IL CASO

Uber, i tassisti fermeranno tutte le app?

Non c’è solo Uberpop a insidiare il business dei taxi: in Italia è già diffusa BlaBlaCar, che offre passaggi a pagamento nelle lunghe distanze, e la neonata LetzGo, attiva a Milano. E in Usa la startup di San Francisco ha diversi concorrenti

Pubblicato il 22 Mag 2014

uber-digital-startup-140518200437

Non c’è solo Uber a fare concorrenza ai tassisti tradizionali. Da tempo fioriscono anche in Italia applicazioni e piattaforme online che stanno cambiando il modo di viaggiare. Una realtà in crescita di cui la startup fondata cinque anni fa a San Francisco da Garrett Camp e Travis Kalanick potrebbe essere, alla fine, solo la punta dell’iceberg. E con cui, volenti o nolenti, autisti o tassisti old style stanno facendo i conti. Perché le app si moltiplicano, gli utenti anche, e ci si chiede come i guidatori di taxi o professionisti analoghi riusciranno a fermare questo trend, se è questo che vogliono.

L’app BlaBlaCar, più passeggeri degli Eurostar

L’app più nota, che sta spopolando tra gli italiani, è BlaBlaCar, che consente di offrire passaggi in auto nelle lunghe distanze in cambio di una somma di denaro per le spese di benzina e autostrada. Come ha scritto di recente il quotidiano inglese The Telegraph, oggi BlaBlaCar in Europa fa muovere più persone dei treni Eurostar. Ideata nel 2007, ma partita ufficialmente con questo nome nel 2009, da Olivier Bremer, tedesco cresciuto in Umbria, attualmente la piattaforma ha oltre 6 milioni di utenti iscritti in 12 Paesi e si stima che più di un milione di persone viaggino con BlaBlaCar ogni mese. Anche in Italia ha avuto gran successo per la sua formula che permette di risparmiare, fare un viaggio in compagnia e conoscere gente nuova. Sul risparmio è presto detto: un passaggio da Napoli a Milano nei giorni a ridosso di Natale veniva offerto all’incirca a 30 euro, un terzo del costo del viaggio in treno con Italo e Frecciarossa negli stessi giorni. Sulla possibilità di fare nuovi incontri vige il controllo dei social: ogni utente ha infatti una scheda dove gli altri possono leggere il suo livello di esperienza. E chi offre un passaggio si sottopone alla dura legge dei feedback, con la possibilità di vedere messa per iscritto l’opinione di chi ha viaggiato con lui.

Tutta milanese LetzGo, per l’autostop in città

Un’altra app simile, nata da poco e tutta italiana è LetzGo: mentre BlaBlaCar è pensata per percorsi lunghi, questa applicazione consente di chiedere e offrire passaggi in macchina di pochi chilometri ed è ideata soprattutto per chi si deve spostare da un capo all’altro di una grande città. Permette di muoversi senza essere legati a orari e tratte dei mezzi pubblici e a prezzi decisamente contenuti. Il servizio è per ora attivo solo a Milano, ma il progetto è quello di estenderlo a tutte le maggiori città italiane, e ci sono già piani per esportare

Presentata ufficialmente durante il Fuorisalone, l’app ha già superato i 500 iscritti. “L’idea è nata anni fa”, spiega Davide Ghezzi, socio fondatore insieme a Luigi Pincelli e Sabrina Vinella. “Mi sembrava assurdo che quasi tutte le auto che vedevo passare avessero un solo passeggero. Un tempo non c’era la tecnologia adatta per rimediare, e l’alternativa era affidarsi a un pericoloso autostop. Ora invece le possibilità ci sono”. Anche in questo caso si attiva una sorta di meccanismo di controllo attraverso i social network. E a fine viaggio la app calcola il consumo di benzina e il passeggero, che se vuole può condividere le spese. “Il rimborso non è obbligatorio proprio perché non vogliamo che LetzGo possa essere visto come uno strumento per far soldi” spiega Pincelli.

Siti di car sharing e applicazioni

Stanno spuntando nel nostro Paese anche diversi siti di car sharing, car pooling o autostop, alcuni dei quali hanno anche già lanciato applicazioni. Tra le piattaforme più note c’è carpooling.it, portale italiano per cercare passaggi in auto anche per l’Europa. Si può prenotare il viaggio solo dopo aver definito telefonicamente tutti i dettagli con l’autista o il passeggero e per visionare i giudizi sugli utenti e i feedback dei viaggi bisogna effettuare il log in. Si può pagare il passaggio in contanti o con carta di credito e PayPal. Da poco Carpooling.it ha lanciato un’applicazione gratuita per iPhone, iPod Touch e iPad, che consente di individuare il passeggero più adatto per condividere il viaggio.

Nel campo delle applicazioni legate al car pooling c’è poi la novità lanciata dal portale italiano Bring-me. Si tratta dell’app “Carpooling Certiticate” che permette di certificare l’effettiva compresenza su una stessa vettura di uno o più passeggeri. Come funziona? La certificazione del viaggio avviene grazie al lancio dell’app da parte di un componente dell’equipaggio sul proprio smartphone. “Carpooling Certificate” rileva via bluetooth o attraverso l’interazione tra applicazioni gli altri componenti e stabilisce così quante persone sono presenti a bordo. Durante il viaggio l’applicazione conteggia i chilometri percorsi e all’arrivo verifica la presenza dei medesimi apparati telefonici individuati alla partenza. Il sistema riporterà un certificato che indicherà la strada percorsa, il numero di persone presenti e la CO2 risparmiata. Quest’ultimo dato viene calcolato in maniera standard considerando le emissioni di CO2 previste dalla normativa Euro5: 130 grammi di CO2 per chilometro moltiplicate per ogni passeggero (ad esclusione del conducente). “Con questa app – ha spiegato Gerard Albertengo, amministratore di Bring-me – puntiamo a creare un sistema premiante, in accordo con eventi o enti pubblici, che porti ad ottenere sconti riservati a chi raggiunge in car pooling questi luoghi convenzionati. Per assegnare gli sconti occorreva però uno strumento che certificasse la condivisione dell’auto. Ora con Carpooling Certificate questo è possibile”.

Uber, negli Usa ci sono già i competitor

Se i tassisti milanesi sono spaventati da Uber, e in particolare da Uberpop, il servizio della che consente anche ai privati cittadini di effettuare corse a pagamento, negli Usa stanno già proliferando i competitor della company di San Francisco. Per esempio di recente ha debuttato a Los Angeles Toro Ride, società fondata da Mel B. delle Spice Girls, che fa lo stesso servizio di Uber ma sostiene di avere modelli di auto più lussuosi e prezzi più bassi.

Nel frattempo sta prosperando Lyft, servizio attivo a fine 2013 in una sola città e oggi già presente in una sessantina. Basata a San Francisco, la startup promette viaggi gratis per due settimane in quelle città in cui inaugura il servizio e si distingue perché le automobili portano sul paraurti anteriore baffi rosa fluorescenti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4