Innovazione

Pubblica amministrazione, la ministra pensa a un hackathon

Marianna Madia sta pensando di “chiamare” gli innovatori per avere idee sulla spesa pubblica. Ma non si potrebbe fare un albo veloce per le startup, come proposto da Salvo Mizzi? Noi facciamo gare, replicano alla Consip, ma offriamo una chance ai ‘piccoli’ con una piattaforma elettronica. Ecco come

Pubblicato il 14 Mar 2014

Il ministro Marianna Madia

Marianna Madia

Startup e pubblica amministrazione: un matrimonio possibile? La neo ministra della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione Marianna Madia sta pensando di realizzare un hackathon per la PA: dovrebbe trattarsi di un meeting in cui esperti di informatica fanno a gara per avanzare proposte su come ottimizzare la spesa pubblica attraverso l’innovazione digitale.

Riuscirà la giovane Madia ad aggirare vincoli e regole per gli acquisti della PA? Se per esempio un ministero ha bisogno della carta per le fotocopie o di nuove attrezzature per gli uffici deve rivolgersi a una delle aziende che ha vinto la gara d’appalto organizzata dalla Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici): esiste dal 1997 ed è appunto la centrale acquisti per la pubblica amministrazione. Negli anni è passata attraverso cambi di regole interni, ma la mission resta la stessa. Stando così le cose, è improbabile che un’azienda appena nata, o un team di startupper, abbiano i requisiti finanziari necessari, e una struttura operativa ad hoc, per riuscire a partecipare a gare che possono prevedere forniture di beni e servizi anche per diversi milioni di euro.

In un’intervista a EconomyUp, Salvo Mizzi, responsabile Internet Media & Digital Communication di Telecom Italia e founder di Working Capital, acceleratore di startup di TI, ha lanciato una proposta: “L’adozione del nostro albo veloce per tutta la pubblica amministrazione – ha detto – sarebbe una straordinaria riforma a km zero per spingere startup e innovazione”. All’interno della nuova direzione “Strategy e Innovation” di TI è stata infatti creata una struttura che si occupa, tra l’altro, dell’Albo Veloce, ovvero la lista di fornitori innovativi individuati tra le startup selezionate e accelerate da WCap. Uno strumento che, sostiene il manager, dovrebbe essere preso ad esempio dalla PA. “Basterebbe utilizzare il registro delle startup innovative del Ministero per lo Sviluppo Economico, trasmetterlo alla PA e dire: questi sono i soggetti che possiamo utilizzare per cambiare passo e aumentare l’efficienza. Sarebbe una piccola, grande rivoluzione. No cost”.

Si può fare? La modalità di acquisto da parte delle amministrazioni resta sostanzialmente quella dei bandi di gara, replicano da Consip, ma i ‘piccoli’ hanno un’altra chance: possono entrare in contatto con la PA attraverso il Mercato elettronico della PA (Mepa), sempre gestito da Consip. Un luogo virtuale in cui le amministrazioni pubbliche avanzano le loro richieste (ad esempio 80 banchi per una scuola di Novara), le imprese che ritengono di essere in grado di soddisfarle fanno la loro proposta e poi l’ente pubblico sceglie in base alla migliore offerta, con un meccanismo da asta online.

Occorre registarsi al sito https://www.acquistinretepa.it/opencms/opencms/ e i limiti di fatturato annuo richiesti sono pari a 25mila euro, salvo categorie specifiche. In questo modo l’azienda ha accesso a un mercato di elevato potenziale e la propria offerta può raggiungere una platea di utenti potenzialmente molto ampia, evitando pesanti costi di intermediazione grazie all’utilizzo delle tecnologie informatiche e della rete. Abilitandosi al Mepa un’impresa può scegliere l’ambito territoriale entro cui offrire i propri prodotti, che può essere una sola provincia, ma anche tutto il territorio nazionale. Una volta ottenuta l’abilitazione, è necessario tenere aggiornato il proprio catalogo, mantenendo allo stesso tempo il rapporto diretto con l’ente.

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