La Commissione Europea sta lavorando alla definizione di un regime speciale per le startup europee: un insieme di norme uguali in tutti i 27 paesi – chiamato il 28° Regime – per aiutare le aziende a scalare in Europa.
QUI TUTTO SUL 28° REGIME PER L’INNOVAZIONE
È stata lanciata una consultazione pubblica, che rimarrà aperta fino al 30 settembre 2025, per chiedere a founder e investitori di Venture Capital come vorrebbero disegnare questo regime speciale.
Startup, questo è il momento di dire la vostra!
QUESTO IL LINK PER PARTECIPARE AL SONDAGGIO
Indice degli argomenti
L’Europa ha bisogno del suo Delaware
Come negli USA molte startup vengono velocemente fondate in Delaware, per poi operare senza problemi in tutti gli Stati Uniti, così in Europa si vuole creare un corpus di regole unificato a livello europeo, una specie di Delaware virtuale, e superare la frammentazione legale e fiscale che oggi ostacola la crescita delle startup e l’accesso a un mercato di 450 milioni di persone.
Questa iniziativa si inserisce al centro della nuova strategia di politica industriale e di innovazione dell’Unione Europea, delineata nel rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea. Il rapporto evidenzia un “gap di innovazione” e una perdita di produttività rispetto a Stati Uniti e Cina, mettendo a rischio la capacità dell’Europa di finanziare il proprio modello sociale e di raggiungere l’autonomia strategica. La diagnosi di Draghi è netta: senza un cambiamento radicale volto a mobilitare investimenti e a creare un vero mercato unico dei capitali e dell’innovazione, l’Europa è destinata al declino.
In questo quadro, le startup e le scale-up non sono un settore di nicchia, ma il motore fondamentale per la crescita della produttività, la creazione di posti di lavoro qualificati e lo sviluppo di tecnologie sovrane.
Il 28° Regime è la traduzione pratica di questa visione: uno strumento pensato per abbattere quelle barriere interne che impediscono alle nostre migliori imprese di raggiungere la scala necessaria per competere a livello globale.
Il problema che il 28° Regime intende risolvere è noto a chi opera nel settore. Oggi, una startup che nasce a Milano, per espandersi in Germania o in Polonia, deve navigare un labirinto di 27 sistemi legali, fiscali e burocratici differenti. La costituzione di una società, la gestione dei piani di stock option per i dipendenti, la raccolta di capitali e la compliance fiscale cambiano radicalmente da un confine all’altro. Questo mosaico normativo non è solo un costo notevole in termini di consulenze e tempo, ma rappresenta una barriera strutturale alla scalabilità. Mentre le controparti americane e cinesi operano in mercati domestici vasti e omogenei, le nostre aziende più promettenti consumano risorse preziose per superare ostacoli interni all’Unione, perdendo slancio. I dati lo confermano: il gap di investimenti in venture capital tra Europa e Stati Uniti rimane significativo, nell’ordine di decine di miliardi di euro ogni anno, e la frammentazione è una delle cause principali.
La proposta europea ed il sondaggio per avere il parere delle startup
La soluzione proposta consiste in un regime giuridico opzionale. Le aziende innovative potrebbero scegliere di aderire a questo sistema sovranazionale, valido in tutta l’Unione, per gli aspetti legati al diritto societario, alla tassazione e ad altri ambiti cruciali per la crescita. Una startup potrebbe così operare su base europea fin dal primo giorno, attrarre talenti da qualsiasi stato membro con piani di incentivazione chiari e trasferibili, e raccogliere capitali da investitori di tutta Europa senza dover ristrutturare la propria governance ad ogni round di finanziamento.
Questo non significa abolire i sistemi nazionali, ma offrire un “passaporto europeo” volontario a chi vuole competere su scala globale. I benefici attesi includono una maggiore fluidità dei capitali, un mercato del lavoro più integrato per i talenti del settore tecnologico e una significativa riduzione degli oneri burocratici.
Nello specifico, la consultazione europea invita a esprimersi su diverse aree tematiche chiave, articolate per rispondere alle esigenze concrete di uns startup o scaleup:
- Struttura e Governance Societaria:
- Forma giuridica e costituzione: definire se il regime si applicherà a società a responsabilità limitata o per azioni, e chi potrà costituirle (persone fisiche e/o giuridiche).
- Capitale sociale minimo: stabilire l’importo e le eventuali garanzie alternative per i creditori, bilanciando protezione e accessibilità.
- Statuto e governance: valutare l’uso di modelli standardizzati per l’atto costitutivo, per accelerare la costituzione, mantenendo un grado di flessibilità per le esigenze specifiche.
- Mobilità e sede: norme sulla possibilità per le imprese di avere sede sociale e amministrazione centrale in Stati membri diversi e regole per fusioni e trasformazioni transfrontaliere.
- Procedure Digitali e Semplificazione:
- Digitalizzazione completa: discutere la possibilità di procedure interamente online (“digital by default”) per l’intero ciclo di vita dell’impresa, dalla costituzione alla chiusura.
- Identificazione e firme elettroniche: superare gli ostacoli al riconoscimento transfrontaliero dei sistemi di identità digitale per velocizzare le operazioni.
- Assemblee online: norme per facilitare le assemblee generali e dei consigli di amministrazione in modalità virtuale o ibrida, agevolando la partecipazione internazionale.
- Accesso ai Capitali e Investimenti:
- Aumenti di capitale: semplificare e digitalizzare le procedure per attrarre investimenti, anche da parte di soggetti esteri.
- Classi di azioni multiple: permettere l’emissione di diverse categorie di azioni per bilanciare le esigenze di controllo dei fondatori e i diritti economici degli investitori.
- Strumenti di finanziamento innovativi: armonizzare strumenti contrattuali come i SAFE (Simple Agreements for Future Equity) o le obbligazioni convertibili.
- Incentivazione dei talenti: creare un quadro normativo comune per i piani di stock option ESOP, gestendo le complessità fiscali e normative transfrontaliere per attrarre e trattenere talenti.
- Questioni Fiscali, Lavoristiche e di Insolvenza:
- Diritto fallimentare: introdurre procedure di liquidazione semplificate e rapide per ridurre i costi e lo stigma associato al fallimento, favorendo una cultura del “secondo tentativo”.
- Diritto tributario e del lavoro: affrontare gli ostacoli fiscali e contributivi legati alla mobilità dei lavoratori e all’operatività in più Stati membri.
Startup, è il momento di partecipare!
Il percorso verso un regime unico, come vuole essere il 28° Regime, è complesso. L’aspetto più delicato sarà di natura politica: la necessità di trovare un accordo tra gli Stati membri sulla cessione di una porzione di sovranità in materie come la fiscalità e il diritto del lavoro.
Esiste il rischio che il risultato finale sia un compromesso poco efficace, che non risolva i problemi esistenti o, peggio ancora, aggiunga un ulteriore livello di complessità. Per questo motivo, il contributo dell’ecosistema dell’innovazione è fondamentale.
L’Europa ha finalmente riconosciuto l’importanza delle startup per la competitività dell’UE e questa è l’occasione da sfruttare.
La consultazione pubblica in corso è lo strumento per dare voce all’ecosistema dell’innovazione. È importante che associazioni di categoria, fondi di venture capital, founder di startup e scaleup partecipino al sondaggio per sostenere una riforma ben fatta, che serva davvero.
Per partecipare al sondaggio: http://bit.ly/48rMoY8
La consultazione è aperta fino al 30 settembre 2025.





