STARTUP INTELLIGENCE

L’innovazione digitale come leva per la sostenibilità di imprese e startup

Più di due terzi delle grandi imprese italiane ha già deciso di investire nel digitale per supportare il raggiungimento dei propri obiettivi di sostenibilità. L’attenzione è diffusa anche tra le startup, molto meno nelle PMI. Un confronto in occasione della Milano Digital Week

Pubblicato il 18 Nov 2022

Startup e Sostenibilità

Nessuna realtà può mantenersi miope rispetto alla condizione attuale, e temi come la scarsità di materie prime, le emergenze energetiche e il cambiamento climatico sono solo alcuni dei grandi fenomeni che spingono le imprese verso sempre più necessari processi di transizione. In questo panorama, l’innovazione può configurarsi per le imprese come leva per affrontare le sfide e cogliere in modo rapido ed efficace le opportunità derivanti.

Lunedì 14 novembre, in occasione delle Milano Digital Week 2022, sì è svolto l’evento “L’innovazione digitale come leva per la sostenibilità di imprese e startup”, organizzato dall’Osservatorio Startup Intelligence. L’evento è stato un momento di discussione e confronto proprio su questi temi, che da tempo per imprese, startup e Pubbliche Amministrazioni non si configurano più solamente come elementi di attenzione per il futuro, ma impattano in modo significativo il presente e le attività quotidiane.

L’evento ha presentato alcune anticipazioni dei dati raccolti dalle Survey Innovation e Survey Startup 2022 sviluppate dall’Osservatorio Startup Intelligence, che saranno presentati nel dettaglio in occasione del Convegno in programma il 30 novembre 2022 dal titolo: “Imprese e startup nella transizione: innovazione digitale per un futuro sostenibile”.

Dalle anticipazioni è emerso come le grandi imprese italiane abbiano già diffusamente inserito la sostenibilità nelle agende e nei piani industriali, cosa che accade con meno facilità tra le PMI. Più di due terzi delle grandi imprese inoltre ha già deciso di investire nel digitale per supportare il raggiungimento dei propri obiettivi di sostenibilità. Anche tra le startup l’approccio è diffuso e nella maggior parte dei casi connaturato sin dalla nascita.

L’evento è stata occasione per ascoltare le testimonianze dirette di due grandi imprese, Gruppo Hera e Snam, e due startup, Fili Pari e Poliphenolia, che hanno commentato i risultati e presentato le loro dirette esperienze sul tema.

Eugenia Di Somma, Innovation Manager di Snam, ha evidenziato come in azienda le iniziative di innovazione siano permeate dalla volontà di favorire il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità. Ciò seguendo un approccio fortemente centrato sull’Open Innovation e il coinvolgimento di un ecosistema di attori il più ampio e vario possibile, comprendendo tra gli altri startup, PMI, centri di ricerca e Università.

Tale approccio in Snam segue tre pilastri principali: le tecnologie, necessarie per sviluppare soluzioni altamente innovative; le persone, con una forte attenzione alle tematiche sociali; e le competenze, per favorire la diffusione di conoscenza e cultura sull’innovazione.

Quest’anno, in particolare, l’area di innovazione di Snam ha deciso di focalizzarsi sullo Scope 3, cioè ridurre tutte le emissioni indirette derivanti da risorse non controllate o possedute direttamente dall’organizzazione, ma che si verificano nell’ambito della sua catena del valore. Ciò sarà fatto anche grazie al programma di Open Innovation Snaminnova, che ha l’obiettivo di ingaggiare gli attori esterni da un lato, e favorire il coinvolgimento della popolazione aziendale dall’altro.

Successivamente Enrico Piraccini, Innovazione Tecnologica Direzione Centrale Innovazione di Gruppo Hera, ha raccontato come l’approccio alla sostenibilità sia parte fondante del Piano Industriale del Gruppo. Questo approccio ha portato anche ad affiancare al mondo dell’Innovation management il tema della transizione ecologica, che si configura in Gruppo Hera all’interno di due grandi temi: la circular economy e la transizione energetica.

Proprio rispetto al tema della transizione energetica Piraccini ha evidenziato come non si possa prescindere da considerazioni a livello di sistema Paese. La dipendenza di risorse energetiche da attori esteri è un elemento di elevata criticità, che si è acuito particolarmente in un periodo di complessità e incertezza geopolitica come quello attuale. Alla luce di queste considerazioni, la strada percorsa dal Gruppo e su cui l’innovazione deve fornire il proprio supporto si basa su tre temi fondamentali: la produzione di energia rinnovabile, lo storage della stessa energia e la produzione di gas verde, come nel caso del biometano.

L’evento ha visto la partecipazione anche di Francesca Pievani, co-founder della startup Fili Pari, che ha portato al tavolo l’esperienza della propria realtà. Fili Pari è una startup italiana innovativa fondata a febbraio del 2020 con l’obiettivo di inserirsi all’interno del settore fashion tech con una soluzione che segue gli approcci di economia circolare. La startup utilizza infatti la polvere di marmo derivante da scarti produttivi per la realizzazione di capi di abbigliamento. Grazie a costanti sforzi rivolti ad innovare e migliorare il proprio prodotto, Fili Pari è riuscita a sostituire fino al 50% di componenti sintetici tradizionalmente utilizzati sui tessuti, partendo da una soluzione che inizialmente riusciva a sostituire il 5% del materiale. Una realtà con un’anima fortemente basata sul territorio italiano, avendo l’intera produzione geolocalizzata in un’area di circa 120 km, e che nasce dalla collaborazione diretta con piccoli artigiani della penisola.

Infine, Giorgio Iviglia ha presentato Poliphenolia, la startup di cui è fondatore. Poliphenolia è stata fondata nel 2015 partendo da un campo di ricerca in ambito medicale riguardo l’utilizzo di molecole naturali per la produzione di soluzioni di rigenerazione tessutale.

La startup ha quindi sviluppato una tecnologia per la produzione di cosmetici a partire da scarti vinicoli provenienti da vitigni del territorio nazionale. Per Poliphenolia è fondamentale sviluppare una rete tra piccole e medie imprese nel settore così da favorire la diffusione di approcci di economia circolare e sfruttare al massimo le risorse a disposizione. Come sottolineato da Iviglia, le aziende agricole sono esse stesse le prime a stimolare e favorire lo sviluppo di soluzioni sostenibili e sono motore inesauribile di spunti per innovare tale approccio.

Prossimo appuntamento il Convegno dell’Osservatorio Startup Intelligence del 30 novembre, occasione per conoscere i risultati completi della ricerca e discutere del tema con le esperienze di oltre 30 aziende e startup.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Filippo Frangi
Filippo Frangi

Ricercatore presso Osservatori Digital Innovation

Articoli correlati

Articolo 1 di 4