Fundraising
Equity crowdfunding, si cambia. In consultazione la nuova bozza di regolamento
Pubblicato il testo della Consob che propone la revisione delle norme relative alla “vendita” di quote online. Si possono fare osservazioni e suggerimenti fino all’11 gennaio, dopodiché le regole aggiornate dovrebbero diventare operative. Qui puoi leggere la bozza
di Luciana Maci
Pubblicato il 03 Dic 2015

Da qui la necessità di porre mano al regolamento per cercare di migliorarlo. Ecco come si è arrivati alla nuova bozza, che contiene tra le altre una rilevante novità: niente più soglia minima di investimento oltre la quale l’investitore doveva per forza rivolgersi a una banca o una Sim per avere il “lasciapassare”.
L’operazione “restart” è ufficialmente partita lo scorso 19 giugno, quando la Consob, autorità di vigilanza sulla Borsa, ha pubblicato sul proprio sito una consultazione preliminare: in pratica un’indagine conoscitiva tra gli operatori del settore, con la quale si ripercorreva l’iter che aveva portato alla normativa sull’equity crowdfunding, si fornivano i dati e si invitava gli interessati a rispondere a una serie di domande. Lo scopo era sostanzialmente capire cosa aveva funzionato e cosa no, quali ostacoli erano sorti, per quale motivo. Questa prima consultazione si è chiusa il 10 luglio. Dopo aver preso atto dell’esito dell’indagine, l’autorità ha appunto diffuso la nuova bozza di regolamento. Resterà in consultazione fino all’11 gennaio, tempo nel quale chi vorrà potrà ulteriormente intervenire con opinioni e suggerimenti. Dopodiché, se non dovessero essere introdotte ulteriori modifiche, il nuovo regolamento dovrebbe entrare in vigore.
La revisione era fortemente richiesta dall’Associazione Italiana Equity Crowdfunding (Aiec), costituita con l’obiettivo di raccogliere gli operatori, autorizzati dalla Consob, che gestiscono le operazioni di raccolta online di capitale di rischio per nuove imprese. L’Associazione presieduta da Alessandro Lerro chiedeva l’innalzamento da 500 a 10mila euro della cosiddetta soglia di rilevanza, che impone al gestore autorizzato la trasmissione di un ordine ad una banca o una impresa di investimento per la valutazione di adeguatezza e/o appropriatezza dell’investimento secondo la disciplina Mifid. In sostanza allo stato attuale, se una persona investe più di 500 euro, deve giocoforza rivolgersi a una banca (in Italia è solo il Banco Popolare) o a una Sim, per poi sottoporsi a trafila di controlli di tipo finanziario: una pratica considerata da Lerro e dall’intera associazione ridondante ed evitabile. La nuova bozza del regolamento è andata oltre le aspettative dell’associazione stessa: è stato infatti eliminato qualsiasi tetto per la verifica da parte della banca o della sim. Chi vuole può continuare a rivolgersi a loro, altrimenti sarà la stessa piattaforma di equity crowdfunding alla quale si affida l’investitore ad effettuare le verifiche su di lui per valutare se la sua situazione finanziaria gli consente di investire in capitali di rischio o se sono preferibili altri tipi di investimento.