INNOVAZIONE & PA

GovTech in Italia: nel 2022 appalti pubblici per l’8,9% delle startup con contratti per 4,6 miliardi

Oltre 1200 startup nel 2022 hanno lavorato con la pubblica amministrazione, quasi sempre tramite Raggruppamenti Temporanei di Impresa (RTI). Lo stato del GovTech in Italia in un’indagine di Feel con InnovUp

Pubblicato il 08 Giu 2023

GovTech in Italia

GovTech in Italia a che punto siamo? Come innovazione e trasformazione digitale entrano nella pubblica amministrazione con le startup? Nel 2022 l’8,85% delle startup innovative italiane presenti nel registro del MiSE ha lavorato almeno una volta con una stazione appaltante pubblica (1.258 su 14.211). Le stazioni appaltanti interessate sono state 1.963. Il valore complessivo dei contratti pubblici aggiudicati alle startup innovative nell’anno 2022 è di 4,6 miliardi di euro, in grandissima parte tramite Raggruppamenti Temporanei di Impresa (RTI); escludendo questa casistica, l’importo complessivo aggiudicato alle sole startup innovative si riduce a 54 milioni di €, suddivisi in circa 4.000 contratti.

Questi i principali dati che emergono dello studio “Public Procurement of Innovation: dinamiche di collaborazione tra startup e sistema pubblico in Italia”, condotto da Feel, think tank che si occupa di innovazione aperta e trasformazione digitale per il sistema pubblico, in collaborazione con InnovUp. (qui si può scaricare la ricerca che fotografa lo stato del GovTech in Italia)

Che cos’ il GovTech

Il GovTech è il termine usato per indicare l’uso delle tecnologie digitali per migliorare i servizi pubblici e l’efficienza dell’amministrazione pubblica. Questo settore si concentra sulla creazione di soluzioni tecnologiche per aiutare i governi a gestire meglio le loro attività e servizi, migliorando la comunicazione con i cittadini e riducendo i costi.

Negli Stati Uniti, il GovTech è un settore in crescita, con un mercato stimato di circa 500 miliardi di dollari. Ci sono molte aziende emergenti e startup che si concentrano sulla creazione di soluzioni tecnologiche per il settore pubblico. I

n Europa, il GovTech è un settore in espansione, ma ancora relativamente nuovo che però ha un valore stimato in circa 116 miliardi di euro.  Ci sono già diverse iniziative e programmi che mirano a promuovere lo sviluppo del GovTech, come il programma di accelerazione GovTech Catalyst del governo britannico o il programma di start-up GovTech del governo francese.

Il GovTech in Italia

L’Italia è tra i Paesi di testa del GovTech Maturity Index 2022 sviluppato dalla World Bank che misura la maturità dei Paesi nel percorso della transizione digitale della Pubblica Amministrazione. Tuttavia, osservando il DESI, Digital Economy & Society Index (EU 2022), che misura la “competitività digitale” complessiva dei Paesi europei, l’Italia risulta solo al 18esimo posto sui 27 Stati dell’UE, ma è anche lo Stato che ha migliorato maggiormente il proprio ranking rispetto all’edizione 2017, grazie ad importanti investimenti e politiche per la digitalizzazione.

“Rendere più attrattivo ed accessibile il sistema pubblico dal punto di vista delle startup è una linea di policy che può portare benefici ai cittadini. Un sistema pubblico efficiente ed efficace negli acquisti innovativi è un asset per il Paese che può favorire lo sviluppo di piattaforme che ambiscono a diventare campioni a livello internazionale. E le piattaforme sono soft power e leve di geopolitica” afferma Marcello Coppa, co-founder di Feel.

GovTech, il grado di maturità della pubblica amministrazione italiana

All’interno dell’analisi svolta sono stati individuati quattro archetipi per rappresentare il grado di maturità e innovazione della Pubblica Amministrazione in relazione al GovTech e alla collaborazione con le startup: i free rider, in posizione più defilata e che beneficiano solo indirettamente dell’innovazione generata dal GovTech, gli esploratori cauti, che considerano le startup una nicchia con cui sperimentare soluzioni di frontiera comunque secondarie rispetto alla propria strategia di innovazione, i burocrati creativi, fortemente motivati nel collaborare con le startup ed innovare ma limitati da risorse o altre barriere contingenti, ed infine i leader, che mettono le startup al centro della loro strategia di innovazione con risorse e mandato di agire adeguati.

