L'INTERVISTA

Rodolfo Falcone, Country Manager Red Hat: “Così aiutiamo l’Italia nella rivoluzione post-pandemia”

“Dopo il Covid, nel mondo della tecnologia l’evoluzione è diventata rivoluzione e la direzione IT un game changer per le aziende” dice Falcone. Che sottolinea l’impegno di Red Hat anche per la PA italiana. E vede nel PNRR un’occasione da non perdere

Pubblicato il 12 Lug 2021

Rodolfo Falcone, Country Manager Italia di Red Hat

“Grazie alla spinta alla digitalizzazione causata dalla pandemia, in Red Hat abbiamo fatto un salto temporale : ci siamo trovati a lavorare oggi come avremmo fatto soltanto tra 10 anni, se le condizioni fossero rimaste normali”. A dirlo è Rodolfo Falcone, Country Manager per l’Italia di Red Hat, principale fornitore di soluzioni open source al mondo. “Pur consapevoli della sua drammaticità e    delle tragiche conseguenze – prosegue Falcone – è innegabile che l’emergenza sanitaria abbia accelerato i processi e avvicinato le aziende ai clienti come mai prima. Oggi il mondo è più interconnesso, veloce, dieci volte più cloud di prima: con Red Hat abbiamo portato alle aziende il Next Generation World”.

Red Hat è da più di 27 anni un’azienda specializzata nell’approccio innovativo all’open source enterprise. Nel proprio portafoglio di soluzioni include gestione infrastrutture hybrid cloud, middleware, DevOps, sviluppo applicativo cloud-native, oltre a soluzioni di management ed automazione.

Con oltre 20 anni di esperienza manageriale nel settore dell’IT, il Country Manager Rodolfo Falcone, che ha assunto questo incarico a novembre 2019, ha nel suo curriculum esperienze pregresse in ForcePoint, ServiceNow, Commvault e Check Point Software Technologies, oltre ad essere stato amministratore delegato di Security Reply e Country Manager Italia di Trend Micro.

“L’evoluzione è diventata rivoluzione”

Come gli altri attori del mondo della tecnologia, anche Red Hat si è trovata ad affrontare uno scenario radicalmente cambiato a causa della pandemia. “Non possiamo più essere abituati alle evoluzioni, dobbiamo abituarci alle rivoluzioni. E questa è stata una rivoluzione” afferma Falcone. “Ha modificato le relazioni e gli equilibri all’interno delle aziende, ha cambiato il modo di lavorare e gli spazi negli uffici, ha incrementato la fiducia tra vendor e clienti, ha stravolto la logistica, è stata per le imprese un’occasione nuova per potersi trasformare. Alcune hanno approfittato della situazione di temporaneo stallo per effettuare nuovi investimenti”.

È il caso per esempio del Gruppo Alpitour, che, anche costretto alla pausa forzata dovuta ai ripetuti lockdown e alla conseguente impossibilità di viaggiare, ha deciso proprio in quei difficili mesi di puntare su Red Hat OpenShift come piattaforma hybrid cloud di riferimento per la sua trasformazione digitale.

Tra i leader italiani nel settore turistico e tra le più importanti realtà in Europa, con circa 4000 addetti e di una rete di 5000 agenzie, il Gruppo aveva già lanciato nel 2019 un esteso programma di trasformazione tecnologica interna, a supporto specifico delle reti di produzione e vendita dell’area tour operating. A partire da febbraio 2021 Red Hat OpenShift è stato implementato come piattaforma di riferimento per il progetto e sta contribuendo a migliorare la flessibilità e il time to market di Alpitour.

La direzione IT: un game changer per il futuro delle aziende

Molto è cambiato in questi concitati mesi in azienda: Falcone ha potuto verificarlo di persona in base all’aumento esponenziale di video-call con CIO e CEO delle aziende clienti e all’impennata di richieste urgenti. “Nella primavera 2020 – rievoca – diversi clienti della GDO avevano i siti al collasso perché non      dimensionati per accogliere l’improvvisa crescita della spesa online”. Più in generale è emerso un elemento determinante: “L’IT nelle aziende è diventato il centro della business generation. La parte business ha scoperto nell’IT una vasta gamma di risorse utili a migliorare l’interazione con i propri clienti. Tanti hanno realizzato quanto siano importanti i CIO e quanto la direzione IT possa essere un reale game changer per il futuro”.

