Cubic3 è un’azienda globale con sede a Dublino che fornisce connettività a 23 milioni di veicoli in 200 Paesi fra cui l’Italia, dove ha clienti importanti come New Holland e Piaggio.
L’azienda rappresenta un caso di successo dell’ecosistema di innovazione irlandese, che abbiamo avuto modo di conoscere in occasione della discovery session annuale dall’Osservatorio Startup Thinking del Politecnico di Milano.
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Innovation manager a Dublino
Nel 2025, infatti, l’Osservatorio ha portato parte della propria community di Innovation Manager, ben 40 innovatori provenienti da 16 imprese diverse, alla scoperta di aziende all’avanguardia come Cubic3, ma anche delle principali realtà accademiche del territorio, il Trinity College Dublin e NovaUCD (il centro di innovazione dell’University College Dublin), con l’acceleratore d’impresa Dogpatch Labs, il fondo Growing Capital, ESB, il centro d’eccellenza CeADAR Ireland (l’Ireland National AI Research Centre), importanti enti istituzionali (la Camera di Commercio Italiana in Irlanda, ITA Londra, l’Ambasciatore italiano in Irlanda) e le startup irlandesi Manna Air Delivery, Plasma Bound, Know Carbon, Tao Climate, Go Eve, OCE Technology, ENODA, Binarii Labs, Bioplastech, Head Diagnostics, SusBioME. (Sotto due momenti dell’incontro)


Cosa fa Cubic3
Cubic3 è nata in Irlanda, ma ha saputo rapidamente espandersi al di fuori dei confini nazionali diventando una multinazionale globale, anche grazie al supporto dall’agenzia governativa Enterprise Ireland che sostiene lo sviluppo delle aziende irlandesi nel mondo. I servizi offerti aggiungono valore alla mera connessione fornita dagli operatori: oltre a gestire per conto dei clienti la complessità delle relazioni con 550 Telco nel mondo, l’azienda fornisce dati e insight in tempo reale agli OEM (Original Equipment Manufacturer) del settore automobilistico, agricolo e altri che permettono ai clienti di innovare, scalare e differenziarsi. Il focus è quindi sui Software-defined vehicles (SDV), che sono in costante aumento: per questi mezzi tecnologici la connettività, data dalla presenza di una SIM virtuale, è la linfa vitale. Ne abbiamo parlato con Aiden Connolly, Director of Product Innovation di Cubic3.
Intervista al Director of Product Innovation: “Ecco il vantaggio competitivo di Cubic3”
Potrebbe spiegarci cosa si intende per “connettività smart”?
La connettività di base, che definirei quasi una utility, serve semplicemente per far comunicare i veicoli tra loro. In Cubic3 costruiamo e gestiamo la strada per garantire che questa comunicazione sia sicura e affidabile per tutta la vita del veicolo. Fornire connettività smart significa garantire il servizio in diverse località del mondo, il che richiede di gestire molteplici relazioni, legislazioni e accordi differenti. Sollevare i clienti da questo onere è il nostro compito. Inoltre, la qualità è fondamentale: la nostra tecnologia permette di selezionare sempre la connessione migliore. L’intelligenza artificiale, che noi utilizziamo già da tempo per analisi dinamiche predittive basate sui dati per creare regole e previsioni, svolge un ruolo cruciale.
Qual è il vantaggio competitivo di Cubic3 sul mercato?
Il nostro vantaggio competitivo deriva dal fatto che siamo focalizzati sull’automotive, non disperdiamo le nostre energie. Facciamo il “lavoro difficile” che nessuno vuole fare: andare Paese per Paese a stipulare contratti, trattare con legislatori e funzionari governativi, affrontare la politica e, a volte, “sporcarsi le mani” per far funzionare le cose. Abbiamo creato una rete di relazioni e possediamo una vasta conoscenza delle performance reali dei vari operatori mobili, che spesso differiscono da quanto pubblicizzato, grazie ad anni di prove ed errori.
Offriamo anche una “visione unica” che permette ai nostri clienti, come Audi, di monitorare le proprie flotte globali o modelli specifici senza dover avere conversazioni con molteplici attori. Alcuni dei nostri fornitori, come Vodafone in Europa e Vodacom in Africa, sono anche nostri concorrenti e possono batterci sul prezzo, ma il nostro obiettivo è fornire molto di più della semplice connettività. La nostra forza risiede nella conoscenza delle idiosincrasie dei diversi Paesi e mercati, una comprensione legislativa profonda che è insolita per un’azienda tecnologica. Tutto ciò è sviluppato internamente, grazie a un grande team di avvocati e personale sul campo con conoscenze ed esperienze locali, inclusi circa 150 dipendenti provenienti da altrettanti Paesi.
Stiamo risalendo la catena del valore, aggregando dati per offrire una prospettiva unica. Inoltre, possiamo applicare lezioni apprese da un settore specifico, come ad esempio la tecnologia agricola di John Deere, al settore automotive.
Come funziona il processo di innovazione
Quali sono i suoi obiettivi come responsabile dell’innovazione in Cubic3?
Il mio obiettivo principale è creare, con il mio team, qualcosa per cui qualcuno sia disposto a pagare, che non esiste ancora o che possa risolvere un problema esistente. Per me questo è il vero successo, perché significa che stiamo creando valore. La funzione degli innovatori è quella di generare idee e fare ricerca e sviluppo, portando il prodotto fino a un punto in cui sia sostenibile, senza necessariamente concentrarsi sul business fin dall’inizio. Capire come raggiungere un pubblico più ampio è il passo successivo.
