Made in Italy
Carel, l’azienda che con i robot punta alla Borsa
Dopo l’introduzione della meccatronica in azienda, ricavi per oltre 200 milioni, continui investimenti in ricerca e innovazione, il gruppo che crea sistemi di controllo per refrigerazione e riscaldamento è pronto per sbarcare a Piazza Affari. Tra i prossimi progetti anche l’acquisizione di piccole imprese
di Concetta Desando
21 Apr 2016
In un’intervista a Repubblica, il dg del gruppo padovano, Francesco Nalini, spiega infatti che l’introduzione della meccatronica in azienda non avrà “impatti negativi per i nostri dipendenti, che saranno liberati per attività professionali a maggior valore aggiunto”. E, per dare maggior spinta ai progetti di sviluppo, non esclude una prossima quotazione in Borsa (che le due famiglie azioniste dell’azienda, Rossi Luciani al 60% e Nalini al 40%, stanno valutando già fin dal 2008 quale eventualità per agevolare acquisizioni utili alla crescita). “Stiamo guardando con molto interesse – spiega al quotidiano Nalini, figlio di Luigi, uno dei fondatori e ad di Carel – all’eventualità in futuro di una quotazione. Pensiamo che ci permetterebbe di accelerare il processo di sviluppo, perché ci darebbe visibilità e capacità di attirare talenti e maggiore credibilità. E poi potrebbe aiutare a gestire il passaggio generazionale in modo più tranquillo e sereno. Non abbiamo nemmeno del tutto escluso di aprire il capitale a fondi, ma privilegiamo la Borsa perché implica un orizzonte di lungo periodo e sarebbe più coerente con la nostra forma mentale. Non avendo necessità di cassa, nessuna fretta”.
Lo sbarco a Piazza Affari sarebbe, insomma, uno strumento in più per favorire lo sviluppo. “Abbiamo ottime possibilità residue di crescita – sottolinea infatti il dg – anche per trascinamento. Ma ci interesserebbe per il futuro acquisire qualche azienda da integrare per sinergia tecnologica o che ci permetta una accelerazione in termini di quote di mercato. L’azienda in questione dovrebbe avere cultura e taglia simili a noi. Difficile da trovare, perché sono poco visibili, non quotate, pochissime sono in vendita. Di sicuro non lo siamo noi”.