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Olimpiadi Milano-Cortina, il ruolo che possono giocare la tecnologia e le startup

Le Olimpiadi 2026 saranno decisamente tecnologiche. Ecco le aree in cui si avranno le maggiori innovazioni e le startup che potranno dare un contributo decisivo, dalle athletic performance alle smart arena, dai digital media alla fan experience. Anche su questo fronte possiamo puntare alla medaglia d’oro

Pubblicato il 02 Lug 2019

Vittoria Gozzi

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L’assegnazione dei Giochi Olimpici Invernali del 2026 a Milano e Cortina non è un successo casuale, bensì costruito nel corso del tempo, attraverso ottime idee, interessanti proposte, affascinanti suggestioni e moderne prospettive.

Pare questo, a mio avviso, il punto di partenza. L’aver pienamente soddisfatto la platea internazionale, superando le altre candidature, in fatto di serietà, ma anche di visione futura, di mentalità imprenditoriale e di capacità attrattive e di incoming. Non basta più, da sola, la straordinaria bellezza dell’Italia, a dare la spinta in più. Milano e Cortina non hanno certamente bisogno di presentazioni, ma in tempi moderni era necessario quel ‘quid’ in più.

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Olimpiadi 2026, perché l’Italia ha convinto?

Da questa premessa occorre iniziare. Perché abbiamo vinto? Abbiamo vinto per un combinato disposto di tre aspetti: quelli finanziari, quelli ambientali e quelli sociali.

Gli aspetti finanziari

Sono stati di tale e tanta importanza da aver convinto di questa candidatura non solo la politica (in altre occasioni assai litigiosa sulla questione Olimpiadi, vedasi il caso di Roma), ma anche una larghissima fetta dell’opinione pubblica. Il motivo è presto spiegato.

Il Comitato Olimpico Internazionale, ovvero il Cio, secondo le nuove regole contribuisce al 75 per cento all’organizzazione dei Giochi, con un finanziamento da oltre 1 miliardo di euro. È stata questa, a mio avviso, la “molla” decisiva per spingere gli italiani ad accettare questa candidatura. Il fatto che non verranno spesi, almeno nella parte maggiore, soldi pubblici.

Il resto, è frutto di una politica che, per una volta, ha saputo mettersi d’accordo. La restante parte dei Giochi, il 25%, sarà finanziata non dallo Stato centrale, bensì dalle Regioni Lombardia e Veneto e dalle Province autonome di Trento e Bolzano, che hanno fortemente voluto questa grande manifestazione. In cambio, il Governo consentirà alle Regioni in questione di trattenere gli introiti fiscali derivanti da questo che, a tutti gli effetti, punta a essere un grande investimento. Ciò permette di neutralizzare le polemiche sullo sperpero di soldi pubblici, grazie a una declinazione assai intelligente del processo di autonomie regionali.

Secondo tema, gli aspetti ambientali.

I Giochi Olimpici Invernali del 2026 puntano ad essere veramente a impatto zero. La proposta vincente da parte dell’Italia parla di: utilizzo del 100% delle energie rinnovabili e applicazione delle migliori soluzioni in circolazione in termini di efficienza energetica; illuminazione per il 100% attraverso luci a led; misure di mitigazione dei rischi legati ai cambiamenti climatici; mobilità elettrica; 75% totale dei rifiuti riciclati; abolizione completa delle plastiche monouso; riutilizzo del 100% del cibo non servito. Questi sono temi di rilevanza globale talmente importanti e impellenti che non potevano essere ignorati e che sono, fuor di dubbio, un altro punto di forza della proposta italiana.

Il terzo aspetto, quello sociale

Sta nella natura stessa delle città che ospiteranno le Olimpiadi. Anzitutto, rispetto al passato, verranno riutilizzate, modificandole o ammodernandole, il 95% di strutture già costruite e, soprattutto, già ampiamente frequentate. Non saranno lasciate ‘cattedrali nel deserto’.

È chiaro che, nell’ottica di ripristino del costruito, una parte da protagonista la dovrà avere la tecnologia: la sfida è quella di trasformare le strutture esistenti, attraverso un processo di ammodernamento, in vere e proprie arene di nuova generazione, le cosiddette “smart arenas”. Dove dovrà essere coniugato, nella maniera più ampia possibile, il binomio alla base di un evento come le Olimpiadi, cioè il saper legare sport e intrattenimento, spettacolo ed engagement, attraverso esperienze a 360 gradi.

