ECOSISTEMA

Investimenti in startup 2023: 1,13 miliardi, in calo del 39%

Come era previsto, gli investimenti in startup nel 2023 hanno subito una pesante battuta d’arresto, dovuta anche al rallentamento del venture capital internazionale. La raccolta supera di poco la soglia del miliardo, tornando ai livelli d’inizio decennio.

Pubblicato il 30 Nov 2023

Investimenti startup Italia 2023

Un calo annunciato quello degli investimenti in startup nel 2023, anche per effetto dell’onda lunga negativa del venture capital internazionale.

Quest’anno gli investimenti in startup si fermano a 1,13 miliardi, in calo del 39% rispetto al 2022. È il dato presentato dall’Osservatorio Startup HiTech del Politecnico di Milano che, come ogni anno, tira le somme sulla salute finanziaria dell’ecosistema italiano.

Investimenti in startup 2023, il ruolo marginale delle aziende

Gli investimenti da parte di attori formali (fondi Venture Capital indipendenti, fondi Corporate Venture Capital aziendali e fondi governativi) confermano il loro tradizionale ruolo di guida per l’intero ecosistema, limitando la propria decrescita ad un -14% rispetto al 2022.

Il dato conferma il ruolo infrastrutturale assunto dal comparto formale, che dopo aver garantito la tenuta dell’ecosistema nel biennio pandemico, nel 2023 vede anche la nascita di nuovi attori nel Paese. Continuano invece a giocare un ruolo marginale gli investimenti Corporate, strutturati o meno, nonostante la crescente attenzione degli esperti di settore sul tema.

I finanziamenti da attori informali, un crollo del 43%

I finanziamenti da attori informali (che includono Venture Incubator, Family Office, Club Deal, Angel Network, Independent Business Angel, piattaforme di Equity Crowdfunding, aziende non dotate di fondo strutturato di Corporate Venture Capital, e nuove forme di venturing quali Startup Studio e Venture Builder) registrano una contrazione del -43% circa.

Tale decremento è specchio della situazione contestuale, dove l’incertezza economica e l’aumento dei tassi interesse rendono gli investitori informali più riluttanti ad investire in startup a causa dell’alto rischio e dell’incertezza associati a tali investimenti, soprattutto se paragonati ad altre asset class più sicure. Non sorprende quindi che anche il segmento dell’Equity Crowdfunding registri una significativa contrazione rispetto all’ultima osservazione .

La ritirata degli investitori internazionali: – 55%

È la componente dei finanziamenti internazionali a determinare in maniera significativa il decremento rispetto al risultato dello scorso anno, con un calo del – 55%.

Un risultato che riflette soprattutto l’assenza dei grandi mega round, tradizionalmente alimentati da grandi player internazionali. Peraltro, il calo ricalca una situazione comune a livello europeo segnata da un costante declino dei finanziamenti late-stage e una ormai cronica scarsità di exit, in particolare in termini di IPO.

Un calo in linea con gli andamenti internazionali

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Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Startup Hi-Tech

“I risultati confermano come l’ecosistema del nostro Paese si sia ormai stabilmente attestato oltre la soglia rappresentativa del miliardo di euro di investimenti annui, che era stata per la prima volta superata nel 2021”, commenta Andrea Rangone, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Startup Hi-Tech. “È necessario, tuttavia, inquadrare la significativa decrescita registrata nel 2023 nello scenario macroeconomico nazionale e internazionale in cui si collocano. Il dato italiano rilevato, infatti, risulta in linea con le evidenze internazionali, che vedono ad esempio il valore del mercato del Venture Capital Europeo diminuire del -49% nei primi 9 mesi del 2023 rispetto all’anno precedente”.

Il circolo virtuoso fra founders e nuove startup

“Il 2023, come ci aspettavamo, si è chiuso a tinte chiaro-scure: da una parte la riduzione degli investimenti, soprattutto a causa dell’assenza dei mega-round, in linea con il mercato globale ma, dall’altra, il superamento strutturale della soglia psicologia del miliardo, l’ingresso di nuovi player – anche internazionali – tra gli attori formali e la tenuta dei round seed sia come ammontare medio che come numero”, commenta Giorgio Ciron, direttore di InnovUp

Giorgio Ciron, direttore di InnovUp

Nel segmento seed il 2023 ha visto l’avvio di un circolo virtuoso tra founders di successo e nuove iniziative imprenditoriali, dove i primi supportano le seconde.

“Questo è uno degli elementi che, come espresso nella nostra recente assemblea annuale – A New Hope! – ci fanno sperare in un 2024 di ulteriore crescita e sviluppo dell’ecosistema”, aggiunge Ciron.  “Una traiettoria che sarà possibile anche grazie ad una ripresa a pieno regime delle attività di CdP Venture Capital, guidata dal nuovo Board, e alla realizzazione dello Startup Act 2.0 cui stiamo lavorando con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy al fine di aggiornare il quadro normativo e gli incentivi che abilitano il settore”

Si consolida il gap italiano rispetto all’Europa

Rispetto al benchmark internazionale, che compara gli investimenti da parte di attori formali in Italia con gli investimenti domestici degli stessi in altri ecosistemi europei più maturi ed economie comparabili quali Francia, Germania e Spagna, si mantiene il gap consolidatosi negli anni precedenti, con una dimensione relativa dell’ecosistema italiano pari a circa 1/6 rispetto a quello francese, 1/4 rispetto a quello tedesco, e comparabile rispetto a quello spagnolo.

Antonio Ghezzi, direttore dell’Osservatorio Startup Hi-Tech

“Gli investimenti in equity nel 2023 sono stati indubbiamente influenzati instabilità geopolitica e dell’andamento economico e finanziario, caratterizzato sia dagli aumenti dei tassi di interesse, sia da un’attenuazione della spesa con l’incremento dell’inflazione. La sottrazione di circa 300 milioni di euro dalle disponibilità del Fondo Nazionale Innovazione nell’ambito del disegno di legge sul Made in Italy, ha inoltre destato nuovi motivi di preoccupazione”, osserva Antonio Ghezzi, Direttore dell’Osservatorio Startup Hi-Tech. “Ma mentre il contesto macroeconomico presenta sfide significative, il ruolo delle startup rimane fondamentale come motore di crescita economica e innovazione: è per questo cruciale sfruttare oggi la frenata dell’intero mercato globale per tentare di ridurre il gap rispetto agli altri ecosistemi europei, un obiettivo che non può prescindere dall’impegno costante dei policy-maker, delle corporate e delle istituzioni nazionali.”

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Redazione EconomyUp
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