Debutti

DigitalMagics, la sfida del web in Borsa

«Il mercato del digitale è più grande di quanto si possa pensare e pochi ne capiscono», sostiene il presidente Enrico Gasperini, che con il collocamento all’Aim, lancia due segnali: non dimentichiamo Piazza Affari e accettiamo la sfida del cambiamento imposto da Internet

Pubblicato il 31 Lug 2013

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Enrico Gasperini, presidente di DigitalMagics con il tombstone consegnatogli da Massimiliano Lagreca, Responsabile dei mercati dedicati alle Large Caps e ai Veicoli d’investimento di Borsa Italiana, dopo l'inizio del collocamento.

Un grande passo per Digital Magics, un piccolo passo per l’Italia. Il collocamento in Borsa ufficialmente cominciato questa mattina è sicuramente una sfida decisiva per la società presieduta da Enrico Gasperini, un confronto con il mercato sulla bontà di un progetto originale e ambizioso. Ma è anche un segnale importante per il sistema economico italiano, che sembra aver dimenticato l’esistenza della Borsa, visto che è la prima quotazione “digitale” (in listino c’è un’altra società di venture capital con incubatore -LVenture che ha creato Enlabs a Roma – ma ci è arrivata con l’acquisizione di una holding vuota, LeBuoneSocietà). «La Borsa è un pezzo importante della crescita possibile», sostiene Gasperini, che evidentemente ci crede visto che è recidivio: esattamente tredici anni fa ma un giorno dopo, era il 1 agosto, portava in quotazione la prima società di comunicazione digitale, Inferentia. Il debutto di Digital Magics riaccende i riflettori su un tradizionale e stradibattuto deficit delle piccole e medie imprese italiane, poco propense ad affacciarsi sul mercato dei capitali. L’invito, non tanto velato, è che non crescano con lo stesso handicap le pmi del presente, che sono prevalentemente digitali e si chiamano start up.

Digital Magics si è quotata all’Aim, il segmento delle piccole e medie imprese, accompagnata da Integrae, la sim che fa da Nomad, cioè nominated advisory, la figura che si sostituisce a tutti i controlli e le procedure ridotte o eliminate rispetto al listino principale. Un appellativo che si combina bene con il nomadismo del business digitale che con Digital Magics si affaccia sul mercato dei capitali. Ed è un fatto da non sottovalutare, se non altro come auspicio.

«Il mercato digitale è più grande di quanto si possa pensare», è il mantra di Gasperini che prevede una veloce trasformazione nella composizione del Pil anche in Italia. «Nei Paesi anglosassoni il 40% è fatto ormai da imprese costituiste negli ultimi 20 anni. Le cose cambieranno presto anche in Italia. Ci saranno molte società della Silicon Valley, è vero. Ma noi dobbiamo lavorare per creare i nostri campioni. E si può fare». Questo ottimismo gli deriva dalle 1000 proposte l’anno che arrivano ai suoi uffici. «Vediamo cose meravigliose, dobbiamo essere molto selettivi. Ma le buone idee non mancano».

Digital Magics, che ha aperto il collocamento a 7.69 con un lieve apprezzamento rispetto al prezzo fissato, è un veicolo di investimenti. Ma non è un fondo. Ne propriamente un incubatore. «Il nostro progetto ha dietro un’idea di sistema», ricorda nella sala di Piazza Affari Gasperini. «Ed è per questo ancora più strategico: non vogliamo essere solo una società profittevole. Ma intendiamo costruire una vera e propria piattaforma di investitori accomunati dalla passione nell’individuare le buone idee digitali. E’ una sfida interessante perché ci sono grandi potenzialità e poche competenze». Adesso la parola passa al mercato. Come e quanto valuterà il progetto? Ci sono capitali davvero interessati alle opportunità del digitali? E queste opportunità hanno basi solide e promettenti? Resta il fatto che la sfida di cambiare e crescere attraverso Internet è di tutti, che dovrebbero guardare con attenzione e interesse il passo fatto oggi da DigitalMagics.

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