Consigli di lavoro

Dieci modi per diventare il lobbista di Google a Bruxelles

Marco Pancini, Public Policy Counsel di BigG in Europa, ripercorre la sua carriera: da avvocato di una startup a eBay fino al re dei motori di ricerca. E regala agli startupper pillole di saggezza su come affrontare i colloqui di lavoro o destreggiarsi tra mansioni “strane”. Con un punto fermo: non aver paura di cambiare vita

Pubblicato il 16 Giu 2015

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Marco Pancini, Public Policy Counsel di Google a Bruxelles

Marco Pancini, Public Policy Counsel di Google a Bruxelles, è stato di recente ospite di HiTalk presso Luiss Enlabs, incubatore di startup a Stazione Termini a Roma. HiTalk consiste in una serie di incontri pubblici con personaggi provenienti dai mondi più disparati in grado di ispirare e stimolare le menti dei giovani aspiranti startupper.

Romano di nascita, classe 1972, Pancini, che è in sostanza una delle “voci” italiane in rappresentanza di BigG in Europa, ha raccontato in estrema sintesi la sua carriera, dagli inizi da avvocato per una startup, al passaggio in Ebay fino all’incontro determinante con Google. Ecco uno (scherzoso) decalogo che abbiamo ricavato dalle sue parole: i dieci modi per diventare il lobbista di Google a Bruxelles.

Non aver paura di cambiare completamente vita – “Quando ho sentito del giovane avvocato ucciso al Tribunale di Milano sono rimasto molto colpito: avrei potuto essere io. Invece io quel giorno ero a Bruxelles per Google, il mio lavoro attuale. E questo perché 15 anni fa ho scelto di cambiare vita. Oggi posso dire che è stata la scelta giusta”.

Avere prontezza di riflessi ai colloqui di lavoro – “Nel 2000 ho fatto la scelta piuttosto folle di fare il consulente legale per una startup, iBazar, primo sito europeo di aste online. Quando mi presentai al colloquio, il Ceo mi mise in mano un contratto e mi disse: “Controlla che vada bene, lo devo firmare tra 40 minuti”. Pensavo fosse un test, comunque lo controllai e lo consegnai con qualche correzione. Assunto”.

Non pretendere paghe stratosferiche al primo impiego – “Guadagnavo l’equivalente di circa 500 euro al mese, più le feste. Perché all’epoca ogni volta che qualcuno fondava una società si faceva una festa”.

Avere il coraggio di fare cose che a tuo padre potrebbero sembrare strane (ma non lo sono) – “Per iBazar mi dovevo occupare di tutto, anche di cose oggettivamente bizzarre. La prima pubblicità la girammo a Roma con Platinette, che a un certo punto voleva tuffarsi nella fontana di Piazza Farnese. Da consulente legale lo sconsigliai caldamente. Si presentò poi un’altra questione più delicata: iBazar finì sotto accusa per caricamento di contenuti pedo-pornografici. Ovviamente erano stati caricati online in modo del tutto indipendente dalla nostra volontà e gestione. Questo però servì a mettere un punto fermo sulla giurisprudenza in materia, ovvero a stabilire che su Internet ogni utente è responsabile dei propri contenuti. Da allora mio padre non ha smesso di chiedermi quando mi trovo un lavoro serio”.

Farsi cercare da Google e non viceversa – “Il gruppo di fondatori di iBazar cominciò a comprarsi tutti i domini Internet di Ebay. Molto pragmaticamente Ebay, invece di trattare sul prezzo per avere i domini, si comprò iBazar. Così cominciai a lavorare per Ebay: dal 2002 al 2007 sono stato Head of legal and Trust and Safety. Fu allora che decisi che non avrei mai fatto più l’avvocato. È stata Google a cercarmi dopo aver individuato il mio profilo su Linkedin e dopo che colleghi avevano parlato di me a dirigenti di BigG”.

Non rifiutare mai un’offerta di lavoro che non ci è stata fatta “Al colloquio di lavoro per entrare a Google mi chiesero: abbiamo due posti liberi, uno da consulente legale e uno da lobbista. Quale pensi sia il più adatto per te? Questo mi colpì piacevolmente, perché in genere sono le aziende a dirti cosa dovresti fare. Invece solo noi possiamo sapere dove saremo in grado di dare il meglio”

Non offendersi se il Paese che ci ospita non ci apprezza del tutto – “Vivo in Belgio, ho l’etichetta dell’emigrante. Con gli altri italiani facciamo a gara a farci mandare le mozzarelle dall’Italia, per poi vantarci della loro bontà. D’altra parte noi italiani siamo apprezzati dai belgi per come ci vestiamo”.

Rendersi conto che a volte invece di una volontà di acciaio serve lo spirito di una piuma

Rendersi conto che l’innovazione è ovunque – “Ho incontrato grandi conservatori in Silicon Valley e fantastici innovatori in Molise”.

Accettare il fallimento – “Gli americani lo sanno: per arrivare a far bene è necessario sbagliare prima. Perciò nessuno si stupisce se una startup fallisce e l’imprenditore ne crea un’altra il giorno dopo. Però attenzione: mai fare errori così gravi da non riuscire più a giocare”.

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