmente uno: fare in modo che le start-up trovino velocemente i capitali, i finanziamenti e il personale specializzato di cui hanno bisogno.

La strategia dirompente di Habeck punta innanzitutto ad attingere risorse finanziarie dall’enorme bacino di liquidità nei portafogli delle compagnie di assicurazione e dei fondi pensione: una percentuale fissa minima potrà in futuro essere destinata al capitale di rischio per le start-up.

Questo consentirà di ampliare, e molto, la liquidità disponibile per il venture capital in Germania che al momento è dominato da i fondi statunitensi. Le dimensioni dei fondi tedeschi specializzati negli investimenti nel capitale di rischio sono limitate. La strategia di Habeck conta anche sulle risorse note e già disponibili della KfW (la Cdp tedesca) e del fondo Fei della Bei.

Tra le altre misure, il ministero mira a facilitare la partecipazione delle start-up agli appalti pubblici, che a livello federale, regionale e comunale ammontano a 100 miliardi circa l’anno. «Il 10% degli appalti pubblici dipende dall’innovazione e quindi ha bisogno della partecipazione delle start-up che sarà facilitata in futuro», si legge nella bozza del documento.

Altri interventi propongono la sburocratizzazione nell’avvio e nelle IPO delle start-up, con sgravi fiscali ad hoc come quelli che piacciono a Christian Lindner, ministro delle Finanze liberale e leader dell’Fdp.

«Queste giovani imprese sono motori del dinamismo economico e del rinnovamento. Sviluppano nuovi mercati, sfidano le aziende consolidate e stimolano la concorrenza. Le start-up sono quindi importanti per la crescita e la competitività a lungo termine della nostra economia», si legge nel documento.

Le prime reazioni tra gli addetti ai lavori che hanno studiato la bozza della strategia sono state positive. Il documento ha già avuto l’approvazione del presidente dell’Associazione tedesca delle start-up Christian Miele: «il progetto stabilisce le giuste priorità per migliorare le condizioni del mercato delle start-up in Germania». La Start-up Verband vede con favore le novità introdotte nel mercato del lavoro, per velocizzare e facilitare le assunzioni dall’estero. Secondo Miele, va invece ulteriormente migliorata la riforma che intende facilitare la partecipazione dei dipendenti nel capitale delle start-up.

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