Le Startup Innovative a Vocazione Sociale (SIAVS) sono una particolare categoria di startup innovative previste dall’ordinamento italiano (Decreto Crescita 2.0 del 2012) che operano in settori di rilevanza sociale, come assistenza sanitaria, educazione, tutela dell’ambiente, inclusione lavorativa di categorie svantaggiate. Portano quindi il loro contributo al variegato mondo dell’innovazione sociale.
A differenza delle startup innovative “classiche”, devono obbligatoriamente esercitare attività in uno dei settori previsti dalla normativa sulle imprese sociali (D.Lgs. 155/2006) e reinvestire almeno il 70% degli utili. Sono iscritte in una sezione speciale del Registro delle Imprese e godono di una duplice identità: profit e impatto sociale.
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Startup a Vocazione Sociale: i vantaggi
Le SIAVS beneficiano di un mix di agevolazioni economiche e riconoscimenti istituzionali. Oltre ai vantaggi generici delle startup innovative (esonero da imposte di bollo, deroghe al diritto societario ordinario, accesso semplificato al credito, incentivi fiscali per gli investitori), possono attrarre investimenti da fondi etici, CSR aziendali e bandi pubblici destinati all’economia sociale. Il valore aggiunto è anche reputazionale: operare nel sociale consente di distinguersi, fidelizzare stakeholder e costruire partnership solide nel terzo settore e con le istituzioni.
I limiti di un modello ibrido
Nonostante le potenzialità, le Startup a Vocazione Sociale incontrano diversi ostacoli. Il primo è di tipo culturale: l’ibridazione tra business e impatto non è ancora pienamente compresa né supportata da un ecosistema maturo. Le fonti di finanziamento sono ancora frammentate, con pochi investitori disposti ad accettare una redditività inferiore in cambio di un ritorno sociale. Anche la rendicontazione dell’impatto resta un nodo critico: mancano standard condivisi e strumenti operativi adeguati per misurare con rigore i risultati ottenuti.
Esempi in Italia di startup a vocazione sociale: dal welfare al digitale
In Italia si stanno affermando numerose SIAVS, spesso in settori legati al welfare, alla formazione e alla tecnologia per l’inclusione. Ne sono esempi Jobmetoo, piattaforma per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità, SocialFare, centro per l’innovazione sociale che lancia startup a impatto tramite accelerazione e investimento, e Medea Srl, che sviluppa tecnologie per la riabilitazione motoria. Il successo di queste esperienze dimostra la capacità del modello SIAVS di rispondere a bisogni reali con soluzioni imprenditoriali scalabili.
Uno sguardo al mondo: l’impatto è globale
Nel panorama internazionale, il concetto di startup a vocazione sociale si ritrova in forme simili come le Benefit Corporation negli USA o le Community Interest Company nel Regno Unito. Organizzazioni come Patagonia, pur operando in ambiti tradizionali come l’abbigliamento, hanno scelto di integrare nella propria mission l’impatto ambientale e sociale. Il movimento globale per l’imprenditoria sociale dimostra che l’equilibrio tra business e bene comune non è un’utopia, ma una traiettoria concreta verso un’economia più equa e sostenibile.