OPEN WORLD

Ecosistemi di innovazione, dove stanno le Regioni italiane?

La ricerca Startup Ecosystem Stars Awards, che viene presentata a Parigi giovedì 7 dicembre, propone un modello per valutare gli ecosistemi di innovazione più attraenti nel mondo. In Italia ci sono ancora poche scaleup

Pubblicato il 05 Dic 2023

shutterstock_504234490 (1)

Ecosistemi di innovazione e startup sono al centro dell’agenda politica a tutti i livelli (Stato, Regioni, città). Tutti stanno cercando (correttamente) di promuovere e fare crescere il proprio ecosistema. Tuttavia, emergere sulla mappa mondiale dell’innovazione è operazione oltremodo difficile.

Il motivo è molto semplice e risiede nel fatto che il mondo dell’innovazione “non è piatto”, per riprendere l’immagine di Friedman.

Ciò rende difficile ricevere attenzione da parte degli “innovation hunter” (grandi fondi di VC e aziende in primis) che pragmaticamente gravitano intorno ai principali hub dove c’è alta densità di scaleup, capitali e talento. Stiamo parlando di Silicon Valley, Israele e forse un’altra decina di cluster nel mondo.

Ecosistemi di innovazione: un modello per valutarli

Nell’ultima ricerca che presentiamo giovedì 7 dicembre a Parigi in occasione degli Startup Ecosystem Stars Awards (che, organizzati da Mind the Bridge con International Chamber of Commerce, identificano le Regioni e città al mondo che si sono maggiormente distinte nel supportare la crescita dei rispettivi ecosistemi di innovazione) abbiamo modellizzato l’Innovation Ecosystem Life Cicle che rappresenta l’applicazione del ciclo di vita agli ecosistemi locali di startup.

Dopo avere correlato numerose variabili, abbiamo riscontrato come il numero di scaleups in un ecosistema in un dato momento rappresenti la proxy migliore per tracciare lo stadio di sviluppo dello stesso. Con ciò non intendiamo dire che tutte le altre variabili (startup, brevetti, università e centri di ricerca, acceleratori, investimenti e fondi VC, aziende, …) non contino. Semplicemente che la proxy del numero di scaleups fotografa bene il livello di maturità raggiunto da una data regione o città e il suo percorso evolutivo.

Il modello è strutturato in quattro fasi, a loro volta suddivise in un “early” and “late” stage:

  • Standup: 0-75 scaleups
  • Startup: 75-300 scaleups
  • Scaleup: 300-1,200 scaleups
  • Star: 1,200+ scaleups

Gli ecosistemi di innovazione più attraenti del mondo

Ça Va Sans Dire che la curva ha in cima la Silicon Valley (9,642 scaleups).

A distanza troviamo le altre “stelle”: New York City (5,042), Beijing (3,442), Londra (3,227) e Israele (3,055), e, un pò più indietro nella curva, Los Angeles (1,987 scaleups), Boston (1,793), la regione di Parigi (Île-de-France, 1,656 scaleups) e Tokyo (1,485).

Scaleup Stage, le regioni più avanzate

Nove regioni occupano la fase più avanzata dello Scaleup Stage. Tra queste Seoul, Toronto e Bangalore sono le aree a maggiore densità e crescita (con circa 1,100 scaleups ciascuna), mentre più indietro (con circa 600-900 scaleups) troviamo ecosistemi come Berlino, New South Wales (Sydney) e São Paulo.

L’early phase dello stadio Scaleup accoglie oggi 21 regioni: tra queste i due principali hub spagnoli (Barcelona e Madrid), Dubai e anche la nostra Lombardia (con Milano come dominant hub) che è appena approdata in questa fase.

A quale livello sono le Regioni italiane

Lo Startup Stage è ovviamente molto popolato. Stimiamo circa 100 regioni che allo stato attuale sono in questa fase, mentre nella fase precedente (Standup) ci sono oltre un migliaio di regioni.

Nessuna regione italiana è arrivata allo Startup stage, però ne abbiamo 5 nella Late phase dello Standup Stage: il Lazio (che, trainata dall’ecosistema della capitale che sta progressivamente densificandosi, con 65 scaleups è in traiettoria per cambiare categoria), e, decisamente più indietro, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana e Veneto.

Tutte le altre navigano nel segmento early della prima fase, il che significa che sono in fase di progressiva emersione.

Perché le scaleup rappresentano la punta visibile dell’iceberg dell’innovazione. Sotto la superficie (il cosiddetto bummock) ci sono volumi molto più ampi di early-stage startups che costituiscono la base (dinamica e magmatica) degli ecosistemi.

L’ingresso sulla curva e i successivi spostamenti (ossia la produzione seriale di aziende più solide, le scaleup appunto, in grado potenzialmente di creare fatturato e occupazione, che sono le cose che alla fine contano) ne certificano la crescita che, va ricordato, ha natura esponenziale.

Più dati (inclusi i tempi medi di attraversamento delle diverse fasi e le azioni di policy che possono accelerare il processo) all’uscita del Report “Building Startup Ecosystem Stars – The Lifecycle of Innovation 2023,  che sarà disponibile da giovedì per il download. Buona lettura.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

Articoli correlati

Articolo 1 di 3