IL ROUND

Michele Grazioli, 26 anni, e la sua startup Vedrai: finanziamento di 40 milioni

Fondata a 24 anni da Michele Grazioli nel 2020, Vedrai vuole democratizzare l’intelligenza artificiale per aiutare le PMI ad essere più competitive. Investitori eccellenti dietro il round da 40 milioni. Obiettivi: un polo di AI in Italia, l’internazionalizzazione e la quotazione entro i prossimi quattro anni

Pubblicato il 04 Apr 2022

Michele Grazioli, CEO Vedrai

A due anni dalla sua fondazione, Vedrai ha chiuso un round da quaranta milioni di euro: la startup propone soluzioni di intelligenza artificiale che permettono alle PMI di simulare l’impatto delle decisioni sui risultati aziendali.

A guidare l’aumento di capitale è Azimut, che non solo creato un veicolo ad hoc per offrire ai propri clienti la possibilità di sottoscrivere l’investimento, ma ha anche deciso di investire direttamente attraverso la proprietà.

Fondata nel 2020 da Michele Grazioli, 26 anni, Vedrai aveva già ottenuto nel 2021 un amento di 5 milioni, per un totale raccolto di quasi 50 milioni.  A sostenere la startup è un gruppo di 32 investitori provenienti da diversi background, tra cui molti nomi eccellenti: dal già citato presidente di Azimut Pietro Giuliani a personalità come lo chef Bobo Cerea, il cantante Andrea Boccelli, il calciatore Giorgio Chiellini e ancora l’AD di Calzedonia Sandro Veronesi e la famiglia Ferrari, solo per citarne alcuni.

“I nuovi fondi ci permetteranno di rafforzare la nostra presenza sul mercato italiano e, soprattutto, portare Vedrai fuori dai confini nazionali” dichiara Michele Grazioni. E non solo: in un’intervista al Corriere della Sera parla di un polo di intelligenza artificiale in Italia e una veloce quotazione in Borsa.

Che cosa fa Vedrai

Vedrai offre soluzioni di intelligenze artificiale creati per aiutare gli imprenditori nel processo decisionale basandosi sui dati.

“Vogliamo aiutare le PMI italiane a restare competitive prevedendo gli impatti sui risultati futuri dell’azienda” spiega Michele Grazioli, “Le imprese italiane sono sottocapitalizzate e quindi possono permettersi poco di sbagliare, ma adottare analisti o grandi società di consulenza è lungo e costoso. Noi proponiamo prodotti che simulano ogni giorno l’andamento dei prezzi delle materie prime, del mercato, le inclinazioni dei consumatori e molto altro e l’azienda può interrogare la parte che le interessa”.

Democratizzare l’intelligenza artificiale, quindi, e tramite l’intelligenza artificiale democratizzare il mercato.

“La crescita che abbiamo avuto negli ultimi due anni è stata ben sopra le nostre aspettative iniziali, ed è stata possibile grazie alle persone che siamo riusciti a coinvolgere. Vedrai nasce con un sogno e una filosofia ben chiari: ridare il tempo a chi deve prendere le decisioni” dichiara Michele Grazioli. “La sfida è impegnativa ed essendo gli obiettivi ambiziosi la strada da fare è ancora molta, ma è un orgoglio e un onore poter affrontare il viaggio con chi condivide insieme a noi questi valori”.

L’intelligenza artificiale spiegata agli imprenditori, passando dai giovanissimi

Vedrai nasce dall’idea di un giovane imprenditore della generazione Z, e si vede: la sua chiave è la semplicità nella comunicazione, per veicolare l’importanza dell’intelligenza artificiale anche ai giovanissimi.

Perché? “Sono i figli dei nostri potenziali clienti a poterli avvicinare a queste tecnologie”, dice Grazioli.

Durante il lockdown, Vedrai ha quindi aperto un account tiktok con Davide Reinecke, tiktoker con un milione di follower molto amato proprio dai più giovani, per spiegare la tecnologia in modo originale e concreto in brevi video da 30 secondi. Ha funzionato, portando a Vedrai 3 milioni di visualizzazioni organiche in un anno.

Che cosa c’è nel futuro di Vedrai

Oggi Vedrai ha tre sedi a Milano, Brescia e Pisa e impiega circa 80 persone, ma già guarda all’Europa. Senza però intenzione di lasciarsi l’Italia alle spalle: tra i progetti della startup c’è l’ambizione di creare un polo italiano per l’intelligenza artificiale, e l’obiettivo di quotarsi in borsa a Milano (e Parigi) entro 3/4 anni.

Dopo aver chiuso il 2020 con 1,4 milioni di euro di fatturato e 950mila di ebidtda, prevede di registrare nel bilancio 2021 una crescita del 200%.

Nella sua strategia di crescita ha già acquisito quote di Premoneo, specializzata in soluzioni per il dynamic pricing, di cui intende completare l’acquisizione entro il 2023. Ha inoltre siglato a fine 2021 una joint venture con Motive, produttore italiano di motori elettrici, per la manutenzione predittiva, e ha in lavorazione altre quattro acquisizioni con aziende e startup di intelligenza artificiale.

“Il nostro è un progetto che vive di entusiasmo” conclude Michele Grazioli, “è molto più importante sbagliare velocemente e imparare dagli errori, che aspettare di essere perfetti”.

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