L’ANALISI

Insurance Inclusion: come vincere la sfida delle competenze in una industry che cambia



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L’insurance inclusion rappresenta una doppia sfida economica e sociale. Per metterla in pratica servono nuove competenze. Se ne parla il 18 settembre a un evento di Italian Insurtech Association a Roma

Pubblicato il 11 set 2025

Simone Ranucci Brandimarte

Presidente Italian Insurtech Association



Insurance Inclusion
Insurance Inclusion

Per il settore assicurativo, l’insurance inclusion rappresenta oggi una doppia sfida: economica e sociale. Economica, perché significa aprire nuove aree di mercato ancora in larga parte inesplorate, rispondendo ai bisogni di protezione di famiglie e imprese che oggi non trovano soluzioni adeguate. Sociale, perché includere equivale a realizzare la missione originaria dell’assicurazione: diffondere la protezione e rafforzare la resilienza del sistema Paese.

La digitalizzazione è la premessa indispensabile per affrontare questa sfida. Solo l’integrazione delle tecnologie nei modelli di business permetterà infatti di disegnare un’offerta più personalizzata, flessibile e accessibile, capace di adattarsi al bisogno del momento e di incontrare le aspettative di una nuova generazione di utenti. Intelligenza artificiale, blockchain, sensoristica e modelli predittivi stanno già trasformando dall’interno il settore, abilitando un salto di paradigma che riguarda non solo i prodotti, ma anche le persone e le competenze che li rendono possibili.

Questa evoluzione porta con sé una sfida decisiva che intreccia due dimensioni: i talenti e le competenze. Il Report Competenze elaborato da Italian Insurtech Association ha stimato che entro il 2025 il settore assicurativo italiano dovrà inserire oltre 20mila nuove figure professionali con competenze digitali e tecnologiche. Data scientist, esperti di AI, sviluppatori: profili scarsi sul mercato, al centro di una competizione globale. È la dimensione assicurativa della cosiddetta War for Talent, che non riguarda più soltanto le big tech, ma ogni comparto investito dall’innovazione.

Insurance Inclusion: 3 strategie

Per rispondere a questa sfida, Italian Insurtech Association propone tre direttrici strategiche, trasformandole in linee guida concrete da sviluppare attraverso la collaborazione con istituzioni, scuole, università e operatori di mercato.

1.Attrarre nuovi talenti

      È imperativo rendere il settore assicurativo un approdo desiderabile per i giovani: per riuscirci, occorre trasmettere loro la consapevolezza che entrare in questo mondo significa contribuire a una missione di valore sociale, partecipare alla costruzione di modelli di protezione più inclusivi e moderni, favorire la resilienza delle famiglie e delle imprese. Accanto a una narrazione nuova, servono anche strumenti concreti: organizzare roadshow nelle università italiane per presentare agli studenti – non solo economici, ma anche scientifici e umanistici – le opportunità offerte dal settore, e ampliare il numero di stage curriculari presso compagnie, broker e startup insurtech. Due leve fondamentali per avvicinare i giovani, favorire l’incontro con il mercato e mostrare la vitalità di un settore in trasformazione.

      2. Investire nella formazione e nel reskilling

      Non basta attrarre nuove professionalità: è necessario accompagnare chi già lavora nel settore – dalle reti agli uffici centrali – in percorsi di aggiornamento che integrino intelligenza artificiale, digitalizzazione e nuove competenze trasversali. In questa prospettiva, occorre costruire un piano articolato che parta da incentivi statali a sostegno della formazione specifica nelle assicurazioni, così da stimolare imprese e intermediari a investire sul capitale umano. Inoltre, la formazione in intelligenza artificiale deve diventare parte integrante dei programmi di sviluppo delle competenze, perché l’IA non è più un tema sperimentale, ma un pilastro che già oggi ridefinisce processi, modelli di servizio e relazioni con i clienti.

      3. Rafforzare l’educazione assicurativa

      Il deficit culturale che ancora caratterizza l’Italia rende urgente un salto di qualità. Troppi cittadini continuano a percepire la protezione come opzionale o secondaria, anziché come un bene essenziale. Per colmare questo divario occorre partire dalla formazione delle nuove generazioni, rendendo strutturali iniziative che portino le tematiche assicurative nei percorsi educativi. In questa direzione, IIA propone di inserire due ore di educazione finanziaria e assicurativa all’interno delle scuole superiori, così da costruire una consapevolezza di base comune. A questo si possono affiancare corsi di approfondimento dedicati agli studenti che desiderano proseguire nello studio della materia, sostenuti da incentivi statali, così da incoraggiare le scelte formative.

      Verso un ecosistema più inclusivo

      Queste tre direttrici, coordinate e integrate, possono generare un cambiamento strutturale, aprendo la strada a un ecosistema assicurativo più competitivo, inclusivo e innovativo.

      IIA è convinta che, mettendo a punto queste iniziative insieme a istituzioni e operatori di mercato, sarà possibile raggiungere risultati concreti: aumentare l’attrattività del settore per i giovani talenti, rendere l’Italia un polo capace di attrarre investimenti esteri e, soprattutto, rafforzare il ruolo dell’assicurazione come alleato dello Stato nella protezione di cittadini, famiglie e imprese.

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