PSD2

L’Open Banking per le PMI: vantaggi e opportunità

Grazie all’aggregazione dei dati, l’Open Banking permette alle PMI di visualizzare la loro posizione finanziaria, di gestire operazioni finanziarie in maniera più semplice e veloce e può anche migliorare la valutazione del merito creditizio

Pubblicato il 10 Nov 2022

Microsoft Copilot (Immagine di Golden Dayz da Shutterstock)

L’Open Banking è un concetto relativamente nuovo, specialmente per quei soggetti che potrebbero trarne benefici concreti – a partire dalle PMI: è il risultato di una direttiva europea del 2016, la Payment Solutions Directive (PSD2), recepita in Italia solo nel 2019.

La prima PSD risale invece al ben lontano 2006. Da allora, le banche si sono attrezzate senza particolare slancio per condividere i dati sulle transazioni bancarie dei clienti con le fintech, le società che si occupano di servizi finanziari. Ora gli istituti di credito sono obbligati per legge a condividere le transazioni bancarie dei loro clienti.

Open Banking, cos’è e quali sono le figure coinvolte

Il concetto alla base delle menzionate direttive europee è semplice: i dati bancari non sono della banca che li detiene e li tratta, ma del titolare del conto corrente. Dietro il suo consenso possono pertanto essere condivisi con terzi. Ciò è reso possibile grazie a un nuovo attore dello scenario fintech europeo, l’AISP (Account Information Service Provider). Quest’ultimo fornisce servizi a valore aggiunto, quali:

  • l’accesso alle informazioni da parte degli intestatari dei conti;
  • la possibilità di vedere le visualizzazioni aggregate dei conti, ossia lo stesso soggetto può visionare in un’unica schermata le transazioni registrate in più conti correnti aperti in più banche;
  • strumenti per l’analisi in tempo reale dell’andamento di ciascun conto;
  • l’introduzione di controlli automatici;
  • ulteriori trattamenti personalizzati dei propri dati bancari, come le riconciliazioni contabili.

Attraverso i PISP (Payment Initiation Service Provider), gli intestatari dei conti possono poi effettuare disposizioni secondo modalità automatizzate sui diversi conti correnti aperti.

Tutto questo si traduce in nuove opportunità per il business, specialmente per le piccole e medie imprese: dal miglioramento dei processi interni e delle attività di controllo fino all’incremento dell’efficienza operativa, la riduzione di errori manuali e la gestione potenziata della tesoreria aziendale.

I benefici dell’Open Banking per le PMI

Come accennato, le piccole e medie imprese che si avvalgono dell’Open Banking hanno la possibilità di visualizzare la loro posizione finanziaria aggregata – se titolari di conti correnti in più istituti bancari – e di automatizzare il download di dati finanziari, integrandoli con il sistema gestionale in uso in azienda e mitigando così il rischio di errore legato ad attività ricorsive – anche nel caso di titolarità di pochi conti correnti. L’aggregazione delle registrazioni bancarie secondo criteri personalizzati consente poi di gestire in modo efficace i costi e i ricavi desumibili dalle informazioni finanziarie.

In seconda battuta, la visibilità in tempo reale sulle registrazioni contabili può migliorare la valutazione del merito creditizio assegnato alla PMI. Infatti, monitorare in real time l’andamento effettivo della liquidità dell’impresa indica il grado di solvibilità reale e puntuale dell’azienda stessa, riducendo il rischio finanziario o di inadempienza agli obblighi contrattuali assunti o ceduti. In cambio, la PMI godrà di un accesso più veloce al credito, prodotti personalizzati e tassi d’interesse inferiori.

Inoltre, l’Open Banking ottimizza le competenze umane e il tempo. “Dall’aggregazione dei conti effettuata da un software, si ottiene un risultato più preciso e veloce rispetto a unire manualmente i conti correnti su un foglio Excel. Anche scaricare i dati è più semplice. Al contempo, si hanno sicurezza e certezza del dato”, spiega Davide Solbiati, CTO e Compliance Manager di CrescItalia.

