IL RETAIL DEL FUTURO

La svolta dell’ecommerce: perché aprire adesso un negozio nel metaverso

C’è ancora molto da fare e da capire, ma gli esperti consigliano di non aspettare per aprire un negozio nel metaverso. Si entra come in qualsiasi nuovo mercato ma a fare la differenza è l’immersività dell’esperienza. Che cosa stanno facendo i grandi brand

Pubblicato il 27 Giu 2022

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L’eCommerce sta per cambiare in modo radicale e forse per sempre. Lo shopping elettronico, infatti, ha già iniziato a muoversi verso la nuova realtà tridimensionale. Ma come aprire un negozio nel Metaverso e perché farlo adesso?

Molte aziende si sono già orientate in questa direzione, anche se il nuovo fenomeno non può ancora dirsi maturo. Quello che è certo è che oggi i consumatori hanno fame di nuove esperienze, che li stimolino e che siano personalizzate; stanno diventando sempre più impazienti, esigono una soddisfazione quasi istantanea con il minor sforzo possibile.

Le migliori applicazioni delle tecnologie per l’eCommerce sono allineate per soddisfare questi desideri. Ad esempio, molte persone vogliono visualizzare come un prodotto si adatti al proprio stile di vita. L’intelligenza artificiale, tramite algoritmi avanzati, può elaborare i modelli delle nostre vite e dare suggerimenti su quali prodotti scegliere, in base ai dati degli acquisti passati, della navigazione web, del luogo geografico, ecc. Realtà virtuale (VR) e aumentata (AR) possono quindi fornire in modo semplice una visualizzazione nel contesto dell’ambiente dell’utente.

Queste tecnologie fungono da trampolino di lancio verso quella che appare come l’inevitabile affermazione del Metaverso; la sfida sarà quella di riuscire a sintonizzarle correttamente con i comportamenti umani.

Perché aprire un negozio nel metaverso

Stando alle previsioni degli esperti del settore, aprire un negozio nel Metaverso sarà una grande opportunità di evoluzione per  l’eCommerce, che potrebbe quindi vedere crescere i suoi numeri.

Il Metaverso è un concetto ancora in embrione, mentre il Web 3.0 è la realtà che abilita già ora un mondo “phygital”. AR, VR, 5G, AI e blockchain rappresentano la convergenza delle nuove tecnologie esperienziali e immersive, che comporta il passaggio dal Web 2.0 al Web 3.0 e permetterà uno sviluppo progressivo e lineare di un nuovo mondo tridimensionale.

In pratica, grazie al Metaverso i clienti avranno una doppia vita: una virtuale nel mondo 3D e una reale. Durante la loro esperienza sul web potranno acquistare prodotti virtuali per il loro avatar, ma anche prodotti fisici per la vita reale. E tutto questo sarà possibile senza muoversi da casa propria.

Quello che viene definito “il continuum del Metaverso” (dalla realtà al virtuale e viceversa) si applica a tutti gli aspetti del business, dai consumatori ai lavoratori e a tutti i livelli dell’azienda, coinvolgendo una pluralità di tecnologie: 2D, 3D, cloud, AI, Extended Reality, blockchain, Digital Twin, tecnologie edge e altro ancora. Le aziende entreranno sempre più nel Metaverso, per produrre e vendere.

La crescita dell’intelligenza artificiale e della virtual reality

Le previsioni di crescita per il mercato dell’AI e dei sistemi di VR e AR certificano la tendenza in atto per l’eCommerce. IDC stima che la spesa per l’AI dovrebbe crescere a un tasso annuo composto superiore al 25% tra il 2021 e il 2025. Dal 2019 al 2023, AR e VR vedranno un tasso di crescita annuale composto del 77%. Solo quest’anno (2022), gli analisti stimano 1,8 miliardi di dollari in spese di marketing per la realtà virtuale.

La ricerca mostra che l’implementazione anche di semplici strumenti di AI, AR o VR può aumentare sostanzialmente il coinvolgimento e la conversione dei clienti. Per le aziende, queste tecnologie possono contribuire anche a ridurre i resi dei prodotti: 428 miliardi di dollari all’anno.

Secondo Goldman Sachs, tra il 2019 e il 2022 gli utenti di AR negli Usa sono passati da 70 a 100 milioni, mentre quelli di VR sono passati da 40 a oltre 60 milioni. Tra il 2019 e l’ultimo quadrimestre del 2021, gli incassi di Facebook tramite la vendita di visori Oculus sono passati da 250 milioni di dollari a quasi 900 milioni di dollari.

