LA GUIDA

Ricarica auto elettrica: chi sono i gestori, quanto costa, come si effettua fuori casa



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Quali sono le modalità di ricarica per auto elettriche presso le colonnine? Che differenza c’è tra ricarica lenta e veloce? Quanto costano gli abbonamenti e quali sono i più vantaggiosi? Qui le risposte e una previsione sul futuro delle infrastrutture di ricarica, inclusa tecnologia Plug&Charge e pagamenti facilitati

Pubblicato il 29 apr 2024

Alessandro Abbotto

Professore ordinario di Chimica all’Università di Milano-Bicocca



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Ricarica auto elettrica (Foto di Andrew Roberts su Unsplash)

Nel nostro precedente articolo abbiamo introdotto il concetto di ricarica presso le colonnine pubbliche, distinguendo tra due tipologie principali: la ricarica lenta (a corrente alternata, AC) e la ricarica veloce o ultraveloce (a corrente continua, DC). Ricordiamo brevemente che la principale differenza tra le due tipologie risiede anche nella potenza di ricarica, che può variare da valori fino a 22 kW per le colonnine AC, a valori superiori a 150 kW per le colonnine fast (DC) e ultrafast (sempre DC, denominate anche HPC o High Power Charger, capaci di arrivare fino a 350 kW di potenza).

La scelta della potenza di ricarica dipende dalla capacità massima di assorbimento di corrente della vostra auto elettrica, nonché dal tempo di ricarica desiderato. Ad esempio, per caricare una batteria da 75 kWh dal 20% all’80%, corrispondente a una quantità di energia di 45 kWh, impiegheremo circa 0,45 ore (27 minuti) utilizzando una colonnina da 100 kW (45 kWh/100 kW = 0,45 ore). Fortunatamente, non è necessario preoccuparsi di effettuare calcoli complessi durante la guida: tutte le auto elettriche sono dotate di sistemi che riconoscono automaticamente la potenza della colonnina e calcolano il tempo necessario per la ricarica in base alla percentuale desiderata di carica della batteria. Tutto ciò che dovete fare è selezionare la percentuale desiderata di ricarica e lasciare che l’auto si occupi del resto.

Adesso affrontiamo l’aspetto più pratico: di cosa ho bisogno, quanto costa, come si effettua la ricarica.

Le possibilità oggi a disposizione dell’automobilista di veicoli elettrici sono molte. Vediamo schematicamente le principali.

Ricarica con abbonamento

Per poter ricaricare alla colonnina di un determinato gestore è necessario essere abbonati. I gestori oggi circolanti in Italia sono circa un centinaio. I principali sono una decina. Tra questi ricordiamo: EnelX, Plenitude-Becharge, FreeToX, A2A E-Moving, Duferco, Ionity.

Generalmente è sempre disponibile un abbonamento completamente gratuito con tariffe a consumo. Questa opzione è particolarmente adatta a coloro che ricaricano solo occasionalmente per strada o durante i viaggi. Con questo tipo di abbonamento, gli utenti pagano solo per l’energia effettivamente consumata durante la ricarica, senza costi fissi. Per coloro che effettuano ricariche frequenti fuori casa, sono disponibili vari abbonamenti a pagamento. Questi possono includere pacchetti di kWh pre-acquistati o sconti sulle tariffe a consumo. Queste opzioni sono progettate per offrire convenienza e risparmi agli utenti che utilizzano regolarmente le colonnine di ricarica pubbliche. Inoltre, alcuni fornitori di servizi di ricarica possono offrire abbonamenti premium che includono servizi aggiuntivi, come accesso prioritario alle colonnine di ricarica o prenotazione remota delle colonnine.