L’open source: una risposta rapida e solidale all’emergenza

Nell’affrontare le conseguenze della spinta alla digitalizzazione, Red Hat partiva comunque da un punto di forza: “Il modello open source collaborativo era già predisposto: c’è stata un’evoluzione di questo stesso modello. L’open source ha saputo rispondere in maniera veloce e solidale all’emergenza”.

Il mondo dell’open source, come è noto, è fatto di milioni di sviluppatori che attingono liberamente a quanto trovano di interessante a loro disposizione e con questo creano soluzioni in grado di rispondere alle esigenze dell’azienda cliente. È quello che è accaduto nel caso della collaborazione tra Red Hat e Snam su     soluzioni digitali avanzate edge per il settore energy. La grande società di infrastrutture energetiche ha implementato Red Hat OpenShift e altre tecnologie cloud-native per la trasformazione digitale dell’organizzazione. Utilizzando un ampio set di avanzate soluzioni open hybrid cloud di Red Hat, Snam è riuscita così gestire e scalare più efficacemente le applicazioni attraverso un’infrastruttura distribuita, anche sull’edge, per prepararsi a un futuro nel segno di hybrid cloud e multicloud.

L’impegno nella PA

“Le tecnologie sono in continua evoluzione, anzi rivoluzione” ribadisce il Country Manager per l’Italia di Red Hat. “Andiamo avanti cercando di intuire con sempre maggiore efficacia le esigenze dei clienti, ormai siamo un trusted advisor. Sempre più spesso i tavoli a cui partecipiamo sono quelli iniziali, quando il cliente inizia ad esprimere bisogni e desideri e la nostra esperienza spazia in diversi settori”. Uno di quelli in cui Red Hat Italia è maggiormente impegnato è la pubblica amministrazione.

“La digitalizzazione nella PA sta viaggiando alla velocità della luce perché deve rispondere a cittadini ormai allineati con nuove esigenze” sottolinea Falcone. Episodio emblematico di questa accelerazione sono i siti per la vaccinazione di massa anti-Covid, messi in piedi in poco meno di un mese: spicca sicuramente quello di Poste Italiane, grande cliente di Red Hat. Mi piace ricordare infatti che avvalendosi di Red Hat OpenShift e delle soluzioni di storage e automazione di Red Hat, Poste Italiane ha realizzato una piattaforma cloud ready che le permette di sviluppare applicazioni digitali internamente o con la collaborazione di partner innovativi. L’azienda ha così conquistato agilità, innovazione e flessibilità, e può cogliere nuove opportunità di mercato.

Red Hat e il mercato delle aziende emergenti

In piena pandemia Red Hat ha fatto partire un’iniziativa destinata ad estendere il suo raggio d’azione. La premessa: in Italia oltre il 90% delle aziende sono di piccole e medie dimensioni. Si tratta di imprese che lavorano tanto e bene, ma per restare competitive hanno bisogno della     trasformazione digitale, che tra l’altro può consentire loro di abbattere notevolmente i costi.

Ecco perché, dal 2019, Rodolfo Falcone ha iniziato a creare      una squadra di esperti in grado di supportare questo mercato     . Il lancio di questa struttura      è stato proprio a marzo 2020, il mese nero dell’emergenza sanitaria. Eppure la strategia ha funzionato, anzi è stata doppiamente utile: “Abbiamo potuto aiutare moltissime aziende: se non avessimo creato questo      team     , non avremmo potuto rispondere alle nuove richieste”.

Red Hat guarda al futuro

Nel futuro economico dell’Italia c’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), documento che contiene l’attuazione al programma Next Generation EU di cui l’Italia è la prima beneficiaria in Europa. Sono dunque in arrivo nuovi investimenti che dovrebbero aiutare la PA, ma anche il settore privato, a proiettarsi verso il futuro. Naturalmente un’azienda come Red Hat non può non sentirsi coinvolta. “Spero che gli investimenti vengano      usati con intelligenza – conclude Falcone – che siano sfruttati non al 100% ma al 200% e che l’impegno non vada sprecato. Un’occasione del genere non ricapita: la rivoluzione digitale è qui ed ora”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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