Entrare in un bar e non trovare nessun prodotto leggero. Dire no a prelibatezze della gastronomia made in Italy per mantenere la linea. Almeno una volta a tutti, anche senza essere a dieta, è capitata un’esperienza del genere. Per rendere la vita più facile a chi ha bisogno di mangiare cibi non pesanti e senza troppi carboidrati è nata una startup: Low Carbelicious Food. O più semplicemente, Low Carb Food.
L’azienda, che ha sede a Padova ed è stata fondata nel 2014, produce alimenti con bassi livelli di carboidrati e grassi proponendo ricette che si ispirano alla tradizione made in Italy. La sfida è quella di realizzare cibi dal gusto piacevole e, allo stesso tempo, soddisfare l’esigenze di chi vuole ridurre il livello di zuccheri nella propria alimentazione oppure è soggetto a picchi glicemici.
Verrebbe da pensare che a lanciare questo progetto siano stati un gruppo di chef o di nutrizionisti. Invece no. Gli ideatori di Low Carb Food sono un gruppo di sei amici, tra i 33 e i 50 anni, con un background professionale completamente diverso. La squadra è composta da un avvocato, un esperto di economia, tre ingegneri e un umanista. I loro percorsi si sono incrociati sui banchi di un executive mba in una scuola di formazione imprenditoriale e manageriale: la Cuoa Business School, l’istituto vicentino nato nel 1957 e guidato da giugno 2013 da Matteo Marzotto, uno dei nomi più noti dell’imprenditoria “made in Veneto”.
“Eravamo in un punto particolare della nostra carriera”, racconta a EconomyUp Alberto Bressan, 34 anni, co-fondatore della startup. “Era il 2013. Cinque su sei erano lavoratori
dipendenti e sentivamo il bisogno di fare qualcosa di nostro che ci permettesse di esprimere meglio la nostra personalità. Nel Nordest, da quando hai 3 anni, cresci con la voglia di fare impresa. E in un posto come il Cuoa, sviluppare la vocazione imprenditoriale è ancora più facile: ci ha dato competenze, contatti, informazioni tecniche e persino una psicologa-motivatrice. Probabilmente, senza la scuola non ce l’avremmo fatta”.
Così, durante il master, approfittando dell’obbligo didattico di concepire un progetto imprenditoriale sostenibile, il team – formato da persone provenienti da Veneto, Lombardia e Toscana – si mette intorno a un tavolo e comincia a buttare giù idee di impresa realizzabili e a votarle per alzata di mano.
“Siamo partiti da una sorta di manifesto. Ci siamo chiesti: perché lo stiamo facendo? Siamo convinti che si possa fare qualcosa di buono al di là del business? Quali sono i valori alla base di un’impresa?”.
Dandosi una risposta a queste domande e impegnandosi a non progettare uno spinoff delle aziende per cui lavoravano, i sei hanno creato un business plan per un’azienda attiva in un settore – il cibo – che nessuno conosceva direttamente.
“Abbiamo notato che c’era un grosso bacino di consumo per prodotti a basso contenuto di carboidrati e zuccheri: persone che vogliono fare attenzione alla linea, in sovrappeso, diabetici e pre-diabetici. In Italia, il 10% della popolazione è affetta da problemi di diabete”, spiega Bressan.
La scommessa dei fondatori è quella di sostituire carboidrati e grassi, almeno in parte, con proteine, fibre e vitamine, riuscendo comunque a produrre cibi dolci e salati buoni al palato. “Se un alimento leggero non ha un sapore piacevole, viene vissuto come una costrizione”, dice il fondatore.
“Noi invece siamo riusciti a creare prodotti – per il momento biscotti, taralli e ‘quadrotti’ ma sono in lavorazione anche cioccolatini, muffin e altre specialità – che hanno il 90-95% di carboidrati in meno rispetto a quelli tradizionali ma con un gusto non compromesso. Per arrivare a questo risultato, abbiamo lavorato allo sviluppo del prodotto per due anni, anche nei weekend”.
La società, che si è totalmente autofinanziata, ha cominciato le vendite dal primo marzo, per il momento solo online. Ma sta per chiudere – annuncia Bressan – dei contratti con tre retailer specializzati in prodotti alimentari made in Italy. L’obiettivo è di non passare per la gdo, ma solo per i canali alternativi e di iniziare la distribuzione dall’Europa per poi passare ad altre aree come il Medio Oriente.
Quanto a Expo, il fondatore lo considera “un acceleratore di visibilità, soprattutto per l’Italia. Ma per noi, oggi, è più facile e dà maggiore garanzia di risultato essere distribuiti nel punto vendita giusto piuttosto che passare da un evento come questo, che può essere anche un bel boomerang”.
Ora, l’azienda sta per iniziare la fase 2.“Ci serviranno un magazzino come hub logistico e un capannone per la produzione. A quel punto ci rivolgeremo al mercato dei capitali, ma puntando più sul debito che sui venture capital: hai meno teste che vogliono gestire la tua azienda. Nel nostro cda ci sono tre persone e non ci siamo dati etichette. Lo sviluppo è diverso da quello classico di una startup: ecco perché preferiamo semplicemente essere un’impresa”.
Oltre a realizzare prodotti dal basso contenuto di zuccheri e carboidrati, Low Carb Food vuole posizionarsi sul mercato anche come azienda etica ed ecosostenibile. Il packaging degli alimenti è prodotto con materiale di riciclo alimentare (noccioli di olive, bucce d’arancia) che riduce del 20% la carbon footprint. E il 5% dell’utile è donato ad associazioni che si prendono cura di chi è in difficoltà. La prima è il Villaggio SOS Vicenza, con cui l’azienda ha deciso di sostenere l’apertura di un panificio che permetta ai bambini e ai ragazzi ospiti del centro di dedicarsi a un’occupazione che li aiuti a inserirsi nel mondo del lavoro. È previsto che il panificio apra nel prossimo autunno a Vicenza in piazza delle Erbe.