Gruppo Marcegaglia, come funziona una “fabbrica 4.0”

Il player mondiale nella trasformazione dell’acciaio è stato pioniere in Italia dell’Industry4.0: nel 2009, in partnership con Cisco, ha avviato un processo di riconversione digitale degli stabilimenti di Ravenna e Casalmaggiore con navette e sistemi di stoccaggio totalmente automatizzati. In questo modo ha aumentato la sicurezza e migliorato la produzione

Pubblicato il 24 Gen 2017

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Un esempio di “azienda connessa”? Il Gruppo Marcegaglia. Tra i player mondiali nella trasformazione dell’acciaio, ha avviato dal 2009 un progetto di automazione industriale a fronte dell’ampliamento dei due stabilimenti di Ravenna e Casalmaggiore, per un investimento complessivo di 250 milioni di euro.

Connected Factory, la fabbrica del futuro di Marcegaglia

Connected Factory, la fabbrica del futuro di Marcegaglia

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Una visione lungimirante: oggi l’automazione industriale è uno degli elementi chiave dell’Industria 4.0, processo che porterà alla produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa. Ma già cinque anni fa il Gruppo, che opera dall’Italia a livello globale attraverso 43 stabilimenti distribuiti sul territorio nazionale e internazionale, aveva deciso che, per ottenere il massimo dei risultati, i nuovi impianti di produzione dovevano essere corredati di sistemi automatizzati. La sfida ruotava intorno a tre nodi principali: allestire un’architettura di rete, cablata e wireless, in grado di assicurare l’efficienza degli impianti automatizzati; ottimizzare produttività e logistica attraverso sistemi automatici di stoccaggio prodotti finiti e movimentazione coils; garantire altissimi livelli di affidabilità e sicurezza negli stabilimenti

Per questo il Gruppo Marcegaglia ha adottato la soluzione Cisco Connected Factory negli stabilimenti di Ravenna e Casalmaggiore. Essendo dedicati ad attività differenti, altrettanto diversi sono i device e i sistemi attualmente installati. Nell’impianto emiliano, specializzato in trattamento e nobilitazione dei cosiddetti coils, ossia delle gigantesche bobine di acciaio, ha iniziato a viaggiare una flotta di veicoli a guida automatica. Navette che si occupano del trasporto di materiale tra gli impianti di lavorazione e i punti di carico per la spedizione finale. All’interno dello stabilimento di Casalmaggiore, dedicato invece alla produzione di tubature, Marcegaglia e Cisco hanno messo in piedi un sistema di carriponte intelligente e automatizzato, che effettua lo stoccaggio dei pacchi di tubi raccolti direttamente dagli impianti di produzione, movimentandoli fino all’area dove avviene il caricamento sugli automezzi di trasporto

“La scelta tecnologica del Gruppo Marcegaglia – dice Michele Dalmazzoni, Collaboration and Industry Digitization Leader di Cisco Italia – dimostra in modo evidente che dotarsi di una infrastruttura digital ready sia un requisito primario per mantenere la leadership ed essere competitivi nell’era digitale. Quando parliamo di digitalizzazione parliamo di un fenomeno che interessa tutto l’ecosistema industriale: non solo la fabbrica – prosegue Dalmazzoni – in cui si realizza una integrazione tra tecnologie IT e operative – ma anche tutta la sua supply chain e tutto ciò che riguarda i processi post- produzione, dalla distribuzione alla fornitura di servizi post vendita. Una infrastruttura di rete flessibile, potente e sicura è la base che permette di creare servizi digitali innovativi e trasformare i modelli di business ed i processi: è ciò che consente di avere disponibilità di dati e applicazioni e di utilizzarli in tutta la filiera. Infatti il Gruppo Marcegaglia dotandosi di una infrastruttura Connected Factory ha potuto sia ottimizzare nel suo insieme l’automazione di impianto, sia realizzare servizi di logistica avanzata”.

I benefici della scelta: abbattimento dei rischi di errore umano, massima visibilità del funzionamento degli impianti, ottimizzazione di produzione e gestione del magazzino, miglioramento della sicurezza fisica per il personale e di quella IT per impianti e dispositivi connessi.

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