#2016Up

Fioravanti: «Occhio al settore fintech»

Il presidente esecutivo di Digital Magics prevede che i servizi finanziari ad alto contenuto tecnologico prenderanno piede e che anche le banche cominceranno a fare innovation. Segnala tre startup del settore. Elegge Tesla brand hitech del nuovo anno. E scommette sull’Italia Paese dell’innovazione

Pubblicato il 27 Dic 2015

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Alberto Fioravanti

Nel 2016 la più grande scommessa per le startup sarà avere a disposizione un ecosistema che le aiuti a crescere: fondatori e talenti dovranno avere l’opportunità di esprimersi nei progetti che stanno sviluppando, ma anche di raccogliere suggerimenti e risorse per passare dal progetto alla vera e propria impresa. A Digital Magics, il business incubator di cui sono fondatore e presidente esecutivo, incontriamo tanti imprenditori che hanno provato a fare gli startupper da soli: spesso si sono fatti male e dopo un po’ la startup ha chiuso, magari perché non è stata finanziata. Erano persone splendide, con idee bellissime, ma erano da soli. Quindi l’augurio per il 2016 è che le startup possano trovare una casa dove crescere, un incubatore che li supporti, perché costruire qualcosa insieme ad altri è più facile che fare da soli.

Per quanto riguarda la startup più promettente nel 2016, citarne una sola è veramente difficile. Tuttavia terrei d’occhio il settore del Fintech, in particolare Prestiamoci, unica startup italiana autorizzata come finanziaria da Banca d’Italia per la gestione di una piattaforma di prestiti fra privati online (che ha recentemente chiuso un aumento di capitale di 2 milioni di Euro), e Solo, che ha sviluppato un Pos virtuale per effettuare pagamenti dal telefonino senza bisogno di hardware. Ma potrei citare anche Growish, che effettua raccolta di denaro in gruppo per compleanni, lauree, matrimoni, nascite, feste o viaggi. Sono veramente tante le realtà da segnalare. Il Fin-tech merita un’attenzione particolare, all’interno di Digital Magics ci stiamo focalizzando per essere ancora più efficaci nel 2016: è un settore che continua a crescere a doppia cifra ogni anno. Noi ci abbiamo creduto e abbiamo la percezione che ci stiano credendo anche le aziende e le banche che si stanno aprendo all’Open Innovation.

Proprio questo, a mio parere, sarà il trend del 2016: l’Open Innovation. Abbiamo fatto un’esperienza in

profondità con partner industriali come Nice e Uvet per lo sviluppo dell’Open Innovation, e intendiamo utilizzare questa esperienza per aumentare di molto la nostra capacità di costruite un ponte strategico fra le startup e le aziende. Il 17 dicembre abbiamo annunciato l’accordo di Open Innovation con Poste Italiane e l’apertura di un Campus dell’Innovazione a Roma con Talent Garden. I programmi di Open Innovation vanno di pari passo con il progetto Gioin, il primo network in Italia dedicato all’innovazione delle imprese italiane. Secondo noi c’è da lavorare “a monte”: per esempio occorre creare nel management delle figure che siano in sintonia con questo modo di lavorare. Molto spesso, nei nostri programmi di Open Innovation, la prima parte del contributo è proprio questa: spiegare come si fa innovazione con linee esterne. Se riuscissimo a far diventare questo incontro un momento comune di networking tra peer che si scambiano le informazioni, avremmo la possibilità di creare innovazione magari su 150 aziende in contemporanea.

Per quanto riguarda il “prodotto” che sarà protagonista del 2016, per me è il Made in Italy nel suo complesso (fashion, design, food), perché è un brand che come Sistema Italia dobbiamo continuare a sostenere e portare in tutto il mondo grazie al digitale.

Il brand hi-tech del prossimo anno sarà invece Tesla Motors, che è una grande scommessa e fa da pioniere e da apripista per il cambiamento disruptive nell’ambito del mercato automobilistico. Secondo me Tesla sarà l’Apple dell’automotive. Hanno dimostrato di essere dei driver dell’innovazione del mercato delle macchine elettriche. Tesla Motors ha la sede europea nel campus di TAG Barcellona.

Di conseguenza il personaggio internazionale del 2016 sarà il Ceo di Tesla, Elon Musk, che è un vulcano di progetti innovativi quali appunto Tesla Motors ma anche SpaceX.

In Italia invece il personaggio più promettente per il 2016 è Davide Dattoli. A soli 25 anni ha costruito Talent Garden, il network europeo di co-working focalizzato sul digitale con 16 campus in 4 diversi Paesi Europei e oltre 1200 membri.

Infine la città dell’innovazione del 2016: in realtà non parlerei di città, ma di nazione. Oggi l’Italia vista nella sua interezza è sicuramente un Paese ricco di talenti digitali e di capitale umano straordinario. I giovani neoimprenditori sono ovunque, su tanti territori dal Nord e al Sud, ognuno verticalizzato e attivo in un particolare settore a seconda del distretto industriale/economico. Tutte le startup italiane partendo dai singoli territori sono in grado di scalare e di affrontare il mercato europeo e internazionale. L’Italia ha tutte le carte in regola per diventare il Paese dell’innovazione del 2016.

*Alberto Fioravanti è fondatore e presidente esecutivo di Digital Magics, incubatore di progetti digitali che fornisce servizi di consulenza e accelerazione a startup e imprese ed è quotato all’Aim, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese

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