Big data, le startup insurtech israeliane che piacciono al venture capital

Il principale fondo di Tel Aviv, Jerusalem Venture Partners, ha investito in GetmeIns e Seegnature. La prima ha sviluppato una piattaforma per prevenire le frodi, la seconda una tecnologia che permette alle compagnie di chiudere contratti in remoto

Pubblicato il 15 Mar 2017

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GetmeIns e Seegnature sono due startup israeliane che hanno partecipato e vinto la prima competizione per startup dell’insurtech lanciata in Israele lo scorso novembre da Jerusalem Venture Partners (JVP – il principale fondo di venture capital israeliano, quasi un miliardo di dollari a disposizione).

La competizione metteva in palio un milione di dollari per la prima classificata, ma tale è stata la qualità dei progetti presentati, secondo autorevoli fonti, che senza tergiversare il montepremi è stato raddoppiato per permettere di investire in due “grand prize” che sono andati appunto a GetmeIns e Seegnature.

Cosa fanno queste due giovani società?

GetmeIns opera nel campo della prevenzione delle frodi e ha sviluppato una piattaforma unica per diminuire il numero di sinistri denunciati alle compagnie di assicurazione. GetmeIns lavora con l’analisi dei dati, applicando il concetto di “l’intelligenza come un servizio” (military-grade intelligence, dicono sul sito) applicandolo al settore assicurativo per prevenire le frodi prima che si verifichino, risparmiando alle compagnie tempo e denaro necessari per indagare reclami. La tecnologia previene le frodi già dal momento dell’acquisto, grazie alla combinazione di varie discipline, tra cui: Link Analysis, Open Source Intelligence, Visual Intelligence, Signal and Image Processing, Photogrammetry, Text Analytics and ecc.

Di fondamentale importanza in questa tecnologia è la profilazione dell’utente reale: la piattaforma (mobile first) attraverso la filosofia “Pay as you live” che permette agli utenti di personalizzare la propria copertura assicurativa in base alle necessità quotidiane e cambiando gli stili di vita, stimola l’utente ad autoprofilarsi.

Seegnature, invece, ha sviluppato una tecnologia che consente a imprese consumer (come le assicurazioni) di chiudere un contratto in remoto mediante la verifica dell’identità dei clienti e addirittura la loro firma sui documenti in tempo reale. Per la compagnia i vantaggi che offre Seegnature sono l’aumento della chiusura di contratti (miglioramento del fatturato), la riduzione dei tempi di lavorazione (produttività), una maggiore soddisfazione dei clienti (customer experience). Inoltre, utilizzando i propri sistemi di machine learning, Seegnature analizza in tempo reale anche i big data generati nella fase di chiusura del contratto e li analizza per fornire preziosi suggerimenti in tempo reale alla compagnia per chiudere più velocemente il contratto.

Entrambe le società raccolgono fondi in patria, ma a livello di mercato guardano oltreoceano, come hanno dichiarato all’indomani del premio ricevuto da JVP.

Il fondatore e CEO di Seegnature Yair Ravid ha dichiarato: “La piattaforma che abbiamo creato consente alle aziende di eliminare gli ostacoli alla chiusura di offerte complesse. Le risorse portate da questo premio ci aiuteranno a far conoscere la nostra piattaforma sui mercati finanziari degli Stati Uniti, in particolare alle compagnie assicurative e alle banche. Abbiamo intenzione di iniziare le attività di vendita con una squadra negli Stati Uniti, lasciando la nostra R&S in Israele “.

“Per noi, questa è una doppia vittoria – ha sottolineato il fondatore e CEO di GetMeIns Eugene Greenberg – vogliamo fare delle funzionalità di intelligenza artificiale il cuore del nostro business, per raccogliere più fondi in Israele, e poi entro la fine dell’anno, aprire un ufficio per lo sviluppo del business negli Stati Uniti. “

La qualità di queste due startup e la stessa nascita della competition, evidenziano come la Silicon Wadi (così viene definita per similitudine con la Silicon Valley, la tech valley israeliana) abbia preso di mira il settore emergente dell’insurtech, nel quale il livello tecnologico molto sofisticato che i centri di ricerca israeliani possono toccare, può fare la differenza. La Silicon Wadi è un ecosistema strutturato per fare tecnologia di eccellenza, finanziarla per bene con investimenti in startup che poi sono lanciate sui mercati globali: nonostante Israele sia molto piccolo, ha il tasso d’investimenti venture capital pro capite più alto al mondo; ha il numero più elevato di imprese quotate al Nasdaq; il 50% almeno delle principali tech company mondiali hanno centri di ricerca nel Paese; è il secondo paese al mondo per numero di ingegneri, informatici, scienziati qualificati; è un paese ricco il cui Governo sostiene un imponente settore Difesa che investe in R&D, e le cui soluzioni passano spesso al settore civile. (per approfondire si può leggere questo articolo sull’ecosistema Israele).

Insomma, è sicuro che l’ingresso nello scenario dell’insurtech della Silicon Wadi accenderà ulteriormente la competizione tra startup e compagnie. Un altro esempio di startup israeliana (anche se formalmente US) è Next Insurance, di cui avevamo parlato qui, che ha raggiunto un investimento seed da record da 13 milioni di dollari, grazie a una piattaforma che rivoluziona l’esperienza di acquisto di prodotti assicurativi da parte di piccole e media imprese.

Un altro esempio ancora è Cybewrite, una startup ancora molto giovane, ma che comincia a farsi notare, grazie alla sua tecnologia di machine learning con la quale vuole aiutare le assicurazioni a definire e gestire il rischio nelle polizze “cyber crime”.

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