Mentre il mondo sta ancora cercando di capire il Metaverso e il suo ruolo nella nostra vita quotidiana, una cosa è certa: il suo potenziale è troppo grande per essere ignorato. In effetti, un nuovo rapporto sulla creazione di valore nel Metaverso redatto da McKinsey & Company rileva che questo potrebbe generare fino a 5 trilioni di dollari di impatto entro il 2030.

Che cosa fanno le grandi aziende nel Metaverso

Il Metaverso, tuttavia, appare ancora come qualcosa di indefinito, o meglio, in via di definizione. Molte aziende si sono già messe in cammino per raggiungere quella che, con un gioco di parole, potremmo chiamare la meta. E hanno aperto il proprio negozio nel metaverso.

Place di Ikea è un’app AR che mostra i prodotti dell’azienda e aiuta i consumatori a scegliere e a posizionare i mobili in casa. L’app non offre solo la personalizzazione e un’esperienza semplice per i consumatori, ha anche il vantaggio di ridurre i resi.

Nel settore della moda, diverse applicazioni simili forniscono un’esperienza di prova e di scelta della taglia virtuali. Una tecnologia semplice come FitFinder aiuta gli acquirenti a personalizzare la loro esperienza di prova di un capo da acquistare: basta inserire marca, modello e taglia di un capo di abbigliamento che ci sta bene e un algoritmo permette di confrontare accuratamente le misurazioni di altri capi.

Stoney Clover Lane, azienda che vende prodotti per la casa e accessori, offre rendering VR dei suoi progetti ai clienti sul suo sito web. La tecnologia di modellazione 3D più avanzata apre esperienze di acquisto più inclusive per gli acquirenti che non rientrano nelle dimensioni standard.

Nike e Adidas stanno sviluppando apposite calzature in vista di questo passaggio virtuale. Coca-Cola sta creando una bevanda “al gusto di pixel”…

Shopify ha iniziato a studiare le potenzialità del Metaverso esplorando gli usi degli NFT (Non Fungible Token), della blockchain, dell’AR e della VR. Alla fine del 2021 ha lanciato la versione beta di un programma NFT per saggiarne le potenzialità e le risposte degli utenti e sta ampliando il suo team di blockchain, concentrandosi proprio sugli usi della realtà aumentata e virtuale.

La moda è stato il primo settore a sperimentare il Metaverso

La creatività del nuovo mezzo si sposa bene con quella della moda e perché esiste una elevata disponibilità economica. Le aziende della moda stanno già investendo per rendere “phygital” una serie di servizi e di prodotti; con la AR e la VR, l’eCommerce cambia e l’esperienza di acquisto diventa più consapevole, personale e contestuale. Aprire un negozio nel metaverso è stato quindi un passo quasi naturale.

La Metaverse Fashion Week di Decentraland, nello scorso marzo, ha ricevuto molta più attenzione del settore rispetto a qualsiasi evento di moda digitale prima, attirando un’ampia varietà di marchi e di creativi, tra i quali Dolce & Gabbana, Estée Lauder ed Etro, anche se alcuni importanti attori del Metaverso come Gucci e Ralph Lauren non hanno partecipato. L’esperienza è stata basata su blockchain, creata su “Terra” e venduta come NFT, con la moda digitale acquistata e indossata come NFT. L’evento ha anche sottolineato la misura in cui il settore si è evoluto: nel 2000, alcuni credevano che l’eCommerce non sarebbe mai stato possibile nel settore del lusso, oggi c’è una comprensione più profonda che il digitale può portare a esperienze migliorate per i clienti.

Se il lusso riguarda l’essere parte di una comunità, il Metaverso ha il potenziale per migliorarlo. “Probabilmente c’è una sottovalutazione del valore attribuito alle persone che vogliono esprimersi in un mondo virtuale con un prodotto virtuale, attraverso una persona virtuale”, dichiara Robert Triefus, Executive Vice President e Chief Marketing Officer di Gucci nel rapporto “State of Fashion 2022” di McKinsey & Co..

