L'INTERVISTA

Federico Pozzi Chiesa: ecco come l’e-commerce spinge l’innovazione nella logistica

Digitalizzazione, real time, relazione con i consumatori. La logistica deve cambiare per rispondere alle nuove esigenze generate dallo sviluppo delle vendite online, spiega il CEO di Italmondo Federico Pozzi Chiesa, founder dell’incubatore Supernova-Hub che parteciperà a MCE4x4, in programma il 23 novembre

Pubblicato il 17 Nov 2020

Federico Pozzi Chiesa, CEO di Italmondo e founder di Supernova Hub

Federico Pozzi Chiesa è la persona giusta per parlare di una parte della mobilità che si tende a dimenticare, anche se ha un impatto importante sulle condizioni di viabilità in città e non solo: la logistica. Anche su questo fronte l’emergenza sanitaria sta contribuendo ad accrescere la consapevolezza anche per effetto della crescita dell’e-commerce.

“Le-commerce costringe a cambiare l’approccio tradizionale dei provider di logistica. C’è un processo da ridisegnare da zero”, spiega Federico Pozzi Chiesa, amministratore delegato di Italmondo, uno dei principali player europei nel settori dei trasporti, che ha investito e sta investendo in innovazione al punto da aver generato startup e fondato un incubatore, Supernova-Hub, che sta evolvendo in società di investimento: presto chiuderà la sua prima operazione. Un caso di open innovation per la smart mobility, tema che sarà al centro di CambiaMenti, l’edizione 2020 di MCE4x4, la conference sulla mobilità che quest’anno sarà completamente online, il 23 novembre, e a cui parteciperà anche Federico Pozzi Chiesa.

“Supernova-Hub ha deciso di aderire all’iniziativa in qualità di Ecosystem Partner in quanto l’esperienza di Gruppo maturata nell’abito della logistica ci permette di condividere un punto di vista privilegiato e un’expertise pluriennale utile a guidare ed indirizzare correttamente i nuovi imprenditori che si stanno affacciando a questo settore”, dice Federico Pozzi Chiesa. “La mobilità è una delle tematiche che più stanno cambiando la società contemporanea ed il comparto logistico è in prima linea quando si parla delle grandi sfide che l’evoluzione del settore ci sta portando ad affrontare. Potersi confrontare con startupper che hanno abbracciato questo ambito e che stanno lavorando per fare innovazione è stimolante e motivante. Pensiamo che eventi come MCE 4×4 svolgano un ruolo strategico, ed è per questo che abbiamo scelto di farne parte: perché permettono di generare vera innovazione attraverso l’incontro tra startup, PMI e corporate”.
A Federico Pozzi Chiesa abbiamo chiesto di raccontarci come l’e-commerce sta cambiando la logistica e perché ha creato un incubatore per fare open innovation

L’emergenza sanitaria ha dato nel 2020 una nuova spinta all’ecommerce. Che cosa cambia per la logistica?

La prima cosa è che non basta più un solo modello di logistica. Ci sono differenze sostanziali perché il processo va ridisegnato in funzione delle esigenze dell’ecommerce di riferimento. Le proposte di vendita online sono diverse e quindi diverso deve essere il back office di gestione. Cambia se si lavora con gli stock di magazzino, secondo il modello DeliveryNow o con le cosiddette consegne espresso. Ci sono poi quelle same day a cui ci ha abituato Amazon, addirittura in due ore. Secondo l’offerta e la promessa fatta al cliente, cambia il lavoro della logistica.

Lei guida un’azienda familiare con 65 anni di storia. Perché ha fondato una startup e mi riferisco a Sendabox?

Sendabox è un vero e proprio esempio di open innovation. Ho avuto l’idea di un comparatore prezzi per le spedizioni parcel (pacchi, ndr.), ho fatto realizzare la piattaforma da un’agenzia esterna e l’abbiamo messa online per vedere se il need esistesse sul mercato. In un mese e mezzo e senza pubblicità fatturava già 15mila euro.

Perché non ha lanciato il servizio subito con Italmondo?

Avevo il dubbio che la gente cercasse una proposta del genere, Così ho potuto avere un time to market rapido con basso impatto economico. Visto che funzionava abbiamo creato un piccolo team e, man mano che abbiamo visto la crescita, abbiamo investito sullo sviluppo e dopo un anno e mezzo di attività l’abbiamo spinoffata da Italmondo. È stato un percorso che dovrebbe stimolare molte aziende italiane, soprattutto familiari, perché dimostra che è possibile valorizzare il proprio know how e rinfrescare il proprio business senza snaturarlo. Questo modello ibrido, in cui l’imprenditore è anche co-founder delle startup, è diventato l’elemento distintivo di Supernova-Hub.

Come va adesso Sendabox, 6 anni dopo?

Sta facendo +90% rispetto al 2019, parallelamente all’impennata dell’ecommerce. Da primo comparatore del settore, l’expedia dei corrieri, Sendabox è diventata un system integrator per piccoli e grandi ecommerce: li aiuta a ottimizzazione le spedizioni, garantendo un pricing trasversale su più provider con un livello di servizio targetizzato in macro zone e rispetto ai livelli di servizio del provider.

