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CrowdFundMe: «Creiamo un mercato secondario per l’equity crowdfunding»

La piattaforma nata nel 2015 sta preparando con lo studio Chimenti e Websim una proposta da portare alla Consob: un marketplace per rendere il mercato più liquido. «Chi ha comprato quote online deve poter disinvestire magari per investire in altre imprese», dice il CEO Tommaso Baldisserra Pacchetti

Pubblicato il 07 Lug 2017

crowdfunding

Realizzare un mercato secondario per startup e pmi che “provengono” dall’equity crowdfunding, modalità di finanziamento online che prevede investimenti in cambio di quote azionarie: è il progetto appena avviato da CrowdFundMe, portale di equity crowdfunding  che a febbraio 2016 si è presentato a investitori retail e istituzionali. Ieri è tornato in Borsa Italiana per annunciare i numeri della sua crescita: nei primi sei mesi del 2017 ha effettuato una raccolta fondi di oltre 2,3 milioni di euro, 19  campagne di crowdfunding all’attivo, con 12 startup finanziate, un investimento medio di 1.800 euro e il primato italiano per la cifra investitori: oltre 1000, pari al 42% del totale.

Contestualmente i suoi founder hanno dato la notizia del progetto in corso. “Stiamo puntando a creare nel 2017, massimo inizio 2018 – dice l’amministratore delegato e fondatore, nel 2015, di CrowdFundMe, Tommaso Baldissera Pacchetti –  un nuovo mercato secondario, per realtà imprenditoriali di dimensione minori rispetto a quelle quotate sull’AIM (mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese, ndr) . Sarà una vetrina per startup e pmi, pensata per quegli investitori che intendono acquisire quote di giovani società innovative le quali magari non sono riuscite a ottenere investimenti con la raccolta di capitali sulla piattaforma di crowdfunding. Coloro che intendono disinvestire in quelle determinate startup potranno così vendere le proprie quote agli altri investitori”. Insomma, il nuovo marketplace dovrebbe servire anche per disinvestire più facilmente. “Circa il 30% di coloro che hanno investito attraverso CrowdFundMe – spiega Baldissera Pacchetti –  hanno fatto almeno due investimenti. Devono essere liberi di disinvestire e di investire in nuove startup. Il mercato deve essere più liquido”.

CrowdFundMe ha dato mandato allo studio legale Chimenti di predisporre il progetto e intende lavorare con tutte le autorità coinvolte, in primis con la Consob, autorità di regolamentazione della Borsa, per “portare avanti un’iniziativa che sia confacente a tutte le norme in materia”. Websim, la divisione di Intermonte SIM specializzata nella produzione di analisi e informazioni su strumenti finanziari destinati a investitori retail, che già collabora con CrowdFundMe per aumentare la conoscenza degli investimenti alternativi presso gli investitori retail che operano online, si candida sin da ora a fare da piattaforma di back office, fungendo da intermediario tra la startup e l’investitore.

CrowdFundMe, che è stata tra le prime piattaforme italiane a introdurre la procedura per eseguire online l’intero processo di investimento MIFID ONLINE o Clicca&Investi, è partner di Polihub, l’incubatore del Politecnico di Milano e Websim- la divisione di Intermonte SIM.

In questa prima metà del 2017 la piattaforma ha registrato l’overfunding (superamento dell’obiettivo di crowdfunding) di quattro startup Taskhunters, Borsinorifiuti, Paladin e da ultima Talkway che con i 345mila euro ottenuti, ha battuto il record di raccolta di capitali sul portale.

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