Molti marchi stanno già cogliendo l’opportunità di aprire un negozio nel metaverso per lanciare abbigliamento virtuale per attingere alla crescente attenzione dei loro consumatori per la creazione di identità digitali. Il vero business del mondo virtuale è l’espressione di sé. In effetti, circa il 70% dei consumatori statunitensi afferma che la propria identità digitale è importante quanto la propria identità nella vita reale, motivo per cui la moda è una delle industrie forse più univoche per modellare il Metaverso. Ha anche senso per il business: il mercato delle skin di gioco ha raggiunto circa 40 miliardi di dollari nel 2020, e le reinvenzioni della piattaforma potrebbero rendere il Metaverso la più grande opportunità di crescita per la moda dall’eCommerce.

“È vero che siamo ancora agli albori, ma il Metaverso progredirà molto rapidamente. Se le aziende non agiscono subito, si troveranno a operare in mondi progettati da, e per, qualcun altro”, fa notare Paul Daugherty, Group Chief Executive – Technology & CTO di Accenture. Con il Metaverse Continuum Business Group, Accenture aiuta le aziende a trasformare il modo in cui interagiscono con i clienti, attraverso esperienze collaborative immersive.

Ma come si prepara un’azienda, di qualsiasi dimensione e di qualsiasi settore, a muovere i primi passi del suo viaggio virtuale?

Entrare nel metaverso come in un qualsiasi mercato

Innanzitutto, le aziende commerciali che vogliono intraprendere l’avventura nel Metaverso devono affrontare le stesse azioni che affronterebbero se entrassero in un nuovo mercato nel mondo fisico. Dalla definizione e ricerca del mercato, all’analisi e valutazione delle opportunità e dei rischi, alla progettazione di un piano di ingresso, all’allocazione e allo sblocco delle risorse necessarie, in termini sia di capitale, sia di capacità organizzative.

Un’azienda interessata ad aprire una nuova sede fisica nel mondo reale aggrega i dati sulle diverse posizioni, studia la popolazione di consumatori in ogni posizione e indaga sulla possibilità di un ulteriore sviluppo da parte di altre aziende in quegli stessi punti. Lo stesso processo di valutazione e confronto della destinazione esiste nel Metaverso.

Per capire come il processo di ingresso nel Metaverso differisce dall’entrare in nuovi mercati nel mondo reale, esaminiamo le caratteristiche che creano tale distinzione.

La differenza del metaverso: l’immersività

Se l’esperimento nel mondo virtuale avrà successo, sarà grazie a un grado di immersività superiore. Concerti, film, eventi sportivi ed esperienze dei consumatori devono offrire interattività e coinvolgimento olistico che facciano apparire il mondo reale noioso e scarso di possibilità al confronto. Le aziende di intrattenimento riusciranno a padroneggiare più facilmente l’esperienza del Metaverso offerta al pubblico, mentre la stragrande maggioranza delle aziende degli altri settori probabilmente farà fatica a concettualizzare e a sviluppare il livello di immersività richiesto per essere efficaci.

C’è ancora molto lavoro da fare per distinguere il Metaverso come qualcosa di più di un semplice canale di vendita. Gli esperti, però, consigliano alle aziende commerciali di non restare alla finestra in attesa che si muovano gli altri: il momento di aprire un negozio nel metaverso è adesso per comiciare a conoscere la nuova dimensione.

L’invito è a scegliere le tecnologie che alimentano i guadagni dell’e-commerce nell’immediato – ad esempio, aumentando l’esperienza e la soddisfazione del cliente – e che saranno inevitabili elementi costitutivi del Metaverso. Le aziende commerciali che faranno da apripista otterranno grandi vantaggi competitivi, e questo indipendentemente da quando il Metaverso emergerà come ambiente commerciale a tutti gli effetti.

Occorre solo assicurarsi di abbinare le tecnologie ai desideri e ai bisogni umani di base, per non rischiare di creare solo un altro dei tanti bot, cattivo esempio di tecnologia che ancora non soddisfa la corrispondenza con i desideri dei consumatori, in un mondo, quello dello shopping virtuale, in cui basta una singola brutta esperienza per allontanare anche il cliente più fedele.

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Pierluigi Sandonnini
Pierluigi Sandonnini

Ho una formazione ibrida, tecnologica e umanistica. Nuove tecnologie I&CT e trasformazione digitale sono i miei principali campi di interesse. Ho iniziato a lavorare nella carta stampata, mi sono fatto le ossa al Corriere delle Telecomunicazioni negli anni a cavallo del Duemila. Collaboro con Digital360 dal 2020

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