Quindi il valore di Sendabox è far trovare i prezzi più bassi?

Non solo, garantisce anche la business continuity. Per un ecommerce scegliere un solo provider, magari sulla base del prezzo, può diventare pericoloso perché i livelli di servizio non sono omogenei su tutto il territorio nazionale. E poi ci sono i momenti di picchi: se il provider va in overload, non consegna più nei tempi garantiti e i clienti si lamentano. Sendabox garantisce la business continuity proprio perché è multi-provider.

Come si può ottimizzare non solo la consegna ma anche l’impatto sulla mobilità dovuto dall’aumento della circolazione di pacchi nelle città?

Un modo è concentrare le attività dei corrieri su un unico punto, sia per la consegna sia per il ritiro, modello già diffuso in altri Paesi come la Germania dove c’è una più forte tradizione delle vendite per corrispondenza.

E questo cosa c’entra con l’ecommerce?

In Italia sono aumentate le vendite online, ma non ci sono i punti di ritiro. C’era una mancanza nella logistica verso l’utente finale. Abbiamo creato un’alternativa, sviluppando una rete di punti di ritiro di vario genere: tabaccai, edicole, bar. Così facendo riduco il numero dei mezzi in circolazione, delle soste e delle ripartenza e oltretutto offro ai clienti finali fasce orarie più ampie.

Resta il fatto che il veloce sviluppo dell’ecommerce sta ponendo il tema delle consegne e del loro impatto sulla mobilità, soprattutto nei centri urbani…

Sì, è vero ma credo che noi abbiamo già superato molte di queste problematiche. Italmondo ha avviato un anno e mezzo fa con le università di Zurigo e Copenaghen, specializzate nella logistica, un programma di ricerca sull’ottimizzazione del carico dei mezzi. Proprio in questi giorni viene lanciata la piattaforma, creata da Supernova Factory sulla base di un algoritmo proprietario, che permette di ridurre il numero dei mezzi impiegati, riducendo costi ed emissioni di Co2. C’è quindi un impatto economico ma anche ambientale.

Quali vantaggi si riescono a ottenere?

Sul trasporto di grandi macchinari si arriva a una riduzione del 10%. Per quanto riguarda i pacchi si può arrivare a superare il 15% in meno dei mezzi in circolazione e, quindi, di carburante consumato

Nella logistica ci sono player come Amazon che hanno cambiato le regole del gioco. Qual è la sfida per un operatore come Italmondo?

Abbiamo ormai competitor che sono anche grandi operatori di logistica , come Amazon o Alibaba, e che hanno profondamente cambiato le aspettative dei consumatori, spesso andando anche oltre le loro reali esigenze. Offrono un servizio inarrivabile e lasciano poco spazio alla concorrenza. Noi abbiamo cominciato a ragione su come possiamo essere un’alternativa

E a quali conclusioni siete arrivati?

Italmondo è un operatore multitransport presente in diversi Paesi europei e in Nord Africa e abbiamo il controllo di tutta la filiera logistica. Possiamo distinguerci offrendo un servizio equiparabile a quello di Amazon a chi non vuole passare attraverso la vetrina standardizzata e poco personalizzabile di Amazon. La sfida è offrire alle piattaforme di ecommerce indipendenti un servizio e un’esperienza digital di alto livello. E lo spazio c’è perché i grandi gruppi della logistica negli anni scorsi hanno considerato l’ecommerce come una niccha e quindi non si sono strutturati, a livello globale, per servirlo in maniera efficiente ed efficace.

A che cosa serve l’open innovation per la logistica e la mobilità?

Il percorso che io vedo prevede la digitalizzazione dei processi, la fruibilità dei servizi da remoto per operatori e consumatori, con un accesso in tempo reale a tutti i dati e le informazioni collegati al viaggio di un prodotto. Aggiungo la capacità di integrazione con tutti i portali di ecommerce. Ricordo che noi sviluppiamo tutta la nostra parte tecnologica con 30 programmatori interni. Noi facciamo innovazione interna e aperta.

Per questa c’è Supernova-Hub. Che cos’è oggi?

Ormai è come se fosse la nostra divisione di ricerca e sviluppo che è andata oltre il perimetro aziendale. Il Gruppo ITLM (di cui Italmondo fa parte, ndr.)  ha investito oltre 10milioni su Supernova, che accoglie 12 realtà e che adesso si sta evolvendo verso uno stato di acceleratore ibrido, con la creazione di una Sgr con la Banca Popolare di Fondi e la startup fintech A.A.Tech. Abbiamo sentito l’esigenza di continuare a investire sull’innovazione, con un focus sull’impact investing e partendo da nicchie poco esplorate ma con possibilità di internazionalizzazione. Abbiamo voluto creare un veicolo nuovo con un obiettivo di raccolta di 100 milioni per poter giocare in Champion League. A breve annunceremo il primo investimento.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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