STARTUP INTELLIGENCE

VillageCare: da una startup un nuovo modello di business B2B per supportare i “caregivers”

Specializzata in welfare aziendale per i dipendenti che si occupano di familiari anziani, con il coronavirus VillageCare ha stretto partnership con altre startup in ambito sanitario e assistenziale. “La sfida principale è stata fare le stesse cose ma potenziandole con la tecnologia” dice la co-founder Silvia Turzi

Pubblicato il 03 Lug 2020

Stefano D'Angelo

Analista, Osservatorio Startup Intelligence

Silvia Turzio, CEO di Caregivers

L’Osservatorio Startup Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano ha avviato il censimento di iniziative e soluzioni proposte da startup italiane per fronteggiare l’emergenza coronavirus. Tra le realtà innovative censite è stata intervistata anche VillageCare, startup co-fondata da Silvia Turzio, che durante l’emergenza sanitaria, si è attivata mettendo in campo creatività, strategia e un modello di business innovativo per dare anch’essa un contributo alla società.

VillageCare è una startup innovativa a vocazione sociale nata nel 2015, specializzata in servizi di smart ageing per privati e imprese. L’idea alla base della startup deriva da anni di osservazione sul tema dell’invecchiamento e della longevità, soprattutto in Italia: l’Italia è infatti il secondo Paese più vecchio al mondo dopo il Giappone. Nel 2020 il 7,5% della popolazione italiana ha più di 80 anni, in Giappone circa il 9% mentre nei paesi più sviluppati la media è del 5%. In particolare, in Italia gli over 65 rappresentano il 23% della popolazione e i familiari che si prendono cura stabilmente di anziani fragili sono circa 8 milioni. VillageCare, nata come piattaforma B2C per offrire supporto ai privati, i cosiddetti “caregivers”, ovvero coloro che si prendono cura di anziani e persone fragili, ha ampliato la propria offerta, creando anche un portale B2B. Tale soluzione è stata sviluppata per offrire sistemi di welfare aziendali e sistemi innovativi di sostegno ai dipendenti “caregivers”, per aiutarli a conciliare vita, lavoro e genitori.

Per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid19, VillageCare si è mossa attivamente sia lato B2C, per andare incontro alle famiglie, sia lato B2B, per le aziende, cambiando e potenziando il proprio modello di business. Lato B2C, VillageCare, in primo luogo, ha rafforzato le proprie risorse, ampliando la squadra di specialisti, per fornire supporto alle famiglie con anziani fragili “in un periodo in cui la complessità era moltiplicata per 10”, come ci racconta Silvia. Successivamente, in tempi rapidi, per essere più vicina alle famiglie e rafforzare la propria proposta di valore, Villagecare ha stretto partnership con startup, imprese innovative, protagoniste di innovazione sanitaria e assistenziale grazie al digitale, chiudendo accordi con piattaforme mediche sanitarie per offrire consulti geriatrici e psicologici online a distanza. Si è inoltre fatto uno sforzo di ampliamento di value proposition, allargando l’offerta di servizi per gli over 65: è stato introdotto il servizio di consegna a casa della spesa, delle ricette mediche e la possibilità di inviare un delegato per le commissioni importanti, tutto grazie alla collaborazione con operatori e realtà innovative locali, come ad esempio la startup UGO.

L’emergenza coronavirus ha determinato per VillageCare non solo un cambiamento del modello di business soprattutto in termini di risorse, partner e proposizione di valore, ma anche modifiche nelle abitudini dei clienti della startup. In primo luogo, si è verificato un cambiamento dei profili di utenti, con profili più giovani, in una fascia tra i 30 e i 40 anni, “abbiamo acquisito un profilo caregiver un po’ diversificato rispetto al passato” afferma Silvia. In secondo luogo, anche le richieste che arrivavano dai clienti di VillageCare si sono modificate, con un incremento sempre più importante di assistenza domiciliare rispetto alle richieste relative alle residenze sanitarie, che sono andate via via diminuendo, “è una conferma che ci aspettavamo, e che sarebbe arrivata comunque nel tempo ma che è stata solo accelerata” dichiara la fondatrice.

In conclusione, l’emergenza coronavirus ha rappresentato per VillageCare una sfida importante in quanto, grazie alla consapevolezza acquisita dalla popolazione circa le potenzialità del digitale, la startup ha visto un’accelerazione importante del proprio impegno. “La sfida principale è stata fare le stesse cose ma potenziandole con la tecnologia” afferma Silvia “durante l’emergenza covid abbiamo capito che tutto si può fare a distanza grazie al digitale e stiamo progettando il modello di assistenza del futuro sulla parte fragile della popolazione perché si può fare tantissimo grazie alla tecnologia, pensando anche ad adulti disabili e bambini in difficoltà”, conclude Silvia Turzio.

QUI una recente indagine su 1.000 famiglie caregiver intervistate in piena emergenza Covid-19

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Cristina Marengon
Cristina Marengon

Research Analyst presso Osservatori Digital Innovation

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