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Robot Tax, la fine del lavoro senza la fine dello Stato

Il 23 settembre, al Teatro Carignano di Torino, è in programma la seconda edizione del forum Fisco&Futuro. Tema di quest’anno è la robot tax: potrebbe servire per non veder diminuire sensibilmente il gettito fiscale in futuro e quindi i servizi dello Stato. Ecco alcuni spunti di dibattito

Pubblicato il 18 Set 2019

Alessandro Cotto

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Tassare i robot potrebbe essere una soluzione per non veder diminuire sensibilmente, in futuro, il gettito fiscale e quindi non avere più accesso a molti servizi erogati dallo Stato. Se ne parla nella seconda edizione di Fisco&Futuro”, forum annuale sul fisco di domani organizzata da Eutekne. L’evento è dedicato a una riflessione sulle conseguenze economico sociali del progresso tecnologico e dell’automazione. Lunedì 23 settembre, dal palco del Teatro Carignano di Torino, ne parleranno i più autorevoli esperti del mondo della professione, dell’Amministrazione finanziaria e delle imprese. Il main event “ROBOT TAX. La fine del lavoro senza la fine dello Stato“, aperto al pubblico, sarà moderato dal giornalista Francesco Giorgino, conduttore del Tg1, analista di politica interna ed economica, e introdotto dal keynote speech “Il futuro dei computer e dell’intelligenza artificiale” del matematico Piergiorgio Odifreddi. In questo intervento Alessandro Cotto, amministratore delegato di Eutekne, anticipa alcuni temi dell’incontro.

Punto di partenza della seconda edizione di Fisco&Futuro è il ruolo crescente dell’automazione, sia nell’ambito della produzione manifatturiera, attraverso i robot, sia nell’ambito dei servizi, mediante piattaforme di intelligenza artificiale.

Questo scenario impone che vi sia una pianificazione organica e tempestiva delle politiche fiscali degli Stati per evitare che la sostituzione del lavoro umano (tassato) con quello delle macchine (attualmente non tassato) abbia effetti sul gettito e quindi sulla capacità dello Stato di erogare servizi ai cittadini.

La questione della tassazione dei robot ha guadagnato da qualche anno le luci della ribalta a seguito dell’intervento di Bill Gates, secondo cui se i robot fanno le stesse cose dei lavoratori umani, allora devono essere tassati allo stesso modo.

Nonostante ciò, l’idea di tassare i robot è ancora a un livello embrionale e gli Stati stanno puntando sugli incentivi all’automazione, come ha fatto l’Italia con cosiddetto piano nazionale industria 4.0.

Iper e Super Ammortamento, Nuova Sabatini, Credito d’imposta per la Ricerca & Sviluppo, Startup e PMI innovative, per citare alcuni dispositivi, intervengono per promuovere l’automazione industriale e aumentare la produttività degli impianti.

È chiaro però che in uno scenario che vedrà la sostituzione dei lavoratori con le macchine la tenuta dei conti pubblici richiederà interventi sul fronte delle entrate.

Le opzioni sul piatto sono molteplici. Naturalmente al primo posto vi è il recupero dell’evasione fiscale, tema complesso che richiede interventi tecnici mirati nonché un profondo cambiamento culturale.

In seconda battuta, si potrebbe incrementare l’aliquota legale dell’imposta sulle società e dell’imposta sulle persone fisiche con i redditi più elevati, in quanto è verosimile che l’incremento di produttività sia andato, vada e andrà soprattutto a beneficio di questi soggetti.

Si tratta peraltro di una soluzione complessa in ragione dei possibili contraccolpi in termini elettorali.

Perché e come tassare i robot

Un’altra soluzione potrebbe essere quella di “tassare i robot”, non in senso stretto, ma distinguendo quando il reddito è il frutto del talento umano da quando, invece, è il risultato della tecnologia. Tecnicamente si tratterebbe di consentire una deducibilità parziale dei costi legati alla tecnologia, favorendo parallelamente le imprese che impiegano lavoratori umani. La pianificazione del futuro, nel fisco come altrove, è del resto questione di metodo.

Messe a fuoco le domande e vagliate le implicazioni delle possibili risposte, le soluzioni tecniche per costruire la strada che accompagni nella direzione voluta si trovano. Il punto è trovare il tempo per uscire dallo stress della contingenza e per inserire in un quadro che abbia senso compiuto frasi e parole d’ordine, come “tassare meno i redditi e più i consumi” o “tagliare il cuneo fiscale”, che sono senz’altro importanti, ma che, senza questo presupposto, finiscono per essere poco più che luoghi comuni ripetuti per sentito dire e senza sapere dove si vuole andare.

Un po’ di quel tempo, per cominciare, potrebbe essere proprio il pomeriggio del prossimo 23 settembre al Teatro Carignano. Vi aspettiamo.

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Alessandro Cotto
Alessandro Cotto

Amministratore Delegato di Eutekne SpA

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