Per quanto riguarda i costi, a titolo di esempio, nel momento in cui scriviamo (fine marzo 2024), la tariffa a consumo offerta da Plenitude-BeCharge varia da 0,65 €/kWh per la ricarica lenta a 0,95 €/kWh per la ricarica ultraveloce a 150 kW. È importante sottolineare che queste tariffe sono significativamente superiori rispetto a quelle applicate alla ricarica domestica, che al momento partono da 0,20 €/kWh (come discusso nell’articolo precedente). Lo stesso gestore con un abbonamento premium al costo di 19,90 €/mese offre il 40% di sconto sulla tariffa a consumo. Ciò si traduce in un costo che oscilla tra 0,39 €/kWh e 0,57 €/kWh, a seconda del tipo di ricarica. Questa opzione può rappresentare un notevole risparmio per gli utenti che effettuano ricariche frequenti fuori casa. Per dare un’idea più chiara del costo per chilometro, consideriamo che alla tariffa di 0,39 €/kWh, un’autonomia di 1000 km costa complessivamente circa 60 €. A confronto, per percorrere la stessa distanza con un’auto a combustione interna sarebbero necessari circa 120 €. Pertanto, il risparmio con un veicolo elettrico è di circa il 50% rispetto alla benzina.

Ricarica auto elettrica: le tariffe più basse

Va però sottolineato che esistono gestori, soprattutto emergenti, che offrono (in genere, localmente) tariffe molto più basse. Vaielettrico.it, la community web della mobilità elettrica, ci informa che un impianto a Borgo d’Ale, in provincia di Vercelli in Piemonte, offre la ricarica ultraveloce a 120 kW (spesso più che sufficiente in quanto poche autovetture sono in grado di accettare potenze più elevate) a 0,17 €/kWh, ovvero meno che a casa e meno di un quarto di un corrispondente rifornimento di benzina.

È importante notare che all’estero, come ad esempio in Francia, i costi della ricarica dei veicoli elettrici sono spesso significativamente più bassi rispetto all’Italia. A titolo di esempio, Electra, uno dei leader del settore nel paese transalpino, attualmente offre la ricarica rapida a soli 0,49 €/kWh, quasi la metà del costo rispetto all’Italia. Infine, è utile ricordare che diversi centri commerciali come Lidl, Iper, Tigros, e altri, offrono ancora oggi ai propri clienti la possibilità di ricaricare gratuitamente. Dopo averlo sperimentato per anni, l’esperienza di fare il pieno gratuito alla propria auto mentre si fa la spesa è davvero unica e ineguagliabile.

In tutti questi casi (tranne dove la ricarica è gratuita) è necessario registrarsi presso l’operatore per poter effettuare la ricarica via tessera Rfid (che in alcuni casi ha un costo una tantum) o app. Personalmente raccomando di avere sempre la tessera a portata di mano quando l’app non funziona per mancata copertura telefonica o problemi di software (non sempre i centralini di assistenza rispondono con sollecitudine). Inoltre, l’attivazione della colonnina e l’avvio della ricarica tramite tessera avvengono con un numero minore di passaggi (basta avvicinare la tessera al lettore Rfid della colonnina) e, quindi, molto più rapidamente.

Ricarica in interoperabilità o tramite aggregatori

Ma è quindi necessario attivare decine e decine di abbonamenti per garantire una buona copertura su tutto il territorio nazionale, per non parlare dell’estero? Fortunatamente, no. Come accaduto con il circuito bancomat negli anni Ottanta, quando si è passati da servizi diversi per ogni istituto bancario a un circuito unico utilizzabile presso tutti gli istituti bancari, anche nella ricarica elettrica sta avvenendo lo stesso processo. L’interoperabilità tra diversi gestori, che consente con un abbonamento unico di accedere anche a tutti gli altri consorziati, è in costante crescita. Continuamente vengono annunciati nuovi accordi tra diversi gestori, semplificando notevolmente il processo di ricarica e rendendolo sempre più comodo per gli utenti.

