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Come funziona il venture capital? Quasi come una startup

Dai commenti ad alcuni post social mi sono reso conto che per molti non è per nulla chiaro come funziona il venture capital. Può essere utile il parallelismo con una startup: fundraising, team, exit. Ma c’è qualche differenza…

Pubblicato il 14 Nov 2023

Venture Capital 2020, i dati di Venture Capital Monitor

Come funziona il venture capital? Molti ne parlano, ma lo fanno spesso con le idee confuse.  La scorsa settimana ho pubblicato un paio di post a tema Venture Capital.

  • Uno (qui il link) sul crescente fenomeno degli “zombie VCs”, ossia fondi di Venture Capital che faticano a raccogliere un nuovo fondo e che quindi restano operativi senza fare nuovi investimenti (semplicemente gestendo il portafoglio delle startup in cui avevano precedentemente investito).
  • Un altro sulle trasformazioni in atto nell’industria del Venture Capital a seguito del fallimento di WeWork che ha sollevato dubbi sul modello del “blitz scaling” (la provocazione del Financial Times era se si dovesse ritornare a modelli più artigianali, da “cottage industry”) (qui il link).

Venture capital, è come fare una startup

Dai commenti mi sono reso conto come per molti non sia per nulla chiaro come funzioni il Venture Capital. Quindi ho pensato che potesse essere utile tornare alle basi. Per farlo prendo in prestito una frase da un’intervista a Gianluca Dettori.

Il business model di un fondo VC è complicato. È come fare una startup. Solo che a differenza del motto sul fallire alla svelta, lo scopri dopo dieci anni se sei stato bravo”.

Raccogliendo l’assist di Gianluca, proverò a spiegare come funziona il Venture Capital facendo un parallelo con le Startup (sul cui funzionamento mi sembra oggi ci siano le idee un po’ più chiare).

Fundraising: venture capital e startup devono raccogliere capitali ma….

Venture Capitalist non si nasce, ma si diventa. E per diventarlo si fa fundraising, ossia si cercano capitali. Come le startup, ma non esattamente come le startup. Perché le startup li raccolgono poco alla volta (round dopo round); i fondi di VC tutti upfront, prima di iniziare l’attività. E, per la cronaca, è un percorso non breve (richiede in genere uno o due anni).

Team: entrambi hanno “founders” e dipendenti

Nel Venture Capital le figure equivalenti ai founder si chiamano General Partners. Loro costruiscono la vision del fondo (tecnologia, geografia, stadio di investimento, ruolo di lead, …), raccolgono il capitale dai finanziatori (che si chiamano LPs, Limited Partners), costruiscono il deal flow, scelgono le startup su cui investire, negoziano i termini di investimento e, da ultimo, gestiscono il portafoglio delle aziende investite, partecipando ai board nel caso venga loro concesso.

Per fare tutto questo lavoro (oltre alle funzioni più amministrative di costituzione del fondo – che è entità separata dalla società di gestione dello stesso – e di rendicontazione finanziaria agli investitori) si dotano di un team (tra cui gli Associate). I costi per gestire le operations vengono dalle Management Fee che in genere sono all’anno intorno al 2% della dimensione del fondo.

Exit: per entrambi sono fondamentali ma…

No exit, no party”, siamo soliti dire a Mind the Bridge. Ma, se il successo di una startup si misura all’exit, per un VC le exit sono una questione di vita o di morte. I fondi di VC hanno una durata (in genere 10 anni). Al termine il capitale va restituito agli investitori (gli LPs appunto).

Se le società in cui si è investito non hanno fatto una exit, restano “illiquide” e diventano un problema perché costringono i General Partners a tenere aperto il fondo (senza remunerazione) o a liquidarle (sul secondario, qualora appetibili, o cedendo le proprie quote alle stesse aziende, assumendo che queste abbiamo la capacità di rilevarle).

In entrambi i casi le condizioni di uscita sono subottimali. Quindi l’assenza di exit genera nell’universo del Venture Capital situazioni di “zombismo” (come dicevamo all’inizio): startup e fondi che si trascinano nel tempo senza realmente andare da nessuna parte.

Come e quanto guadagna un venture capital

I General Partner fanno soldi solo se creano valore. Quando tutto il portafoglio viene liquidato, in primis va restituito il capitale agli LPs maggiorato del rendimento minimo concordato (in gergo “hurdle rate”). Sul plusvalore creato i General Partner trattengono il cosiddetto “carried interest” (che, in genere, è il 20%). Questa è la vera remunerazione del loro lavoro (non le management fees).

Quindi no big exits, no party. Anche perché la metrica di ritorno di un fondo di VC in genere dice 1/3, 1/3, 1/3. Ossia 1/3 del portafoglio non ce la fa (i cosiddetti write-off), 1/3 del portafoglio è a somma zero (piccole perdite, piccoli guadagni), 1/3 del portafoglio è quello che fa i ritorni. Che devono essere grandi a sufficienza per remunerare il capitale in misura proporzionata al rischio (ossia almeno tre volte). Non una passeggiata nel parco.

Qualora non fossi riuscito a spiegare come funziona il Venture Capital, qui il link a uno bravo. Da Dettori a Magrini, passo e chiudo.

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Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

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