MOBILITÀ

Smart road, l’importanza di distinguere fra una bicicletta e un’automobile

“Dopo 10 anni di gestione della sicurezza sulla strada, stiamo sviluppando una serie di servizi legati alla Mobility As A Service per tutelare la mobilità smart più ‘debole'”, dice Gianluca Longo, CEO e fondatore di Safety21. Società cresciuta con una serie di acquisizioni in Europa

Pubblicato il 17 Ott 2022

Gianluca Longo, CEO di Safety21

Dalle telecamere di controllo gestite dalla polizia alle smart road: è questo, a grandi linee, il percorso di Safety21 S.p.A., software provider italiano impegnato appunto nel settore delle strade intelligenti e, in senso più lato, in quello delle Smart City.

“Dopo circa 10 anni di gestione della sicurezza sulla strada – spiega a EconomyUp il CEO e fondatore di Safety21, Gianluca Longo – stiamo sviluppando una serie di servizi legati alla Mobility As A Service, orientata soprattutto alla tutela della mobilità smart più ‘debole’. E spiego cosa intendo per debole. Secondo noi, una delle carenze più evidenti della Maas è la mancanza di discriminazione del sistema: chi va in bici o in monopattino è trattato alla stessa stregua di un veicolo a 4 ruote. Ma sono utenti differenti. Eppure ci sono situazioni in cui la pista ciclabile e la strada per le auto fanno parte della stessa careggiata. Le attuali piattaforme vedono solo una strada e qualcosa che si muove, dunque discriminano poco. La strada è per tutti, è unica, ma bisogna saper distinguere quale tipologia di utenza andrà a usare l’infrastruttura”.

Per il momento Safety21, che dall’anno scorso è partecipata da un fondo di private equity tedesco, Bregal Unternehmerkapital Funds, sta ancora lavorando al lancio dei progetti di MaaS, così come è all’opera per ampliare costantemente il proprio raggio d’azione. Di questa strategia fa parte l’acquisizione più recente, quella, risalente al 13 settembre 2022, del Gruppo Kauri di GeFiL S.p.A., operatore end-to-end di servizi digitali per la Pubblica Amministrazione, focalizzato in particolare sul mondo Smart City, Smart Mobility e Collection. “È un passo molto importante per il nostro Gruppo” sottolinea Longo. “Kauri permetterà un allargamento della base clienti di diverse centinaia di unità, l’apporto di professionalità di alto livello ma soprattutto zone di mercato che ci interessano, a livello di prodotto, e che ci permetteranno di scalare”.

Questo il futuro. Ma come è stato il passato di Safety21? Da dove ha iniziato e come è approdata alla smart road?

Safety21, una piattaforma per la gestione delle telecamere

“La società è nata nel 2010 da una mia devianza psicotica – scherza il CEO – o, meglio, da un’intuizione: sviluppare un software centralizzato per gestire quello che oggi è chiamato Iot, l’Internet of Things, e che all’epoca si chiamava ‘telecamere di controllo’. La mia idea era di proporre una piattaforma unificata che permettesse la gestione da remoto di queste telecamere da parte della polizia”. La società viene costituita come srl nel 2010 a Milano e diventa Spa nel 2013, spostando la sede legale a Roma. Perché questo trasferimento? “Dalla mia vita e dalle mie esperienze lavorative precedenti, incentrate principalmente a Roma, ho avuto modo di attingere ai collaboratori nell’ambito romano” chiarisce l’imprenditore.

“Dispositivi come le telecamere di controllo generano milioni di dati: sui transiti, sul livello di inquinamento, sui flussi di traffico” prosegue Longo. “Serviva un repository unico di dati per queste vere e proprie fabbriche di informazioni. Ecco perché è nata l’esigenza di una piattaforma unica che organizza e compartimenta i dati. A questo va unita la tematica della compliance, in altre parole il rispetto della privacy: chi e come può utilizzare questi dati. Questo si può fare solo se, appunto, la piattaforma è unica”.

 Ad oggi Safety21 offre agli Enti Pubblici ed alle Forze di Polizia, in proprio e tramite le aziende del Gruppo, servizi di outsourcing scalabili attraverso la piattaforma proprietaria cloud IoT TITAN: una tecnologia innovativa che consente il pieno controllo della gestione di tutto il processo sanzionatorio e di controllo del territorio.

Come è cresciuta Safety24

A settembre 2021 la società ha acquisito Kapsch TrafficCom Srl, ramo italiano di Kapsch TrafficCom AG, azienda austriaca quotata alla borsa di Vienna, fornitore a livello mondiale di soluzioni tecnologiche per la mobilità. Longo la definisce “l’inventore della Ztl”. “Abbiamo acquisito – spiega – sia la tecnologia proprietaria sia diversi centinaia di varchi in gestione”.

Sempre l’anno scorso, a ottobre, il già citato fondo di private equity BU (Bregal Unternehmerkapital) ha finalizzato l’acquisizione della maggioranza di Safety21. “La business unit – dice il CEO della società – è dotata di 2 miliardi di euro di capitale da investire e investe principalmente in Italia e Germania.  Abbiamo deciso come azionisti di dare spazio al fondo perché era il partner corretto. È un fondo europeo istituzionale, partecipato da banche e da altri fondi di investimento. In una piccola azienda come la nostra avere il management di BU è positivo. In ogni caso tutti gli azionisti precedenti sono rimasti nel capitale”.

Perché l’acquisizione di Gefil

A settembre 2022 Safety21 ha acquisito il Gruppo Kauri di GeFiL S.p.A., operatore end-to-end di servizi digitali per la Pubblica Amministrazione, focalizzati in particolare sul mondo Smart City, Smart Mobility e Collection. Nel dettaglio il Gruppo Gefil si occupa di accertamento e riscossione dell’uso del patrimonio pubblico tra cui strade e accertamento e riscossione del bollo auto in Veneto e Marche. Si è trattato della prima operazione industriale realizzata da Safety21 con il supporto del socio di controllo, il fondo BU. Obiettivo: “Creare il più grande gruppo italiano operante esclusivamente nei settori verticali della Smart City e Smart Mobility, con un fatturato atteso per il 2022 di oltre 65 milioni di Euro ed un Ebitda margin superiore al 30%”. Questo secondo il comunicato diffuso al momento dell’operazione.

“Gefil possiede soluzioni legate al controllo del territorio che noi non abbiamo” chiarisce Longo. “In particolare soluzioni legate al bollo auto, tassa di possesso collegata alla circolazione del veicolo e alle aree di consorzi di bonifica. Possono sembrare lontane dal nostro modello di business ma non lo sono. Il target è sempre la PA e l’impatto sul cittadino è sempre lo stesso. Nella nostra visione tutto ciò che è sulla strada e ha a che fare con sistemi di pagamento legati alla strada è vicino a ciò che facciamo”.

Il progetto per Milano

Prossimo passo (in realtà già iniziato): il Progetto Sicurezza Milano Metropolitana. Vedrà l’installazione di 310 dispositivi IoT (Internet of Things) su tutto il suo territorio. Una parte di questi dispositivi servirà al rilevamento degli eccessi di velocità, mentre gli altri saranno suddivisi tra sistemi di controllo dei passaggi pedonali, monitoraggio delle piazzole di sosta e sistemi radar di analisi del traffico veicolare. Tutti dispositivi e funzionalità che contribuiscono a rendere la strada più smart.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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