Startup e pubblica amministrazione: opportunità e criticità

Le startup intervistate nell’ambito della ricerca sono per lo più piccole e giovani imprese a bassa capitalizzazione: il 45% ha meno di 3 anni, la metà fattura meno di 250mila €; poche hanno già raccolto capitali da fonti terze in uno stage di pre seed/seed.
Per oltre la metà delle startup, il sistema pubblico è uno dei possibili mercati di riferimento, ma non l’unico e non il principale.

Le tecnologie di riferimento sono molto varie con una leggera maggiore concentrazione nel settore del healthtech e dell’edu tech, le gare più partecipate sono spesso connesse a progetti o programmi finanziati dal PNRR.

La dimensione tipica dei contratti rimane molto esigua, con una prevalenza di affidamenti diretti sottosoglia,per un valore medio di 13.245 € e una mediana di 2.459 €.

Per oltre il 60% dei rispondenti, il sistema pubblico è un target interessante, soprattutto per l’affidabilità nei pagamenti (“molto rilevante” per il 43% delle startup) e per la rilevanza dei budget (“molto rilevante” nel 34% dei casi).

Tra i punti più critici, invece, le tempistiche dei pagamenti (30%) e il basso livello di competenza tecnica della PA nella valutazione delle proposte (39%), che rende difficile per una startup far comprendere il valore della propria soluzione innovativa.Inoltre, la complessità delle procedure amministrative (43%) e i requisiti di capacità economica (36%) costituiscono una barriera ulteriore alla collaborazione tra questi due mondi.

“Gli enti pubblici necessitano di condividere e accedere a pratiche di innovazione già sperimentate in ambito pubblico per diminuire le soglie di rischio e di incertezza percepite ed accelerare l’adozione di soluzioni tecnologiche provenienti anche dalle startup” aggiunge Andrea Landini, co-founder di Feel.

Pubblica amministrazione e startup, le modalità di collaborazione

Come prende forma il GovTech in Italia? La modalità di collaborazione più diffusa tra Pubblica Amministrazione e startup del campione è l’assegnazione di progetti sotto la soglia dei 40.000 € (20% dei casi), cioè importi piuttosto modesti anche a dimostrazione di una scelta verso una soluzione e di una procedura meno competitiva, seguita da un 12% di imprese innovative che passa attraverso una procedura negoziata senza pubblicazione di bando.

Marginali gli affidamenti oltre i 40mila euro o le convenzioni nazionali o regionali. Il partenariato per l’innovazione (dove la Pubblica Assistenza può rivolgersi a startup innovative di fronte all’esigenza di sviluppare prodotti, servizi o lavori innovativi non attualmente disponibili sul mercato con l’impegno ad acquistarli successivamente) è stato usato da meno del 10% delle startup coinvolte nello studio.

“L’emergere di queste strategie denota che i tempi e modi dell’innovazione difficilmente si impongono o si limitano per legge, e che la barriera principale all’innovazione è quella sostanziale (la valutazione, la qualità, l’impatto, la gestione, le competenze, gli economics diretti ed indiretti)” commenta Giorgio Ciron, Direttore di InnovUp. “Come Associazione abbiamo da sempre promosso l’Open Innovation quale leva per la competitività delle nostre imprese “tradizionali” e il contestuale sviluppo della filiera dell’innovazione, allo stesso modo riteniamo che anche la Pubblica Amministrazione debba aprirsi alle soluzioni innovative dotandosi di quelle competenze e capacità necessarie a costruire un ponte tra startup e sistema pubblico”.

Circa il 20% delle startup (soprattutto quelle più mature) ha vinto delle gare, o ha ricevuto un affidamento partecipando a Raggruppamenti Temporanei di Impresa o Associazione Temporanee di Impresa (soprattutto quelle più giovani). Solo l’8% lavora per il sistema pubblico in via indiretta, come fornitore di una grande azienda già accreditata ed attiva su progettualità più ampie.

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Redazione EconomyUp
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