Potrebbe descrivere il processo di innovazione seguito da Cubic3?
Pur avendo una mappa di processo molto dettagliata, incoraggio il mio team a non seguirla in modo lineare. A volte le cose possono accadere contemporaneamente, o si possono saltare passaggi se si ha già una base di conoscenze. La chiave è rimanere intuitivi. Per me, l’innovazione è l’esecuzione della creatività. Nelle aziende si parla di “soluzioni”, che è un termine più rassicurante, ma credo che si debba partire da un punto un po’ folle per arrivare a un punto sensato. L’obiettivo ultimo è che un prodotto generi valore o profitto. È un approccio molto simile a quello delle startup: serve assicurarsi che almeno una persona sia disposta a pagare per ciò che offriamo.
Competenze e KPI
Che tipo di competenze e caratteristiche sono essenziali per le persone che seleziona per il suo team?
Le persone creative e innovative che cerco sono intellettualmente molto curiose e si nutrono costantemente di nuove idee, attraverso podcast, riviste, blog o viaggi. Hanno una vasta gamma di interessi che alimenta la loro flessibilità mentale ed esercita il loro “muscolo intellettuale”. Sono anche persone in grado di assumersi dei rischi elevati.
Quando assumo, preferisco l’energia alla competenza, perché la competenza si può insegnare e sviluppare, ma l’entusiasmo e la curiosità sono qualità innate e sono contagiose, il che è fondamentale per alimentare il processo creativo. È anche importante creare un ambiente protetto per le persone, specialmente i giovani, e incoraggiare la collaborazione con altre aree dell’azienda per stimolare la comprensione reciproca.
Quali KPI utilizzate per valutare le prestazioni dei progetti e misurare il progresso dell’innovazione?
Come dicevo prima, il successo si misura nel creare qualcosa che non esiste ancora e per cui qualcuno sia disposto a pagare. Se un’azienda collabora con noi per un pilot e, una volta terminato, è disposta a pagare per il servizio, significa che stiamo creando valore.
Misurare l’impatto dell’innovazione non è semplice e spesso si cade nella tentazione di cercare metriche standard. Per noi, invece, il punto di riferimento resta la validazione di mercato: se una proposta arriva a generare interesse reale e diventa scalabile, allora ha senso continuare a investirci.
Esistono certamente molti indicatori nel business, ma ritengo che gli innovatori dovrebbero essere protetti da queste metriche. La loro funzione è generare idee, fare ricerca e sviluppo e portare il prodotto a un punto in cui possa essere sostenibile e supportato da un business plan. L’ottimizzazione del business può avvenire in un secondo momento.
Quali sono i vantaggi per Cubic3 di avere la sede a Dublino?
L’Irlanda, pur essendo una piccola roccia nel mezzo dell’Atlantico, ha un’infrastruttura di supporto solida perché è riuscita ad attrarre molte aziende internazionali, anche grazie a un tasso di tassazione vantaggioso: oggi c’è una forza lavoro altamente qualificata che qui ha un buon tenore di vita. C’è poi il sostegno governativo di Enterprise Ireland, che ha finanziato il percorso di crescita Cubic. Inoltre, la dimensione ridotta del mercato domestico costringe le aziende a pensare globalmente fin dall’inizio, e questo è diventato un punto di forza. L’Irlanda è un luogo dove si può sperimentare: ad esempio, Toyota ha scelto Dublino come test bed per i servizi di mobilità, e Land Rover Jaguar ha fatto qualcosa di simile a Shannon. Essere lontani dal core business principale rende l’Irlanda attraente per le grandi imprese che vogliono fare R&D senza il “pensiero di gruppo” e con la possibilità di provare nuove cose senza troppa visibilità.
Le sfide future di Cubic3
Cosa prevedete per il futuro del settore?
Le reti terrestri consentono di fruire di esperienze e funzionalità all’avanguardia a bordo dei veicoli, ma vaste zone del mondo non sono ancora coperte. La nostra soluzione riunirà il mondo terrestre e quello non terrestre (NTN), i satelliti, per offrire una vera e propria rete ubiqua, accessibile in ogni angolo del pianeta. Attualmente, i satelliti, pur essendo utili per la comunicazione di base, hanno una larghezza di banda limitata e non possono fornire servizi come lo streaming, la radio via internet o gli aggiornamenti delle mappe.
Il futuro, quindi, non sarà binario. L’innovazione porterà alla creazione di sistemi che utilizzano una molteplicità di fonti di comunicazione, con reti locali e satelliti che lavoreranno in sinergia. Il veicolo intelligente sceglierà la connessione migliore in base alla posizione geografica o alla forza del segnale.
Inoltre, stiamo aggregando enormi quantità di dati, creando un “data lake” che ci fornisce un’ottica unica. Sebbene esistano aziende che offrono interfacce utente accattivanti, queste dovranno comunque connettersi ai nostri sistemi. Il nostro obiettivo è migliorare il modo in cui “impacchettiamo” i dati e li rendiamo consumabili e azionabili per i nostri clienti. Una visione che guarda oltre il singolo veicolo o settore, con l’ambizione di abilitare nuove possibilità in tutto ciò che, oggi e domani, avrà bisogno di essere connesso.
La nuova edizione dell’Osservatorio Startup Thinking partirà ad ottobre: oltre 20 aziende hanno già confermato l’adesione, ancora possibile, e a breve sarà disponibile il calendario definitivo 2025-2026, con i temi più caldi dell’innovazione digitale nell’agenda di tutti gli Innovation Manager italiani. Stay tuned!





