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BioInItaly, arriva l’evento italiano sul biotech (ma l’industria è altrove…)

Il mondo delle biotecnologie si sta polarizzando intorno a due aree, San Francisco e Boston-Cambridge: c’è spazio per l’Italia e l’Europa? Se ne parla il 29 marzo all’incontro organizzato da Banca Intesa con Assobiotec nell’ambito della serie Start-up Initiative

Pubblicato il 27 Mar 2017

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Mercoledì 29 marzo va in scena la 10 edizione del BioInItaly, evento organizzato da Banca Intesa in collaborazione con Assobiotec all’interno della fortunata serie Start-up Initiative.

Il nostro Bio non potrà non fare i conti con il recentissimo post di LifeSciVC che sta provocando una discussione nella comunità mondiale del settore. In sintesi, i dati sono schiaccianti: l’industria si sta prepotentemente polarizzando in solo due aree, San Francisco e Boston-Cambridge.

Il Biotech sta accadendo là e pare che non ce ne sia per nessun’altro. Né per il resto degli States né per l’intera l’Europa. Anzi, USA ex-Boston/SanFrancisco è paragonata all’andamento dell’Europa, dove per andamento europeo si intende che si va piano. Cioè piano e non certo lontano.

L’attrazione polare pare violenta, come Firenze fu culla del Rinascimento. I soldi dei VC, le start-up, i talenti. Tutto cade lì. Un esempio su altri: le tecnologie nascono anche da altre parti – persino in Europa… e ci mancherebbe visto il livello degli scienziati! – ma si fanno impresa con spunto e consistenza solo nella Baia o lungo il Charles River.

Cosa sarà di noi, dell’Italia Biotech? Ne parliamo il 29 in piazza Belgioioso. Abbiamo qualche arma, capiremo se spuntata: abbiamo un nuovissimo fondo per il Technology Transfer, 200M€ pubblici pronti a sostenere anche le ricerche di IRCCS, Università e Centri di Ricerca che si fanno spin-off; abbiamo la Banca Europea degli Investimenti che ha finanziato in tutta Europa imprese del Life Sciences, ma non in Italia…: abbiamo il crowdfunding con esempi di imprese del settore finanziate ma ancora con pochi capitali.

Non corro alle conclusioni ma penso che chi vivrà fuori dai due cluster sarà l’eccezione. Di eccezioni ce ne saranno poche per singolo Paese. Chi rimane fuori dai due poli dovrà contare su abbondanti capitali e ottimi talenti (in ordine non del tutto casuale) e diventerà il piccolo grande (e unico?) polo di attrazione locale.

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