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Sorpresa Dubai: boom di auto elettriche nella città del petrolio



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Nel 2024 le immatricolazioni EV negli Emirati Arabi sono aumentate di oltre il 25% rispetto al 2023. E il governo vuole arrivare, entro il 2050, al 50% di veicoli elettrici in circolazione. Così Dubai si sta riconvertendo alla mobilità sostenibile

Pubblicato il 17 lug 2025

Alessandro Abbotto

Professore ordinario di Chimica all’Università di Milano-Bicocca



Dubai
Dubai

Sono appena rientrato da un periodo di lavoro a Dubai, città ultramoderna con oltre 3,6 milioni di abitanti e capitale dell’omonimo emirato, parte degli Emirati Arabi Uniti (UAE). Conosciuta per l’architettura avveniristica – dominata dal Burj (in italiano, torre) Khalifa, il grattacielo più alto al mondo con i suoi 830 metri, costruito in soli quattro anni – Dubai si estende per decine di chilometri lungo la costa e verso l’entroterra, attraversata da imponenti arterie urbane fino a nove corsie. Ogni giorno vi circolano oltre 3,5 milioni di veicoli.

Gli Emirati Arabi Uniti sono uno dei principali produttori mondiali di petrolio, terzi al mondo insieme a Iraq, dopo Arabia Saudita e Stati Uniti. A luglio 2025, il prezzo della benzina è mediamente di 0,59 euro/litro, mentre il diesel costa 0,62 euro/litro, cifre semplicemente impensabili in Europa. Verrebbe quindi naturale aspettarsi un predominio assoluto della mobilità tradizionale a combustione interna.

Eppure, ciò che ho osservato con mia grande sorpresa è stato l’elevato numero di veicoli elettrici (BEV e PHEV) e colonnine di ricarica disseminate ovunque nella città. Proprio accanto al mio hotel, situato in una zona non centrale, si trovava un imponente showroom di BYD, attuale leader mondiale nelle vendite di auto elettriche. Nel parcheggio della struttura erano inoltre disponibili diverse colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

Dubai e le auto elettriche: i dati

Spinto dalla curiosità, ho deciso di consultare i dati ufficiali sulle immatricolazioni per tipo di alimentazione a Dubai.

Secondo i dati pubblici, a Dubai il tipo di alimentazione dominante resta senza dubbio – almeno per il momento – la benzina, seguito da diesel e ibridi. Tuttavia, le immatricolazioni di veicoli elettrici stanno aumentando in modo esponenziale.

La Dubai Electricity and Water Authority (DEWA) conta attualmente una rete di circa 740 punti di ricarica per veicoli elettrici distribuiti in tutta la città. Solo nel 2023, il programma EV Green Charger ha registrato 1.145.427 sessioni di ricarica, con un incremento del 59% rispetto al 2022. Dal 2015 alla fine del 2023, DEWA ha erogato 23.419 MWh di energia per la ricarica dei veicoli elettrici, pari a un’autonomia cumulativa percorsa di circa 117 milioni di chilometri.

Dubai alla ricerca della sostenibilità

Questo fenomeno si inserisce in una più ampia transizione verso la sostenibilità. Gli UAE, nonostante siano un paese estremamente ricco di risorse petrolifere, puntano a un futuro a basse emissioni. Con il lancio della UAE Energy Strategy 2050 e, successivamente, dell’iniziativa Net Zero 2050, il governo ha introdotto una serie di incentivi a favore della mobilità elettrica, tra i quali l’esenzione dalle tasse di immatricolazione, la ricarica gratuita, il parcheggio agevolato, le agevolazioni fiscali e l’accesso agevolato alle ZTL.

Alimentata dai generosi incentivi governativi e dalla volontà di ridurre le emissioni di carbonio, secondo un’analisi di Statista, il noto portale amburghese di analisi dati, uno dei principali trend nel mercato automobilistico degli Emirati è rappresentato proprio dall’aumento della domanda di veicoli elettrici e ibridi. Nel 2024 le immatricolazioni EV sono aumentate di oltre il 25% rispetto all’anno precedente.

Il recentissimo Global EV Outlook 2025 dell’autorevole International Energy Agency riporta che la somma di veicoli elettrici a batteria (BEV) e ibridi plug-in (PHEV) è cresciuta negli UAE dallo 0,7% nel 2021 al 15% nel 2024. A titolo di confronto, in Italia (dove a luglio 2025 il prezzo medio nazionale della benzina self-service supera 1,70 €/l, il triplo rispetto al paese del Golfo), le immatricolazioni nel 2024 sono state solo per il 4,2% BEV (invariato rispetto al 2023) e 3,3% PHEV (in diminuzione dal 4,4% del 2023), per un totale del 7,5%.

Nel 2024, la Tesla Model 3 è entrata per la prima volta nella top ten delle auto più vendute in UAE, occupando la sesta posizione in assoluto (ovvero considerando il dato complessivo delle vetture vendute, non solo quelle elettriche). In UAE Tesla rappresenta oltre il 40% del mercato elettrico, seguita da BYD e MG, entrambi produttori leader nel settore BEV.

Nell’ambito delle strategie sopra citate, il governo emiratino si è posto l’obiettivo di arrivare, entro il 2050, a una quota del 50% di veicoli elettrici in circolazione (non solo immatricolati, ma effettivamente presenti sulle strade). A titolo di paragone, in Italia nel 2024 questa quota si aggira ancora intorno allo 0,7%.

In parallelo, a seguito alla forte crescita del mercato elettrico attuale e prevista nei prossimi anni, è in fase di avvio un ambizioso progetto nazionale per la realizzazione del primo impianto di riciclo delle batterie di veicoli elettrici e ibridi, in collaborazione con la società UAE ambientalista Beeah.

Da simbolo mondiale di una mobilità lussuosa assetata di combustibili fossili ad elevate emissioni, gli Emirati Arabi Uniti si stanno trasformando in un punto di riferimento sorprendente per la diffusione della mobilità elettrica in Medio Oriente, segno evidente che la transizione energetica globale sta coinvolgendo anche le aree storicamente legate all’economia del petrolio. In un contesto urbano ed extraurbano dominato da grandi distanze, ben superiori alle dimensioni delle città europee, la diffusione della mobilità elettrica non solo non incontra ostacoli, ma appare perfettamente integrata. Un dato che smentisce apertamente uno degli argomenti più ricorrenti nel dibattito italiano, ovvero che i veicoli elettrici siano adatti solo agli spostamenti brevi in ambito cittadino.

Il passaggio all’elettrico negli Emirati non è più un’ipotesi: è una realtà in rapida accelerazione, favorita da politiche lungimiranti, infrastrutture in forte crescita e un contesto economico aperto all’innovazione. Un esempio che dovrebbe far riflettere anche il nostro Paese, dove il dibattito sulla mobilità sostenibile è ancora troppo spesso ostacolato da politiche governative lente e contraddittorie, da un apparato burocratico poco reattivo, da uno scetticismo diffuso e da abitudini consolidate difficili da superare.

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