L’apertura verso l’esterno e la capacità di gestire in modo sistemico la conoscenza interna stanno diventando elementi fondamentali per competere nei settori ad alta intensità tecnologica. È questo il quadro descritto da Raffaella Donetti, Head of Open Innovation and Knowledge Management di Pirelli, intervenuta il 2 dicembre 2025 al convegno Digital & Open Innovation 2026: cosa serve a imprese e startup per un cambio di passo, organizzato dagli Osservatori Startup Thinking, Startup & Scaleup Hi-tech e Digital Transformation Academy presso gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
Donetti ha raccontato un modello di open innovation che affonda le sue radici nei primi anni Duemila e che oggi si innesta in una nuova architettura organizzativa, in cui ricerca, collaborazioni con università e partner industriali, startup e gestione della conoscenza convergono per rafforzare le competenze e accelerare la trasformazione digitale.
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Pirelli e l’open innovation prima che esistesse il termine
Uno degli elementi più significativi dell’intervento è la constatazione che l’open innovation in Pirelli non sia una pratica recente. Donetti ricorda che già nei primi anni 2000 l’azienda intratteneva rapporti strutturati con università e centri di ricerca. Nel 2000, infatti, Pirelli aderisce all’accordo quadro con il Politecnico di Milano, e da quel momento la collaborazione si sviluppa in forma continuativa e strategica.
Non si tratta di progetti puntuali, ma di un sistema basato su consorzi e collaborazioni di lungo periodo, nei quali Pirelli partecipa attivamente insieme ad altri player industriali. Donetti spiega che “facevamo tutto questo prima che fosse definita Open Innovation”, sottolineando come la logica dell’apertura fosse già presente, seppure non ancora codificata.
L’azienda ha quindi costruito nel tempo un modello in cui l’innovazione nasce dalla relazione con attori esterni: università, enti di ricerca, partner tecnologici e, più recentemente, startup.
La riorganizzazione del 2023: un’innovazione che integra conoscenza e strategia
Una funzione che governa roadmap, progetti e intelligence
L’intervento prosegue descrivendo una significativa trasformazione avvenuta in Pirelli nel 2023. La funzione innovazione viene riorganizzata, accorpando in un’unica unità la gestione della roadmap tecnologica, della competitive intelligence e dei progetti di innovazione. Questo cambiamento nasce dall’esigenza di garantire coerenza strategica e maggiore efficacia nei processi di sviluppo.
Nella nuova configurazione, l’open innovation è integrata con il Knowledge Management, ponendo al centro non solo lo sviluppo tecnologico ma anche la capacità dell’azienda di valorizzare, condividere e far crescere le competenze interne.
Perché l’integrazione tra innovazione e knowledge management diventa decisiva
Donetti sottolinea che la gestione della conoscenza è fondamentale per sostenere l’innovazione. Per Pirelli questo significa diffondere competenze, formare le persone, allineare le pratiche tra headquarter e unità operative globali. L’obiettivo è fare in modo che le innovazioni generate esternamente o internamente possano essere comprese, adottate e trasformate in valore industriale.
L’open innovation non è quindi vista come un’attività isolata, ma come un processo che richiede una base culturale e organizzativa forte.
Le tre direttrici dell’open innovation in Pirelli
Università e centri di ricerca: una collaborazione storica
La prima direttrice dell’open innovation in Pirelli è rappresentata dalle collaborazioni con università e centri di ricerca. Gli accordi quadro garantiscono continuità e permettono di sviluppare progetti congiunti su temi strategici. Modelli come i consorzi, dove più aziende collaborano sullo stesso tema tecnologico, sono considerati molto efficaci.
Secondo Donetti, questo tipo di collaborazione permette di affrontare sfide complesse che richiedono competenze complementari e risorse condivise.
Partner industriali: fornitori e clienti strategici
La seconda direttrice riguarda i partner industriali. Pirelli lavora con fornitori e clienti non solo come attori di filiera, ma come co-sviluppatori di soluzioni e innovazioni. Si tratta di relazioni spesso confidenziali e orientate a risolvere problemi concreti, con impatti immediati sulla qualità del prodotto e sulla competitività.
L’apertura al mondo startup: una novità recente
La terza direttrice è la più recente: l’apertura formale al mondo startup. Donetti spiega che questa apertura è arrivata in modo strutturato solo nell’ultimo anno e che l’azienda si sta muovendo con attenzione per integrare iniziative di scouting e collaborazione.
L’introduzione delle startup nel modello Pirelli è stata anche favorita dal contesto del PNRR, che ha stimolato molte aziende italiane a rafforzare la propria capacità di innovare attraverso partnership esterne.
Donetti evidenzia inoltre un dato significativo: il budget dedicato ai progetti di Open Innovation è raddoppiato tra il 2024 e il 2025. Un segnale forte, soprattutto in un settore come l’automotive che sta vivendo trasformazioni profonde e complesse.
L’importanza del knowledge management per sostenere l’innovazione
L’Academy interna come leva strategica
Un’altra componente cruciale del modello Pirelli è la gestione della conoscenza. La Pirelli Academy rappresenta uno degli strumenti principali per supportare l’innovazione: i formatori interni aiutano a diffondere competenze e best practice in tutta l’organizzazione.
Secondo Donetti, la formazione è essenziale per “supportare la crescita delle persone che lavorano con noi”. L’Academy permette di allineare le competenze tra le sedi internazionali e di preparare la forza lavoro alle nuove sfide tecnologiche.
Upskilling digitale e progetti innovativi
L’open innovation porta inoltre in azienda progetti che favoriscono lo sviluppo di nuove competenze digitali. La trasformazione digitale non è vista come un effetto collaterale dell’innovazione, ma come una dimensione integrata nel percorso di crescita.
Collaborazioni, progetti esterni, nuovi strumenti e metodi contribuiscono a un processo di upskilling continuo che sostiene la competitività dell’azienda.
Open innovation come abilitatore della trasformazione
L’intervento di Donetti mette in evidenza un concetto chiave: l’open innovation è un abilitatore, non un fine. È un approccio che permette di esplorare nuove tecnologie, costruire relazioni, valorizzare la conoscenza interna e sostenere la trasformazione digitale in un settore ad alta complessità come l’automotive.
La combinazione tra pratiche esterne (università, partner industriali, startup) e pratiche interne (knowledge management, Academy, roadmap condivisa) consente a Pirelli di costruire un modello di innovazione che cerca di rispondere alle esigenze del presente e di preparare l’azienda alle sfide future.






