HANDS ON THE GROUND

Siete pronti a “cuntare” la vostra storia e a farla raccontare ai vostri collaboratori?

“Cuntare”, raccontare, le storie delle persone è importante, soprattutto se queste persone sono parte di un’azienda. Raccontarsi, raccontare il lato umano di un’impresa, richiede consapevolezza e onestà, ma soprattutto coraggio. Per questo mi piace l’idea di Aqcciacunti, un portale per sistematizzare la narrazione

Pubblicato il 10 Nov 2017

storytelling

In siciliano, c’è un modo di dire per chi vuole vivere sereno, lontano da lamenti, facendo del vivere e lasciar vivere una filosofia di vita. “Cuntare”, ossia raccontare, equivale ad ascoltare ma anche, per un siciliano, partecipare emotivamente al “cunto” (al racconto). Dire “a cu c’ha cunti?” (ossia, per voi continentali, a chi la racconti, ciò che dici non mi interessa), frase spesso accompagnato da un gesto eloquente con la mano, è un mix tra ricerca della serenità, disinteresse genuino e sottile cinismo.

Eppure “cuntare”, raccontare le storie delle persone è importante, soprattutto se queste persone sono parte di un’azienda.

Direte, ma perchè la sta prendendo così alla lontana? Perchè mi sono imbattuto in un’iniziativa che credo sia davvero interessante e nuova, in un mercato (come quello dell’innovazione digitale) in cui l’attenzione principale è sbilanciata sulla rilevanza del mezzo tecnico, del servizio e poco, molto spesso, sulle persone e le loro storie

Un luogo virtuale in cui far confluire le storie di un territorio

Due ragazzi (si dice così anche se hanno quarant’anni) hanno creato “Aqciacunti”, un portale/blog/luogo virtuale in cui far confluire le storie che collezionano. L’iniziativa è nata con l’idea di raccontare storie vere di gente vera, sullo stile di Humans of New York, in un territorio. Hanno iniziato con il ricercare facce e storie che hanno qualcosa da raccontare nonostante il colore della pelle, la cultura e i contesti in cui sono immerse.

Coraggiosamente, hanno iniziato in Sicilia, collezionando “cunti” semplici e veri, poi hanno iniziato a studiare un format orientato alle aziende, per raccontare l’organizzazione non solo con i suoi prodotti e i suoi successi, ma con le proprie persone.

Hands on the ground è nato con l’idea di raccontare le vicende personali e dell’azienda in prospettiva molto umana, con i dubbi, le paure, le incertezze dietro i successi e le scelte aziendali. Scelta ampiamente criticata da alcuni e apprezzata da altri. Questo mi ha portato fino a qui, ad EconomyUp. Raccontarsi, raccontare il lato umano di un’impresa, richiede consapevolezza e onestà, ma soprattutto coraggio. L’idea che Aqcciacunti possa sistematizzare questa modalità, rendendola un format replicabile e scalabile, mi piace. E mi piace l’idea di ascoltare la voce delle persone che lavorano con un’organizzazione, senza i filtri o i condizionamenti della comunicazione istituzionale.

Un passo verso la felicità in azienda

Trovare nuovi modi per coinvolgere le persone, per farle sentire parte dell’azienda, per sviluppare l’empatia e il senso di appartenenza sarà cruciale nei prossimi anni, in cui il mercato del lavoro sarà sempre più fluido e distribuito. Rendere partecipi persone che lavorano utilizzando un pc in giro per il mondo, magari al tavolo di una caffetteria e non alla scrivania, sarà una sfida. Riconoscere che le nostre persone non sono solo “capitale umano” ma soggetti con la loro storia dentro e fuori l’azienda è un passo importante verso la “felicità” in azienda. Raccontare questa dimensione, scommettere sull’ascolto, sulla scoperta e sull’incontro credo sia fondamentale per il futuro delle aziende digitali.

Ho deciso di usare Qwince come “cavia” per la definizione del format. Ho chiesto a tre delle persone che lavorano con noi di partecipare. Sono partito dalla mascotte dell’azienda, per arrivare al dipendente n.1 (da libro matricola). Non tutti erano felici di raccontarsi, non tutti forse hanno capito di che si trattava, non tutti credono di aver detto le cose giuste (che poi, quali sarebbero?), eppure credo che sia molto molto meglio di uno spot pubblicitario. Mettere la propria faccia sull’azienda, raccontarne pregi e difetti, punti di forza e di debolezza, non solo con la comunicazione istituzionale o con il viso del front-man, è un valore.

Siete pronti a “cuntare” la vostra storia e lasciarla raccontare ai vostri dipendenti?

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