Inoltre, è possibile utilizzare degli aggregatori, ovvero dei network che non posseggono di per sé una rete di ricarica ma offrono un consorzio di diversi operatori terzi in modo tale da consentire all’utente di accedere ad una vasta rete di colonnine con un solo abbonamento. Tra i più diffusi vi è il network NEXTCHARGE che, oltre a consentire l’accesso alle colonnine di vari gestori, offre informazioni utili quali il numero di colonnine disponibili, distinguendo tra libere e occupate, le potenze corrispondenti e i costi associati.

Circuiti in convenzione di case automobilistiche

Con la crescita di modelli elettrici da parte di tutte le case automobilistiche (a marzo 2024 il listino Quattroruote elenca 558 modelli per 768 allestimenti) anche le stesse case produttrici di veicoli hanno creato dei propri network di ricarica elettrica. Anche in questo caso si tratta solo di aggregatori che non posseggono delle proprie reti di ricarica ma offrono solo il consorzio con diversi operatori. Questa possibilità è oggi offerta da molti marchi automobilistici e consente di accedere alla quasi totalità di colonnine disponibili sul territorio senza la necessità di attivare alcun abbonamento aggiuntivo. Tra le principali reti di carica vi è il servizio Audi charging, attivato nel 2023, che offre ai propri clienti elettrici l’accesso a oltre 600.000 punti di ricarica in Europa. In Italia la copertura a metà 2023 era di circa 40.000 punti di ricarica, pari a oltre il 90% dei servizi presenti.

Il funzionamento è simile a quello degli altri abbonamenti. Anche in questo caso è possibile optare tra un abbonamento senza costi fissi, per la ricarica occasionale (ad aprile 2024 la tariffa varia tra 0,70 €/kWh in AC e 0,92 €/kWh in DC/HPC), a un abbonamento con un costo mensile di 4,99 € a costi di ricarica inferiori (0,65 €/kWh in AC e 0,82 €/kWh in DC/HPC), fino alla tariffa Pro (14,99 €/mese) che consente sconti ancora più elevati.

Come si può vedere, almeno da questo esempio, non si tratta certamente delle tariffe più convenienti disponibili sul mercato ma la comodità è insuperabile e l’affidabilità del servizio elevata. Lo stesso navigatore di bordo visualizza comodamente sullo schermo le stazioni di ricarica in convenzione lungo il percorso, offrendo informazioni aggiuntive quali il numero e la disponibilità. I costi rimangono comunque analoghi, se non inferiori, al pieno di benzina/diesel a parità di chilometraggio.

Circuiti proprietari di case automobilistiche

Infine, esiste anche la possibilità di utilizzare la rete proprietaria delle stesse case automobilistiche. A parte alcuni casi dove è possibile utilizzare delle colonnine “private” presso la rete dei concessionari (quindi non parliamo di una larga diffusione, soprattutto in ambito extraurbano) la rete proprietaria di ricarica più estesa ed efficiente è quella Supercharger di Tesla. I punti  Supercharger sono numerosissimi (oltre 50.000) e disponibili in tutto il mondo. Si tratta di colonnine ad alta affidabilità e potenza, che consentono di ricaricare una Tesla in pochi minuti. Uno dei vantaggi peculiari dell’utilizzo di questa rete è lo sfruttamento della tecnologia Plug&Charge, che consente di attivare la colonnina senza l’utilizzo di tessere o app: è sufficiente inserire il cavo nella presa dell’automobile e la ricarica parte istantaneamente riconoscendo in automatico l’automobile al cui proprietario verrà addebitato il servizio.

La presenza della rete Supercharger di Tesla è sicuramente uno dei principali vantaggi legati all’acquisto di una Tesla in quanto rende il viaggio estremamente comodo offrendo all’automobilista la possibilità di ricaricare presso diverse stazioni lungo il tragitto o a destinazione. In aggiunta, recentemente Tesla ha ribassato i prezzi della ricarica portandoli a meno di 50 centesimi/kWh, un prezzo estremamente conveniente trattandosi di colonnine ultrafast.