Le opportunità dell’Open Banking per le PMI

Per le piccole e medie imprese del tessuto imprenditoriale italiano, tutto questo si traduce in benefici concreti. L’Open Banking permette di disporre in modo telematico delle movimentazioni bancarie, che poi possono essere aggregate, valutate e impiegate per migliorare la tesoreria aziendale. Diventa possibile, poi, effettuare riconciliazioni, ossia l’abbinamento tra le evidenze contabili (come una fattura) e quelle bancarie (il pagamento della fattura stessa). “L’automatizzazione ha il solo limite della fantasia dell’utente”, chiosa Solbiati.

Dopo aver aperto l’accesso ai dati bancari, l’Open Banking conduce anche all’apertura delle API (Application Programming Interface), consentendo a terzi o banche di avviare pagamenti automatici per conto delle PMI e attuando così una gestione integrata della liquidità. Un cambiamento che consentirà di creare casi d’uso guidati dai Payment Initiation Service Providers (PISP), i quali possono fornire servizi per semplificare i pagamenti tra aziende, avvalendosi dei pagamenti in tempo reale e dei dati da essi derivati. Una funzione che può essere offerta come soluzione per la gestione dei conti correnti e dei crediti, ottimizzando il capitale circolante.

Aggregare tutti i dati in un’unica dashboard permette di monitorarli e gestirli in modo digitale, oltre che di compensare i conti in attivo con quelli in passivo, senza ricorrere a richieste di finanziamento inutili e costose. “Si corre così un rischio inferiore di avere un conto scoperto e di pagare le commissioni di massimo scoperto, a cui invece si può far fronte ricorrendo alla liquidità già presente su un altro conto corrente aziendale”, illustra Solbiati.

La soluzione di CrescItalia per l’Open Banking

Le PMI possono rivolgersi alla fintech italiana CrescItalia per un accesso alla liquidità alternativo e complementare a quello bancario – ad esempio attraverso la cessione del credito – con l’impiego della sua piattaforma proprietaria. Integrabile con i sistemi operativi delle PMI cedenti, delle aziende debitrici e delle banche, la piattaforma di CrescItalia automatizza e traccia tutte le operazioni, garantendo compliance e trasparenza.

Se l’azienda, grazie all’Open Banking, concede l’autorizzazione a CrescItalia di accedere ai suoi conti correnti, quest’ultima è in grado di offrire condizioni migliori per ottenere liquidità, perché ha una conoscenza reale e precisa del cliente stesso con la garanzia di massima sicurezza. Facciamo un esempio pratico: il titolare del contro corrente può disabilitare l’accesso a taluni conti su cui sono registrate operazioni riservate – come gli stipendi o le vendite in Europa – e dare visibilità solo ad altri conti, quali le vendite in Italia, o gli incassi dai clienti. La piattaforma, in questo modo, riduce il rischio operativo intrinseco nelle attività della PMI.

“Alcune PMI utilizzano la piattaforma di CrescItalia per aggregare i loro numerosi conti correnti e vederli in modo unico e accentrato, differenziati per funzioni aziendali, grazie alla nostra piattaforma sviluppata internamente”, racconta Solbiati. In questo modo, CrescItalia fornisce un sistema agile ed efficiente di gestione della tesoreria – dietro pagamento di una fee – al fine di fidelizzare le aziende e mettere a loro disposizione i suoi servizi.

Solbiati conclude: “La PSD2 sarà presto sostituita dalla PSD3, ma l’Italia è rimasta indietro nella sua implementazione. In parte per un approccio diffidente delle PMI, che non hanno valutato a fondo i benefici della direttiva, in parte per una titubanza delle banche a pubblicizzare la possibilità di scaricare i dati bancari e, infine, a causa del vizio italiano di rinviare sempre per quanto possibile. Ora i tempi sono maturi per l’Open Banking, perché le PMI hanno bisogno di finanziamenti e chi li eroga ha bisogno di mitigare il suo rischio operativo. Un risultato che può ottenere facilmente appoggiandosi ai dati condivisi attraverso l’Open Banking”.

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Redazione EconomyUp
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