STARTUP INTELLIGENCE

L’Open Innovation a Pompei: intelligenza artificiale, robot e startup per l’archeologia

L’Osservatorio Startup Intelligence del Polimi ha portato 59 manager a Pompei per mostrare come il celebre parco archeologico mette in pratica l’innovazione: AI per la raccolta dati, droni per il monitoraggio, robot per i restauri. Presenti 7 startup del Sud con proposte innovative

Pubblicato il 27 Mag 2022

Smart@Pompei

Il 19 e 20 maggio scorsi l’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano ha organizzato una due giorni di ricerca e di incontro per 59 manager delle aziende partner dell’Osservatorio, alla scoperta delle tecnologie a supporto delle attività condotte da archeologi, tecnologi, botanici e sociologi del Parco archeologico di Pompei, con un occhio al patrimonio imprenditoriale del territorio e all’ecosistema startup.

L’Osservatorio da molti anni promuove l’Open Innovation nelle imprese rivolgendosi alle figure degli Innovation Manager e della R&S. In questa ottica si è inserita la visita al Parco archeologico di Pompei con l’obiettivo di mostrare la più affascinante piattaforma al mondo di Open Innovation e tecnologia digitale applicata.

I manager appartenenti a 25 aziende, tra i partner dell’Osservatorio Startup Intelligence del Politecnico di Milano, sono stati accolti dal Direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel e da Alberto Bruni, Responsabile dell’area tecnologica. Queste le aziende presenti: ACI, Amadori, Aria Spa, Banca Mediolanum, BPER Banca, Bticino, Ferrovie dello Stato Italiane, Gruppo Enercom, Gruppo Hera, Inail, Janssen, Leonardo, MIPU, Mooney, Movyon, Parmalat, Poste Italiane, Q8, Rai Way, Smartpaper, Sogei, Terna, TIM, Unicoop Firenze, Unipolsai.

L'Osservatorio Startup Intelligence a Pompei
Il Direttore Gabriel Zuchtriegel ha dato vita a un intenso dibattito con i partecipanti, illustrando come, con uno stanziamento insieme all’UE di 100 milioni, la tecnologia sia ora un elemento centrale per gli scavi. Per questo il Parco si è dotato di un gruppo di risorse umane fortemente eterogeneo, composto da archeologi, ingegneri e informatici.

Tra i principali vantaggi che le nuove tecnologie installate hanno portato al Parco archeologico di Pompei si evidenzia il miglioramento della qualità del monitoraggio. Questo aspetto ricopre particolare importanza, perché per poter migliorare la qualità della gestione è fondamentale sapere cosa succede in tempo reale nel sito, tramite una raccolta dati tempestiva grazie a sensori e droni.

A valle della raccolta dati, vengono utilizzati strumenti di Intelligenza Artificiale per supportare le analisi e la generazione di insight significativi. Un esempio interessante di come queste tecnologie vengono utilizzate è quello legato al monitoraggio degli eventi meteo e dei loro effetti sul sito. È frequente che eventi meteo avversi pongano sotto stress gli edifici e le installazioni del Parco. Per prevenire questo fenomeno, vengono impiegati droni con volo programmato che fotografano le zone di interesse con immagini ad alta risoluzione. In seguito, l’Intelligenza Artificiale ha il compito di analizzare le immagini e segnalare alle squadre di intervento i punti critici individuati. “Risulta importante incorporare la tecnologia nel lavoro quotidiano curando la user experience. Infatti, affinché la tecnologia impatti con efficacia sulle attività – ha spiegato Gabriel Zuchtriegel – è necessario che chi la utilizza si senta a proprio agio con essa e riesca, di conseguenza, a lavorare meglio”.

Un ulteriore significativo esempio presentato è il robot RePAIR, illustrato dal professor Marcello Pelillo di Ca’ Foscari. Si tratta della prima applicazione tecnologica d’avanguardia utilizzata per la ricostruzione fisica di manufatti archeologici. L’applicazione di Intelligenza Artificiale prende spunto dalla risoluzione di puzzle e nel contesto dei beni culturali viene utilizzato per ricostruire affreschi frammentati. Dopo l’acquisizione dei frammenti e la ricostruzione 3D tramite scanner tridimensionali, avviene la risoluzione digitalizzata dei “puzzle” e, infine, la ricostruzione fisica tramite piattaforma robotica.

Il monitoraggio e controllo del patrimonio del Parco è basato sulla piattaforma Smart@Pompei SMI (Smart Mapping Interface), l’interfaccia digitale che si appoggia su una diffusa rete in fibra ottica. “Questa piattaforma è di fondamentale importanza per rafforzare il tema safety & security e per raccogliere informazioni quali lo stato di degrado delle opere, analytics sui visitatori, sentiment analysis” – ha spiegato Alberto Bruni, Responsabile di Smart@Pompei.

I lavori si sono conclusi con il pitch di sette startup nate e attualmente stabili nel Sud Italia: la startup To Be, che permette, tramite proiettori a LED Li-Fi e contenuti multimediali direttamente dallo smartphone, di rivivere lo storico concerto che i Pink Floyd tennero a Pompei nel 1971; Develhope, software house siciliana e scuola per competenze digitali; GipsTech, che fornisce avanzate tecnologie di localizzazione indoor e le relative applicazioni; AMV Idea Lab, startup siciliana che ha realizzato un chatbot (assistente turistico virtuale) per organizzare le vacanze con l’Intelligenza Artificiale; Sense Square, che monitora e permette di analizzare la qualità dell’aria tramite l’utilizzo di diversi sensori nell’ambiente; Messagenius, una app di messaggistica sicura per le imprese; Coderblock, la piattaforma SaaS per la creazione automatizzata di mondi virtuali e metaversi. È stata presente poi Milestone System, società che già opera all’interno di Pompei, fornendo l’infrastruttura tecnologica che mette in comunicazione le telecamere presenti all’interno dell’area.

Naturalmente non è mancata l’incantevole visita guidata agli scavi archeologici organizzata dall’Osservatorio con Valeria Amoretti, Responsabile del laboratorio di Ricerca del Parco. La vista ha previsto l’accesso esclusivo, per le aziende presenti, ad uno dei cantieri più affascinanti che presto aprirà al pubblico, con l’incontro di restauratori all’opera e il capo cantiere.

L’Open Innovation è di casa al Parco di Pompei, già impegnato attivamente con due delle startup presentate: To Be e Messagenius, in particolare, il servizio offerto da quest’ultima è stato integrato all’interno dell’App MyPompeii. Oltre a queste collaborazioni specifiche, vi sono varie iniziative in fieri che hanno a che fare con la robotica, i droni, l’Intelligenza Artificiale e la realtà aumentata. Proprio per questo motivo, il Parco si presenta di fatto come un luogo in cui è possibile effettuare sperimentazioni tecnologiche di vario genere, sia con aziende che con startup. Questo tipo di collaborazioni rappresentano una soluzione win-win per le parti coinvolte. Per il Parco di Pompei, il vantaggio evidente è quello di fruire di tecnologie all’avanguardia a beneficio del Parco stesso. Le controparti aziendali, invece, hanno l’opportunità di sfruttare gli spazi e le condizioni del Parco, nonché un ritorno di immagine molto rilevante.

L’Osservatorio Startup Intelligence prosegue nella sua attività di scouting di innovazione e creazione di community, privilegiando le eccellenze italiane, spesso non note ma di cui il nostro Paese è ricco.

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Alessandra Luksch
Alessandra Luksch

Direttore dell'Osservatorio Startup Thinking degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano

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