Da alcuni mesi la rete Supercharger è stata aperta parzialmente anche alla ricarica di automobili elettriche di altre marche. In questo caso l’utilizzo, tramite app, è simile a quello convenzionale, con tariffe in abbonamento gratuito (la tariffa nei dintorni di Milano è 0,55-0.60 €/kWh) e a canone fisso (12,99 €/mese), che consente di accedere alle stesse tariffe degli automobilisti Tesla (per Milano il costo è di 0,43-0,48 €/kWh a seconda dell’orario).

Un’altra rete proprietaria molto nota, sviluppata da una joint venture tra BMW, Daimler, Ford, Volkswagen, a cui si sono aggiunti successivamente Hyundai e Kia, è la rete IONITY, che conta attualmente oltre 3.500 punti di ricarica in Europa (243 in Italia). Ha una diffusione molto più limitata ma è anch’essa caratterizzata da colonnine ultrarapide ed è compatibile, laddove il modello di auto lo consente, con la tecnologia Plug&Charge. 

Colonnine elettriche: quale futuro

Il futuro prossimo della ricarica tramite colonnine elettriche si prospetta efficiente e sempre più comodo e accessibile per gli utenti. Oltre alla crescita delle infrastrutture, sia in Italia che nel resto del mondo, il futuro, che ormai è già presente, prevede un’esperienza di ricarica sempre più rapida, veloce e priva di complessità, rendendola anche più comoda e tranquilla rispetto al tradizionale rifornimento di carburanti. In molti paesi esteri, è già molto più facile e comodo trovare una colonnina di ricarica tramite il navigatore di bordo rispetto a un distributore di benzina o diesel. Questa tendenza è destinata a crescere ulteriormente con il tempo.

L’evoluzione della colonnina passa certamente attraverso la diffusione crescente della tecnologia Plug&Charge, che renderà obsolete le card di ricarica e le app dedicate. Mentre tutte le vetture Tesla sono già abilitate a questa tecnologia fin dall’inizio, oggi sempre più modelli di vari costruttori stanno adottando questa tecnologia. Colonnine compatibili, come quelle della rete Ionity o del network Ewiva (la joint venture tra EnelX e Volkswagen), stanno diventando sempre più diffuse. Tra le case automobilistiche che offrono modelli con tecnologia Plug&Charge troviamo non solo Tesla, ma anche Hyundai, Mercedes-Benz, Volkswagen, Audi, Skoda e Ford. Altre case automobilistiche hanno già annunciato l’implementazione di questa tecnologia sui loro modelli. È quindi presumibile che, nel giro di pochi anni, tutti i nuovi modelli saranno provvisti di questa funzionalità.

Nel frattempo, nella costante direzione di rendere la ricarica sempre più semplice e accessibile, si diffonderà sempre più la possibilità di effettuare pagamenti diretti tramite carta di credito o di debito, eliminando anche la necessità di aprire un abbonamento. Lo scorso settembre il Parlamento europeo, su proposta della Commissione europea, ha approvato la nuova normativa AFIR (Alternative Fuels Infrastructure Regulation) che detta le regole per rendere sempre più moderna, capillare ed efficiente la rete infrastrutturale legata alla mobilità elettrica. La normativa fa parte del più ampio pacchetto climatico “FIT FOR 55”, il piano europeo volto a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e del 100% entro il 2035 per tutte le nuove automobili, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 secondo le linee guida del Green Deal europeo. Questa normativa europea impone che tutte le nuove stazioni di ricarica devono prevedere anche il pagamento diretto tramite carta di credito e bancomat a partire proprio dalla metà di aprile 2024 e l’adeguamento, entro il 1° gennaio 2027, di tutte le stazioni esistenti.

A quel punto, tra Plug&Charge e pagamento diretto tramite carta o borsellino elettronico, la ricarica di un veicolo elettrico, anche durante i viaggi, diventerà così comoda e priva di preoccupazioni che non sarà più necessario scrivere articoli come questo che avete appena letto.

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