INVESTIMENTI

Medtech, 8,4 milioni per la startup della rigenerazione ossea

GreenBone ha chiuso un round guidato da Helsinn Investment Fund a cui hanno partecipato anche Invitalia Ventures, Innogest Capital e IAG. La società emiliana ha sviluppato impianti ossei brevettati dotati di proprietà rigenerative. Il capitale raccolto servirà a completare gli studi clinici entro il 2019

Pubblicato il 19 Giu 2017

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Invitalia Ventures ha fatto tredici. Il fondo di venture capital controllato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ha partecipato a un investimento da 8,4 milioni di euro in GreenBone, startup emiliana che ha sviluppato soluzioni innovative per curare gravi malattie ossee. Il round di finanziamento è stato guidato da Helsinn Investment Fund, fondo corporate del gruppo farmaceutico svizzero omonimo, e ha visto la partecipazione anche di Innogest Capital, Italian Angels for Growth e altri soci privati insieme ai fondatori. GreenBone è la tredicesima startup a entrare nel portfolio del veicolo di investimento pubblico guidato da Salvo Mizzi, e l’operazione rappresenta una tre le maggiori effettuate in tutto il 2017.

L’innovazione di GreenBone sta nell’aver sviluppato impianti ossei brevettati, derivati da strutture naturali come il legno, dotati di proprietà rigenerative adatte ad affrontare la perdita di porzioni considerevoli delle osse lunghe portanti a seguito di trami, tumori e altri danni all’apparato scheletrico. Grazie alla sua composizione il sostituto osseo GreenBone ha proprietà tali da consentire al corpo umano di riconoscere l’impianto come prorpio, sostituendolo in maniera progressiva con vero tessuto osseo.

L’utilizzo di questa tecnologia porta alcuni vantaggi per i malati che ne usufruiscono tra cui: riduzione dei tempi di guarigione, miglioramento della qualità della vita del paziente, contenimento dei costi sociali e del servizio sanitario. L’idea è stata sviluppata da un gruppo di ricerca dell’Istituto di Scienze e Tecnologia dei Materiali del CNR di Faenza, guidato da Anna Tampieri. GreenBone ha già ottenuto la concessione di un brevetto in Usa, Eu., Cina e altri paesi, mentre è in corso di approvazione un ulteriore brevetto internazionale.

Il nuovo round di investimento servirà alla società guidata dal CEO Lorenzo Pradella a completare gli studi clinici entro il 2019, ottenere il marchio CE sui propri prodotti e svolgere studi pre-clinici su ulteriori indicazioni in ambito ortopedico. Gli 8,4 milioni appena raccolti si vanno ad aggiungere ai 3 milioni già ottenuti nel 2015 in un round a cui hanno partecipato, tra gli altri Zernike Meta Ventures e IAG.

Il CEO di GreenBone ha espresso soddisfazione per il traguardo finanziario raggiunto, e per la presenza tra gli investitori del fondo di vc svizzero: «Helsinn Investment Fund ci porta non solo risorse finanziarie ma anche quel know-how ed esperienza commerciale in grado di aiutare a commercializzare un prodotto in modo tempestivo e conveniente». Per Riccardo Braglia, CEO e vice presidente di Helsinn Group, «GreenBone rappresenta un perfetto esempio di innovazione tecnologica e dinamica nella quale Helsin Investment Fund crede molto, in quanto in grado di rivoluzionare il trattamento di rigenerazione ossea in seguito ai traumi o tumori».

Tra l’altro, l’operazione GreenBone assume valore significativo anche per Invitalia Ventures, almeno per due ragioni, come spiega Ciro Spedaliare, investment Manager della SGR: «L’investimento in Greenbone riveste un’importanza fondamentale perché si tratta di un round di investimento tra i più alti registrati in Italia nel 2017, confermando il ruolo di Invitalia Ventures quale attore di riferimento nella Venture Industry italiana. Questa operazione dimostra soprattutto quanto sia possible attrarre investitori esteri di alto standing come il Gruppo Helsinn». Nel 2017 Invitalia Ventures ha investito anche in Zehus (500mila euro) e Mindesk (670mila euro).

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