Per questo, Milano e Cortina sono eccellenze assolute. La città più ‘europea’ del nostro Paese, probabilmente l’unica, e la ‘perla’ delle Dolomiti: luoghi che diventeranno punto di riferimento per lo sport, ma che lo sono già per tutto quello che le Olimpiadi devono creare in termini di indotto, di interesse e di marketing: il turismo, l’arte, gli spettacoli, le eccellenze enogastronomiche, le bellezze del territorio.

Le Olimpiadi della tecnologia

Fatte queste premesse, va detto che quelle del 2026 saranno le Olimpiadi dove la tecnologia applicata allo sport sarà probabilmente declinata ai massimi livelli. Una tecnologia tanto utile e fondamentale quanto sottile e latente: non si fa vedere, in quanto substrato abilitante, ma tutti la utilizzano per uno scopo, quello di arrivare a determinati obiettivi, sia in termini sportivi che di promozione e di fan experience.

Le 4 aree dove le startup possono avere un ruolo

Su questo fronte, il nostro incubatore Wylab da anni è impegnato a giocare una partita da protagonista. Personalmente, auspico che alcune delle startup che oggi sono in fase di avvio o di primissima attività, possano essere nel 2026 realtà pienamente consolidate e operative.

Sono queste, a mio avviso, le aree di attività che potranno dare valore aggiunto al contesto delle Olimpiadi Invernali: Athletic Performance, Digital Media, Smart Arena, Fan Experience.

Per ciascuna, mi piace portare a conoscenza qualche esempio virtuoso e mi piace immaginare che nel 2026 i servizi e i prodotti di queste giovani aziende non saranno più in fase di startup, ma prassi consolidate delle manifestazioni sportive.

Athletic Performance

ovvero strumenti per il monitoraggio, la misurazione e la predizione delle performances e l’elaborazione delle metriche di training. Salute e benessere, alimentazione e nutrizione.

Nel carnet di Wylab, da poco figura la collaborazione con Zone7, startup basata a San Francisco che ha sviluppato un algoritmo per il monitoraggio degli atleti e la prevenzione degli infortuni: il programma è in grado di prevedere il momento in cui gli infortuni sono più probabili, consentendo di adottare dei meccanismi di prevenzione.

Digital Media

cioè innovazioni nel campo di attività di media broadcasting e creazione di contenuti personalizzati. Social media, digital marketing, second screen. Bella l’esperienza di Vogo Sports, una startup che consente di rivedere in tempo reale un’azione di gioco appena avvenuta, direttamente sul proprio smartphone.

Smart Arena

ovvero applicazioni e piattaforme che automatizzano i servizi; dall’acquisto del biglietto, a nuove esperienze di spettacolo e interazione, fino alla sicurezza degli impianti. Tra le più importanti, ecco Dynamitick, applicazione che, attraverso un algoritmo, consente di fissare il prezzo del biglietto di un evento sportivo prendendo in considerazione diversi fattori, come le condizioni climatiche o la percentuale di riempimento dei vari settori. E poi Wesii, che attraverso l’utilizzo di droni verifica e controlla lo stato dei manti erbosi dei campi da calcio.

Fan Experience

cioè tecnologie che aiutano le organizzazioni a profilare e coinvolgere i propri utenti, fornendo un’esperienza sempre più immersiva. E qui mi viene in mente Zerogrado che, attraverso i social network e un’attività di messaggistica che include anche il gaming, mira a coinvolgere sempre di più i tifosi e a creare una community sempre più appassionata e interessata. Ma anche Virtual Soccer Zone, il gioco del calcio in realtà virtuale progettato per fan zone ed eventi da Orwell.

Da non dimenticare infine, specie per il mondo più giovane, tutto il grande settore degli E-Sports, fondamentale per coinvolgere una platea alla quale non basta più lo sport tout court. Le grandi manifestazioni sportive internazionali oggi cercano l’affiancamento con tornei di e-sports, per coinvolgere anche i giovanissimi nel perimetro dell’evento.

In conclusione, quanto più le Olimpiadi, e in generale tutto il mondo sportivo, sapranno seguire e farsi condurre dalla tecnologia, tanto più si riuscirà a creare un sistema virtuoso e premiante per tutti.

Dopo l’ottima notizia dell’aggiudicazione dei Giochi, l’Italia può e deve lasciare un segnale concreto, duraturo e futuro anche ora, nel lungo e intenso cammino di preparazione al grande evento. Abbiamo know how, voglia di far bene e indubbie capacità.

Possiamo essere medaglia d’oro. Medaglia d’oro già in partenza.

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Vittoria Gozzi
Vittoria Gozzi

Presidente di Wylab, incubatore aperto nel centro storico di Chiavari per sostenere le startup nel mondo dello sport.

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