“I NUOVI COMPETITOR CI AIUTANO A SVILUPPARE IL MERCATO”
Il mercato è in grande fermento. Dove intende posizionarsi CartaSì?
È per noi un momento entusiasmante, operiamo in un settore in cui consumatori e concorrenti cambiano allo stesso ritmo delle tecnologie, con iniziative e prodotti che stanno letteralmente esplodendo. CartaSì si pone come soggetto che discrimina tra progetti di successo e non, saremo presenti su tutte le aree più promettenti, sia sul fronte dei consumi che su quello dell’innovazione, con la precisa volontà di cavalcare questo sviluppo e di non ostacolare i nuovi entranti. A preoccuparci è la posizione che ha l’Italia rispetto ai pagamenti innovativi, non chi propone nuovi servizi per cambiare la situazione.
Chi sono i vostri concorrenti oggi?
Rimangono naturalmente i tradizionali, di stampo bancario. Ci sono poi alcuni operatori che fino a poco tempo fa si occupavano di un solo pezzo della filiera e che adesso cercano di espandersi a monte e valle. E infine ci sono gli OTT, che stanno tutti decidendo di entrare in questo mercato, per obiettivi però che non necessariamente hanno a che fare con l’intenzione di fare la banca.
Voi puntate sull’ultraspecializzazione o cercherete di coprirvi i fianchi sui nuovi versanti?
Noi siamo specializzati sui pagamenti evoluti, è il nostro core business. E in questo ambito vogliamo essere profondi e ampi. Del resto la nostra posizione di leadership comporta anche la responsabilità di guidare l’evoluzione del mercato.
Che cosa convincerà gli italiani a usare le forme di pagamento innovative?
La consapevolezza dei tanti benefici che comportano. Bergamo sarà un laboratorio anche per noi, per capire come portare semplicità al cittadino e alle aziende. Il filone del mobile payment, poi, è particolarmente interessante in Italia per il tasso di adozione degli smartphone. Se introduciamo nuove funzionalità anche su quel fronte, contribuiremo a catalizzare l’attenzione su questi strumenti.
“IN ITALIA SERVE UN SALTO, MA FATTO CON CAUTELA”
Su quali linee si sviluppa la vostra strategia in Italia?
Abbiamo l’ambizione di rappresentare anche in questo Paese le caratteristiche del circuito di pagamento più utilizzato nel mondo. Ciò significa cavalcare due linee guide: innanzitutto la spinta all’utilizzo delle carte per qualsiasi tipo di attività quotidiana. E su questo punto siamo lontani dall’obiettivo. La questione ha poco a che fare con tecnologia, è come noto un problema di cambiamento culturale che non arriva. Dobbiamo impegnarci a trasmettere l’idea che questi strumenti sono più facili e più convenienti sia per i consumatori sia per gli esercenti. La seconda linea guida è quella dell’innovazione. La convergenza tra carte e smartphone ci permetterà di fare il salto qualitativo e quantitativo.
In un Paese come l’Italia non conviene puntare direttamente sul mobile payment, saltando il passaggio intermedio?
No, l’Italia ha una caratteristica peculiare: dal punto di vista dell’età della popolazione, siamo un Paese anziano. Se focalizzassimo gli sforzi sulle tecnologie dedicate al mobile lasceremmo indietro un pubblico esteso che è ancora rassicurato dalla semplicità della carta. Dobbiamo muoverci su tutti e due gli ambiti di sviluppo.
Quale sarà la killer application dei pagamenti innovativi in Italia?
Non è una killer application, è un principio: occorre che la carta sia accettata ovunque, che diventi lo strumento preferito d’accettazione di pagamenti o per lo meno non discriminato. Poi è necessario trasmettere l’idea del beneficio: per un consumatore deve diventare chiaro che un euro speso con la carta ha più valore di un euro speso con contanti. E la percezione del valore passa dall’introduzione di sistema a premi, incentivazioni, sicurezza e possibilità di controllo della spesa.
“PUNTIAMO A CAMBIARE ESPERIENZA E PROCESSO”
Oggi cosa vuol dire per MasterCard pagamento innovativo?
Siamo una technology company e il nostro obiettivo principale è creare un sistema operativo del commercio digitale. Lo stiamo facendo attraverso la piattaforma Masterpass, che sarà l’elemento abilitante di tutti i pagamenti nei prossimi anni. Abbiamo già attivato la funzione One-click dedicata all’e-commerce su 4 mila siti in Italia (70 mila nel mondo), e prevediamo, entro la metà del prossimo anno, di raggiungere una copertura minima del 75% a livello globale. In Italia, inoltre, già otto banche, oltre il 30% del mercato, emettono wallet e applicazioni che permettono di fare acquisti su Masterpass. Ma la nostra è anche la tecnologia che sottende ad Apple pay e Samsung pay. La piattaforma MDES (Mastercard digital enablement service) è quella che consente il collegamento da Apple e Samsung verso tutte le banche del mondo. L’80% del mercato bancario americano è già collegato ad Apple Pay, lo stesso avverrà per Samsung e presto il processo si estenderà anche alle banche di altri Paesi.
Quando arriveranno in Italia?
Non è una data che controlliamo noi, posso solo dire “stay tuned”, perché sono cose che avvengono velocemente. In ogni caso, al di là di questi servizi, ci sono già tante altre piattaforme sviluppate dalle banche italiane per effettuare pagamenti in NFC. E non parlo solo di servizio Sim based, visto che esistono tanti progetti in corso dedicati all’HCE, soluzione apprezzata anche dalle telco, che possono attivare servizi di pagamento mettendo in sicurezza le carte nel cloud.
Quali saranno le killer application per lo sviluppo di questi strumenti nella Penisola?
Le soluzioni crescono più velocemente là dove l’utente percepisce il vantaggio finale. Si parla molto di tecnologie, ma sono le nuove esperienze di pagamento a cambiare davvero il processo. Penso ad applicazioni come Uber o IT taxi, che permettono di pagare attraverso la app attraverso una carta sottostante, senza nemmeno doverla estrarre o aspettare scontrino. Oppure posso citare modelli legati alla distribuzione di cibo a domicilio, come JustEat, che offre un’esperienza simile. Il proliferare di questo tipo di servizi ci aiuterà a fare education.