ENERGIE RINNOVABILI

Auto a energia solare: la startup olandese Lightyear pronta a lanciarla a novembre

“L’elettricità di un’auto elettrica proviene da combustibili fossili, noi vogliamo energia pulita” dice Lex Hoefsloot, founder di Lightyear, che da anni lavora a un’auto a energia solare e ha appena preso 81 milioni di euro. Il primo modello a novembre. Costo: 250mila euro. Ma fra 2/3 anni arriverà quello per il mass market

Pubblicato il 13 Ott 2022

Lightyear, l'auto a energia solare pronta a novembre

Auto a benzina, ibrida, elettrica o…solare? Se il mercato delle e-car è andato crescendo negli ultimi anni, resistendo anche alla pandemia,  nel 2022 ha cominciato a soffrire dell’impatto della guerra e della crisi energetica (in parte iniziata già prima dello scoppio del conflitto), con collegata carenza di materie prime. Nei primi 6 mesi del 2022, sottolinea il sesto Smart Mobility Report dell’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, si è registrata in Italia una flessione delle immatricolazioni di veicoli elettrici (-17% per quelli totalmente elettrici detti BEV e un più contenuto -2% per le PHEV, le auto ibride ricaricabili, rispetto allo stesso periodo del 2021). Si tratta però di una frenata tutta italiana, visto che a livello globale le immatricolazioni continuano a crescere.

Eppure, anche nel resto del mondo, ci si comincia a chiedere se davvero l’elettrico sia la modalità più sostenibile per alimentare un’automobile. Sull’argomento si è levata la voce di Luca De Meo, CEO di Renault, che, sul tema della transizione “obbligata” verso il motore elettrico prevista dalle misure UE entro 2035, ha detto chiaramente: “L’elettrico non è l’unica strada per raggiungere zero emissioni: lasciamo lavorare gli ingegneri per cercare soluzioni”.

Quindi cosa fare? Quale modalità di energia rinnovabile scegliere? Qual è la più sostenibile e al tempo stesso la più efficiente?

Lightyear: l’auto a energia solare pronta a novembre

Come al solito, ad esplorare i territori dell’innovazione sono spesso le startup. In particolare stiamo parlando di una giovane realtà innovativa europea, l’olandese Lightyear,  che è al lavoro da circa 6 anni per sviluppare un’auto ibrida a lungo raggio a energia solare. Ma ora, a quanto sembra, ci siamo. La società, fondata da Lex Hoefsloot a Helmond, ha annunciato in questi giorni di aver raccolto altri 81 milioni di euro, oltre ai fondi ottenuti in passato (5 milioni di dollari Serie A ad aprile 2018), mentre si prepara ad avviare la produzione del primo veicolo nei prossimi mesi. A investire nella startup sono stati il consorzio Invest-NL, fondi privati, SHV e DELA (già investitori della società).

Lightyear ha in programma di iniziare la produzione del modello Lightyear 0 (precedentemente chiamato Lightyear One), linea presentata due anni fa dall’azienda. Grazie ad un contratto stipulato con il produttore su commissione Valmet Automotive, il processo partirà in autunno e le prime consegne sono previste per novembre.

Costerà ai potenziali acquirenti circa 250mila euro. Un’automobile per persone con una fascia di reddito elevata. Quindi per pochi. Finora, sostengono i media internazionali, la società ha pre-venduto 150 di questi veicoli ed è in grado di costruirne quasi 1.000.

L’auto a energia solare per il mercato di massa

Più interessante per il mercato di massa, invece, è la Lightyear 2, secondo veicolo sviluppato dall’olandese, con un prezzo finale che non dovrebbe superare i 30.000 euro. La produzione della Lightyear 2 al momento è prevista per il 2024 o il 2025, ma non è da escludere che possa arrivare prima.

Come funziona l’auto a energia solare di Lightyear

Particolarità delle vetture Lightyear è la presenza dei pannelli solari che ne aumentano l’autonomia e consentono di ricaricare la vettura senza il collegamento diretto al sistema elettrico.

Come è nata Lightyear

Quando Lex Hoefsloot aveva 12 anni – si legge in questa intervista a Techleap.nl – lesse su una rivista del cambiamento climatico. “Non capivo davvero perché nessuno stesse facendo nulla al riguardo. Quanto può essere difficile? mi chiedevo”. In seguito si è reso conto che il problema era più complesso di quanto avesse inizialmente pensato, ma ha deciso comunque di agire. Prima come capo del Solar Team della Eindhoven University of Technology, dove è stato una figura chiave nella costruzione di tre generazioni di auto solari Eindhoven. Poi come co-fondatore di Lightyear sviluppando la prima auto elettrica a quattro ruote motrici completamente a energia solare al mondo, la Lightyear One.

La sua “impronta” di CO2 è cinque volte inferiore a quella di una normale auto elettrica. “L’elettricità di un’auto elettrica proviene da combustibili fossili“, spiega Lex. “Questo è il motivo per cui vogliamo rinnovare l’intero sistema e mettere l’infrastruttura all’interno di questa vettura per generare direttamente energia. Se fatto bene, questo risolverà le questioni relative alla durata della ricarica e fornirà energia pulita ovunque, gratuitamente, senza bisogno di alcuna infrastruttura aggiuntiva”.

Energia solare: problemi e soluzioni

L’introduzione della ricarica solare nei veicoli elettrici risolve essenzialmente due problemi in uno. I conducenti non devono preoccuparsi di dove si trova la stazione di ricarica più vicina, poiché l’auto può ricaricarsi mentre si muove o quando è parcheggiata. E le auto possono viaggiare più lontano senza dover collegarsi. Lightyear promette un’autonomia di oltre 600 miglia con una singola carica completa. Questo, ovviamente, dipende dalle abitudini di guida individuali, così come dal periodo dell’anno, dato che la luce solare è fondamentale. Ma chi guida solo, diciamo, 20 miglia al giorno, potrebbe essere in grado di passare un’intera estate senza collegare la propria auto alla rete, facendo affidamento interamente sulla carica che riceve dal sole ogni giorno.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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