Il contest

Life Science, 3 startup per curarsi in modo innovativo

Kyme applica le nanotecnologie alla radiologia; Postbiotica usa i batteri in modo naturale; Probiomedica applica la fototerapia al reflusso gastrico. Sono le nuove imprese premiate nella seconda edizione di BioUpper, l’iniziativa promossa da Novartis e Fondazione Cariplo. Per loro un voucher da 50mila euro per sviluppare il progetto

Pubblicato il 09 Mag 2017

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Sono Kyme, Postbiotica e Probiomedica le tre startup vincitrici della seconda edizione di BioUpper, l’iniziativa promossa da Novartis e Fondazione Cariplo a sostegno dei giovani talenti che vogliono fare impresa nel mondo delle scienze della vita. La giornata finale dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con PoliHub – l’incubatore gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano – e con la validazione scientifica di Humanitas, si è svolta lunedì 8 maggio nella sede del Ministero della Salute. I tre team, premiati direttamente dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, riceveranno un voucher da 50mila euro ciascuno, da parte di Novartis e Fondazione Cariplo, che dovrà essere investire nello sviluppo del loro progetto sul mercato.

Le tre idee di business che hanno conquistato i giurati rientrano in due ambiti del settore biomedicale: nanotecnologie applicate alla diagnostica medica e trattamenti terapeutici alternativi. Ecco quali sono: Kyme startup che applica le nanotecnologie alla diagnostica medica per migliorare i mezzi di contrasto oggi in uso clinico, permettendo un’identificazione precoce e più accurata delle patologie. Postbiotica sviluppa invece nuove terapie a base di derivati di batteri per prevenire e curare in modo naturale un ampio spettro di infiammazioni: dalle reazioni allergiche alle malattie croniche dell’intestino. Infine Probiomedica startup che offre un’innovativa fototerapia, tramite una una capsula ingeribile, per la cura dell’infezione da Helicobacter pylori, studiata per i pazienti antibiotico-resistenti, che rappresentano circa il 25% del totale.

«Sono felice di aver premiato i vincitori della seconda edizione, il fatto che questa iniziativa stia continuando a crescere ne testimonia la forza e la validità, grazie alla collaborazione tra istituzioni, istituti di ricerca, ricercatori, strutture sanitarie, aziende e investitori», ha dichiarato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Il programma mette in luce la nostra capacità di fare ricerca e innovazione, soprattutto nel campo biomedicale, dove in nostri ricercatori si distinguono per una formazione di altissimo livello. Spero che tutto questo possa avere una ricaduta in termini di brevetti e crescita imprenditoriale nel Paese: il trasferimento tecnologico è uno degli aspetti su cui sta puntando moltissimo il Ministero della Salute».

«L’ospitalità offerta dal Ministero della Salute alla finale di BioUpper 2017 testimonia l’importanza della collaborazione attiva tra soggetti pubblici e privati nel disegnare il futuro delle bioscienze in Italia”, ha dichiarato Georg Schroeckenfuchs, CEO e Country President di Novartis Italia. «L’esperienza positiva di BioUpper indica un percorso imprenditoriale credibile per le migliori idee di business espresse dalle life sciences nel Paese. Idee che sanno integrare le più avanzate tecnologie disponibili, creando soluzioni che migliorano l’offerta di salute ai pazienti e, allo stesso tempo, contribuiscono a salvaguardare la sostenibilità del sistema. Proprio nella capacità di promuovere ‘l’innovazione sostenibile’, nel panorama della sanità italiana, credo risieda una delle più significative qualità di BioUpper».

Alla finale hanno partecipato 10 startup (Bteam, Golgi, Holey, Kyme, Newrosparks, PD-Watch, Postbiotica, Probiomedica, Watch-Me e Wound Viewer che si sono sfidate in pitch di minuti ciascuno davanti a una giuria composta da esponenti del mondo delle imprese, della ricerca, della finanza e delle istituzioni. L’iniziativa di BioUpper di quest’anno ha riscosso particolare successo, raccogliendo 151 candidature, 30% in più rispetto al 2015. BioUpper è stato lanciato nel 2015, il 60% dei team della prima edizione – si legge in una nota – sì è costituito impresa, mentre il 40% sta continuando la fase di sviluppo del proprio progetto. progetto. Il 70% dei team, inoltre, ha stretto delle partnership commerciali e il 50% di questi ha già chiuso contratti con i primi clienti. L’80% dei progetti, poi, ha raccolto investimenti per oltre 2milioni di euro, provenienti in particolare da investitori privati e venture capitalist.

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