STRATEGIE

La Ue punta i riflettori sul crowdfunding

È operativo il Forum Europeo degli Stakeholder, gruppo di lavoro composto da associazioni ed enti, incaricato di valutare vantaggi e rischi della raccolta fondi online. L’Unione non esclude in futuro “azioni legislative” per regolamentare il settore

Pubblicato il 10 Lug 2014

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Anche l’Unione europea parte all’esplorazione del crowdfunding. È decollato a fine giugno il primo gruppo di lavoro su questa modalità emergente di raccolta fondi online particolarmente “cara” a startup e pmi: si chiama Forum Europeo degli Stakeholder (Ecsf), è stato costituito dalla Commissione europea, ne fanno parte vari soggetti, dalle banche alle associazioni di categoria agli istituti di ricerca, ed ha come scopo lo studio di potenzialità e rischi del crowdfunding, con conseguente, eventuale valutazione di una normativa applicabile al modello.

Il fischio di partenza risale al 27 marzo scorso, quando la Commissione europea ha adottato una comunicazione in materia. Obiettivo: esplorare le potenzialità della raccolta fondi online in ambito Ue “sviluppando, in collaborazione con gli stakeholder, un pensiero comune a livello europeo e la preparazione del terreno per possibili, future azioni”.

Questo perché, come ricorda la stessa Commissione, il crowdfunding è una fonte di finanziamento alternativa emergente, aperta al pubblico solitamente attraverso Internet e utilizzabile da una ampia gamma di attori: pmi, artisti, startup innovative, imprenditori sociale e così via.

Il 16 maggio è partita la “call for application”, con cui si invitavano i soggetti interessati a presentare richiesta per entrare a far parte del Forum. E il 25 giugno l’Ecsf è stato ufficialmente lanciato.

La sua missione è di assistere la Commissione nello sviluppo di politiche che consentano al crowdfunding di espandersi ma che allo stesso tempo tengano di conto gli interessi dei finanziatori. I componenti del gruppo dovranno contribuire a promuovere le migliori pratiche del settore, aumentare la consapevolezza e la trasparenzasu queste tematiche, sviluppare modelli formativi e facilitare lo sviluppo di un marchio di qualità che funga da garanzia agli investitori.

Il Forum seguirà da vicino lo sviluppo dei mercati di crowdfunding e dei quadri giuridici nazionali. Per il momento non si parla di direttive da emanare. Verranno comunque valutate le auto-regolamentazioni vigenti in ciascun Paese membro e naturalmente la legislazione italiana, per ora unica in Europa a regolamentare l’equity crowdfunding.

La comunicazione Ue precisa però che si potra “valutare la necessità di ulteriori azioni a livello di Ue, compresa l’azione legislativa”.

Di recente Assolombarda è entrata a far parte del Forum. L’associazione degli industriali milanesi è stata scelta per le attività promosse in materia di crowdfunding attraverso il progetto Crowdfunding Lombardia – uno dei 50 progetti del Piano strategico di Assolombarda per ‘Far volare Milano’ – e la costituzione di un advisory board dedicato.

Proprio un membro dell’advisory board, Umberto Piattelli, sarà delegato a rappresentare l’associazione in sede europea.

“La mission dell’Ecsf – afferma Stefano Venturi, membro del Comitato di Presidenza Assolombarda e responsabile dei progetti ‘Crowdfunding Lombardia’ e ‘Startup Town’ – è perfettamente in linea con quanto promosso da Assolombarda a livello locale e nazionale con il progetto Crowdfunding Lombardia: fare sistema, diffondere cioè la cultura di quello che si avvia a diventare un canale di finanziamento alternativo per le imprese europee e per le startup. Sono tutti obiettivi – ha concluso – che abbiamo messo a punto con il nostro advisory board e che stiamo promuovendo sia a livello istituzionale, attraverso la proposta di modifiche normative, sia sul territorio attraverso iniziative concrete”.

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