Home smart home, ci vogliamo provare?

Sulle smart city si parla molto ma si fa poco. Ma c’è una nuova opportunità che non possiamo lasciarsci sfuggire: l’automazione delle nostre case grazie. Se le nostre aziende non si muovo subito e con lungimiranza rischiano di essere spazzati dai colossi digitali che arrivano da altri settori

Pubblicato il 07 Lug 2014

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Pietro Paganini

Ci sono poche straordinarie opportunità che le imprese e gli imprenditori italiani non possono perdere. Non ci sono solo e stampanti 3D o la gestione dei così detti “big data”. C’è l’automazione delle nostre città e delle nostre case. Di Smart City si è detto e scritto tanto, anche se i risultati sono scarsi. Molte grandi imprese hanno investito e prodotto, poche PMI lo hanno fatto, ma è mancato il settore pubblico. Non sono mancati solo gli investimenti, è mancata la cultura e la volontà di realizzare città intelligenti, cioè città più vivibili e sostenibili. Le nostre amministrazioni, soprattutto nelle grandi città, sono andate nella direzione opposta. Speriamo almeno che sfruttando l’Expo, Milano possa emulare Amsterdam e Stoccolma.

La Smart Home è la nuova frontiera. l’opportunità che come imprenditori e cittadini non possiamo perdere. Per il vero siamo leggermente in ritardo. O meglio, molti nostri imprenditori hanno capito prima di chiunque altro il mercato e stanno sfornando prodotti eccezionali, qualitativamente superiori a chiunque altro, per migliorare l’abitabilità delle nostre case. Possiamo contare su ottime piattaforme di domotica, siamo in grado di coibentare meglio o di godere di tecniche costruttive come pochi altri. Insieme a tedeschi e nord europei guidiamo il plotone degli innovatori.

Davide & Golia. Tuttavia rischiamo anche qui di subire il colpo, non appena i giganti, americani e e asiatici, entreranno sul mercato a gamba tesa. Lo stanno già facendo, Apple, Google, Samsung, su tutti, generando un processo mai visto prima: la casa è il luogo dove imprese o colossi che operano in settori originariamente molto diversi, si incontrano. Le loro tecnologie convergono, entrano in cooperazione o in competizione. Google non è più solo un motore di ricerca, e a breve ci offrirà strumenti per automatizzare la nostra casa. Così farà Apple. Corning metterà sul mercato vetri interattivi che faranno concorrenza ai produttori di dispositivi quali tablet e smart-phone, così come Samsung.

Internet delle Cose. Internet è il filo conduttore della casa automatizzata. Ogni dispositivo, ogni superficie, ogni oggetto, sarà connesso a noi, al nostro volere, e forse, anzi presto sicuramente, ai nostri sensi, al nostro stato mentale. E’ l’Internet delle Cose. Possiamo gestire la temperatura nei vari locali attraverso la domotica e tecniche costruttive e impianti che ci consentono di ottimizzare le risorse energetiche. Non ci servirà più il gas e saremo in grado di immettere nella rete l’energia in eccesso che produciamo. Gestiremo le luci a distanza o meglio, le luci e le pareti funzioneranno in base al nostro stato d’animo nei diversi momenti della giornata. Gli elettrodomestici saranno connessi tra di loro e con noi, funzioneranno così da farci risparmiare risorse e gestire al meglio le nostre attività casalinghe. Parleranno con i prodotti del supermercato che a loro volta saranno connessi ad applicazioni con cui potremo monitorare i nostri consumi calorici e il nostro benessere.

Being Smart. Per una casa smart ci vogliono imprenditori e abitanti smart. I primi stanno seguendo la loro curiosità e la propensione a fare e innovare. I secondi devono crescere la consapevolezza che una casa intelligente è prima di tutto un incredibile opportunità di sostenibilità, un importante risparmio economico, anche se quantificabile nel lungo termine. Perchè automatizzare è ancora complesso, richiede competenze e costa. Serramenti anti-rumore, domotica, elettrodomestici intelligenti e impianti geotermici costano, giustamente. Richiedono anni di ricerca, sforzi immensi.

Il ritorno sugli investimenti richiede tempo. E’ qui che i giganti globali annientano le nostre imprese. Ma noi abitanti possiamo e dobbiamo dar loro una mano. Lo sforzo economico iniziale, perchè di questo si tratta, ritornerà nel tempo. Nel frattempo guadagniamo in benessere. Una casa smart è prima di tutto un ambiente dove possiamo migliorare le nostre condizioni di vita con un minore impatto sull’ambiente. Geotermico e domotica sono prima di tutto strumenti per vivere meglio.

Smart Government – La sfida delle imprese è qui. Convincere il consumatore che prima che di soldi si deve parlare di benessere. Dobbiamo costruire la cultura dello star bene a casa. Abbiamo fallito con le città smart, cerchiamo di non farlo ancora. Certo, anche e soprattutto per chi segue un approccio liberale alla cosa pubblica, il ruolo della politica diventa fondamentale. Si tratta di capire se vogliamo continuare ad incentivare l’impiego di determinate tecnologie e piattaforme, o se vogliamo provare a disincentivare tutto quello che produce scarsa sostenibilità e poco benessere. Tutto questo deve avvenire all’interno di un piano strategico nazionale con una visione e obiettivi chiari: creare benessere abitativo e ambienti sostenibili in tutti gli edifici del paese. E’ una sfida ambiziosa, certo, ma è anche, e soprattutto, un’opportunità straordinaria per il paese, per noi “abitanti”, per le nostre imprese. Sosteniamole.

Pietro Paganini è Curiosity Chair di Competere @pietropaganini

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